Capitolo 2

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Sono a Seattle da circa due settimane e le mie giornate sono estremamente monotone. Nel Wisconsin ero abituata ad uscire e fare festa ogni volta che ne avevo la possibilità, qui è decisamente diverso. Non ho amici d'altronde, e diciamo che l'ultima volta in cui hanno cercato di approcciarsi a me non ero molto propensa a fare conversazione. Ho intravisto Dave qualche volta negli ultimi giorni per caso, ci siamo scambiati un semplice saluto nulla di più.

"Matthias io esco ad allenarmi, chiamami se hai bisogno e cosa più importante non aprire a nessuno" urlo in modo tale che la mia voce arrivi fino al piano superiore. Nostro padre a causa del lavoro è sempre impegnato, torna a casa solo per cena, di conseguenza per il resto della giornata dobbiamo cavarcela io e mio fratello.

"Me lo raccomandi ogni volta, sono grande ormai so cosa devo e non devo fare" mi risponde sicuro.

Hai capito il ragazzino, ha imparato dalla migliore.

"Bene, ci vediamo dopo" dico sorridendo.

Esco dalla porta mentre cerco di mettermi le cuffie per ascoltare della buona musica che mi dia la giusta carica per la corsa che mi aspetta. Indosso dei semplici pantaloncini corti e un classico reggiseno sportivo che evidenzia nettamente la mia terza abbondante. La cosa non mi crea problemi anzi.

Alla fine non è colpa mia se ce le ho.

Quella di allenarmi ormai è una specie di tradizione. Ogni giorno io e Mason uscivamo per fare pratica e migliorare le nostre prestazioni da lottatori, se così si può dire. La nostra è sempre stata una passione in comune. Se sono brava in questo è solo per merito suo. Lui inizialmente seguiva dei corsi in palestra, poi con il tempo si rese conto che le basi le aveva imparate e poteva benissimo cavarsela da solo. Quando scoprii che partecipava a delle lotte clandestine nei locali della nostra cittadina insistetti così tanto per essere inclusa in ciò che faceva che alla fine cedette. Mi allenò giorno dopo giorno, al tal punto da accorgersi che me la cavavo piuttosto bene. Da lì cominciò anche il mio di percorso dentro un mondo totalmente nuovo. Due incontri a settimana ciascuno. Io ovviamente contro le ragazze. Finché non arrivammo entrambi alle finali per il titolo di campione e campionessa della nostra città. In pochi erano a conoscenza di queste lotte, solo chi sapeva gestire la cosa poteva partecipare. Parecchie volte infatti abbiamo rischiato di essere sorpresi dalla polizia a causa di qualche cretino troppo sensibile nel vedere ragazzini prendersi a pugni. Io e Mason facevamo sempre il possibile per tenere nascosti i lividi che erano presenti in tutto il nostro corpo. Nonostante fossimo forti, qualche pugno e calcio non ce l'ha mai risparmiato nessuno.

Non so come, ma non hanno mai scoperto nulla. Almeno fino a quel maledetto 14 Novembre. I miei arrivarono sul posto e dire che rimasero sconvolti è come affermare che ti fumi una canna di tabacco. Il locale venne chiuso per attività illecite e dovetti subirmi per un mese intero gli interrogatori da parte dei miei genitori, del tipo " Mason ha sempre lottato ?" "fai queste cose anche tu?". Ero arrivata al punto tale da confessare tutto, ma fortunatamente riuscii a scamparla. Gli ho convinti che quello fosse soltanto il secondo incontro di Mason e che io ero semplicemente lì ad assisterlo perché non sono una ragazza a cui piace immischiarsi in quel genere di cose.

Stupida bugiarda. Urlava nel frattempo la mia mente.

Non sono sicura mi abbiano creduto, anche perché erano a conoscenza del fatto che mi allenassi con Mason. Fatto sta che da quel giorno non ritornarono più sulla questione.

Dopo la morte di mio fratello mi sono sempre allenata per conto mio. Non ho più partecipato agli incontri, tranne a quello per il titolo di campionessa. Ma quella è un'altra storia che non mi va proprio di ricordare. Dopo la chiusura della "Playa", il locale nel quale avvenivano la maggior parte delle sfide, i pochi bar rimasti decisero di non dare più la loro piena disponibilità nella cosa, di conseguenza non avevo più la possibilità di partecipare a delle gare. Sono passati esattamente 7 mesi dall'ultimo incontro, motivo in più per la quale sono fermamente decisa a voler ricominciare qui a Seattle. Sono sicura che in qualche locale losco della zona ci sia più di qualche attività illecita e che tra queste siano presenti le lotte clandestine. Quindi perché no, guadagno, sfogo tutta la rabbia repressa e torno pure a provare l'adrenalina che solo quell'ambiente è in grado di darmi. E in qualche modo mi sentirò più vicina a Mason, portando nuovamente il cognome Callaghan in alto, come lo era nella cittadina di Madison.

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