5. PRIMA SEDUTA

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Alice accompagnò Carl di sopra, percorsero le scale, lui la seguiva e le stava guardando le gambe, il vestitino di lei lasciava libero spazio all'immaginazione, ma solo dopo pochi istanti Carl preso da un senso di colpa distolse lo sguardo.
Arrivati nello studio si accomodarono, Carl estrasse dalla sua tracolla un blocchetto, un foglio e una penna.

«Per prima cosa le chiedo gentilmente se può firmare questo modulo relativo al consenso informato.»
Alice prese la penna in mano e firmò il foglio.
«Bene...possiamo andare avanti, lei è molto giovane, quanti anni ha?» Chiese Carl anche se già lo sapeva, come per aver la speranza che nel frattempo la sua età fosse cambiata, aver pensato di essersi infatuato di una ragazzina lo imbarazzava.
«Ho 20 anni.» Ma ovviamente 20 erano e 20 rimasero.
«Ok, ora mi può dire perché ha deciso di intraprendere questo percorso?»
Alice lo scrutò dalla testa ai piedi, Carl era di fronte a lei appoggiato alla scrivania, la sua presenza era importante, si respirava aria pesante nella stanza, una cosa che Carl voleva assolutamente evitare, infatti cercava di essere il più distanziato e professionale possibile.
«In verità non sono io che ho deciso di essere qua, è stata mia madre...pensa che mi comporti male in questo periodo.»
«Ed è vero ciò che pensa? Ha notato dei cambiamenti in lei?»
«Mmh...forse, ho solo voglia di divertirmi un po'.»
«Cosa intende con divertirsi, cioè cosa fa lei esattamente per divertirsi?»
«Le solite cose che fanno le ragazze, vado a feste, bevo un po'...e mi piace fare sesso.»
Mentre diceva le ultime parole Alice si protese con il busto in avanti come per evidenziarle mentre a Carl sfuggì un occhiata sul suo seno che in quella posizione era più allo scoperto, ma fece finta di nulla e continuò.
«Da quando ha iniziato a comportarsi così, c'é stato per caso un evento della sua vita che ha manifestato in lei sensazioni negative?»
«In verità sì...quando ho scoperto che il mio ragazzo mi tradiva ripetutamente. Ah e aveva anche un altra ragazza con cui stava portando avanti una relazione "seria" se così si può chiamare.»
«Come l'ha fatta sentire?»
«Bhe male ovviamente. Avevo riposto tutta la mia fiducia in lui, mi ero impegnata ad essere la ragazza perfetta e pensavo che lui davvero mi amasse. Stavamo assieme da 5 anni quindi diciamo che la mia adolescenza l'ho passata in gran parte assieme a lui, mi ha pure spinta a scegliere il suo percorso di università, così ora mi tocca anche vederlo.»
Come ha potuto tradire una come Alice pensò Carl.
«Immagino...siete praticamente cresciuti assieme, ha la sua età?»
«No è più grande, lui fa l'ultimo anno di università, ha 6 anni in più di me.»
«Quindi quando lei aveva 15 anni lui ne aveva 21..., le piacciono gli uomini più grandi?»
Punto a mio favore pensò Carl, ma un attimo dopo si ricordò la regola "indifferenza e professionalità".

Alice che pensava che la domanda avesse un secondo fine, e in parte era così, giusto per stuzzicarlo, accavallò le gambe e iniziò con le mani a giocare con la gonna mentre rispondeva «Sì ma solo d'età è più grande di me comunque.... si ho sempre avuto un debole per i più grandi, insomma come si dice più il vino invecchia più é buono.»
A Carl passarono in mente almeno 10 posizioni in cui avrebbero potuto farlo in quel momento, in quella stanza. Si vedeva che Alice era propensa in positivo, ma si trattenne e abbastanza agitato continuò l'interrogatorio.
«Vede le ho chiesto ciò perché la scelta del partner delle volte ha un significato più profondo di quanto si pensi. Mi dica che rapporti ha con i suoi genitori?»
La risposta estremamente professionale di Carl fece pensare ad Alice che le sue tattiche non stessero funzionando, ed era strano perché di solito ce la faceva a portarsi a letto chi voleva, ma d'altronde era il suo psicologo quindi il gioco si faceva più difficile.

«I miei... mi viene quasi da ridere a pensare al rapporto con i miei. Mio padre si alcolizza e mia madre ama più Dio che me.»
«Probabilmente è per questo che sceglie un partner più grande, le dà maggiore sicurezza.»
Alice guardò Carl perplessa, forse era vero, si concentrò sulle spalle di lui e sui suoi pettorali, quanto doveva essere bello abbracciarlo?
«No, non credo, io sto bene con me stessa, non ho bisogno di qualcuno che mi dia sicurezza.»
Era evidentemente un comportamento di negazione, perché in fondo al suo atteggiamento frivolo e sfacciato si nascondeva molto di più.
«Alice guardi, questo è il nostro primo incontro e sto cercando di farmi un quadro generale della situazione, ovviamente più passerà il tempo e più entreremo in confidenza, quindi per adesso mi va bene quello che mi sta dicendo, ma piano piano inizieremo a scavare più a fondo dentro di lei.»
«Comunque professor Carl mi può dare anche del tu.» Disse Alice con occhi ammiccanti.
«Si direi che è meglio ovviamente anche te puoi farlo.»
«Va bene.»

Passò un po' di tempo, Carl provò a scavare sempre più a fondo nel passato di Alice. Lei era una ragazza misteriosa e non diede a Carl tutte le risposte che desiderava. Alice aveva sempre odiato far compassione alla gente, quindi portava un peso dentro di se senza mai parlarne con nessuno, un peso che Carl era pronto ad alleggerire.

Il tempo era quasi finito.
«Quindi ti sei fatto un'idea generale di me?»
«Sì certo, vedremo nei prossimi appuntamenti di approfondire e vedere assieme, come una squadra, come poter affrontare queste dinamiche.»
«Mi stai chiedendo un appuntamento?» Disse Alice ridendo.
«Ma certo, quando sei libera?» Rispose Carl stando al gioco e continuò con il dire «Comunque mi dispiace di averti risposto in quel modo oggi, ero sovrapensiero.» Si scusò, ma non poté andare oltre.
«Si sei stato proprio uno stronzo, ma ti ringrazio per le scuse.» Forse Alice si stava prendendo un'eccessiva confidenza, ma sapeva di poterlo fare e a Carl non dispiaceva.

La seduta era terminata, si strinsero la mano per salutarsi anche se avrebbero voluto fare molto di più.
Alice aveva visto un'eccessiva compostezza da parte di lui alle sue provocazioni, ciò la infastidì molto, non ottenere l'effetto che voleva la mandava su di numeri, quindi Carl diventò un po' come il suo gioco dei desideri. Era pur sempre una ragazza bella e ricca, un po' viziatella.
Carl, invece, uscì da lì in modo molto scettico, la chimica si respirava nell'aria, provava un forte istinto nell'avvicinarsi a lei, insomma era la ragazza per cui aveva preso un colpo di fulmine, ma aveva solo 20 anni, e poi Carl era disposto a mettere a rischio la sua carriera per una ragazzina?

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A breve parte 6!

La tentazione di non resistereDove le storie prendono vita. Scoprilo ora