Era un altro nuovo giorno dopo la guerra contro Gea, il campo si stava riprendendo in fretta nonostante le perdite e i feriti. Giovani semidei romani e greci correvano di qua e di la, dal Campo Mezzosangue al Campo Giove e viceversa. Nico di Angelo, il figlio di Ade, si stava dirigendo verso l'infermeria perché un certo figlio di Apollo, Will Solace, voleva tenerlo li un paio di giorni. Nico in realtà non capiva il vero perché, d'altronde non aveva riportato ferite gravi, era solo stanchissimo per gli innumerevoli viaggi d'ombra e gli eserciti di zombie che aveva evocato. Talmente stanco e a pezzi che non si distingueva più quale fosse lui e quale fosse la sua ombra. Okay magari un motivo c'era per cui doveva stare a riposo, però perché proprio in infermeria? Non poteva starsene beato sul suo letto, nella sua cabina, a farsi gli affari suoi?
A quanto pare no, soprattutto per un biondino particolare. D'altro canto quel biondino aveva un motivo per cui voleva tenerselo lì. Oltre perché voleva tenerselo nei paraggi, voleva assicurarsi che facesse ciò che gli era stato detto, ovvero ASSOLUTO riposo. Era pur sempre un medico e quindi si preoccupava per la salute di ogni semidio del campo, poi se quel semidio era un ragazzino bianco latte, occhioni neri e capelli altrettanto, si preoccupava il doppio. Non sapeva il perché ma era così, da quando lo aveva visto sul quel campo, pronto a difendere tutti, nonostante molti di loro nemmeno gli si avvicinavano, aveva sentito il bisogno di proteggere quel ragazzino. Solo che questa volta non era come il bisogno, o il dovere, di proteggere un suo fratello, era qualcosa di più che non si sapeva ancora spiegare.
Nico entrò in infermeria. Nemmeno due secondi e già voleva andarsene. Quel posto puzzava di medicine, sangue e disinfettante in una maniera vomitevole. Si sentivano urla da ogni angolo e c'erano via vai di teste bionde ovunque. -Figli di Apollo, loro e il loro stupido altruismo- sussurrò Nico, -Cosa? Figli di Apollo e?- disse un biondino alle spalle del figlio di Ade. Nico non appena si voltò lo riconobbe subito. Era Will, Will Solace. Quel dannato biondino che lo aveva portato via dalla sua "amata" cabina. -Solace- Nico pronunciò quella parola più come un insulto che come un saluto, ma non era proprio un momento in cui si sentiva di essere gentile. -Ciao Nico, seguimi coraggio-. Nico seguì il ragazzo e il suo stupido sorriso a 32 denti in un posto leggermente più isolato dell'infermeria.
Dietro una tenda c'era una branda, un comodino, una sedia e una tinozza con acqua e una spugna. -Qui è dove starai tu, un pochino più lontano cosicché potrai riposarti-. Nico non poteva mentire, apprezzava di essere stato messo in un angolino appartato, quindi rivolse un sorrisetto a Will e si accomodò sul lettino. -Quanto tempo dovrò stare qui dentro?- il moro tentò, invano, di rimuovere il più possibile il disgusto che provava a trovarsi in quel luogo, -Circa tre giorni dopo di che, se starai in gran forma ti lascerò libero-. Tre giorni. Doveva stare lì dentro tre giorni. Già sapeva che non sarebbero passati mai -E io cosa caspio dovrei fare in tre giorni?- disse leggermente alterato il moro, -Riposarti, sei arrivato allo stremo delle tue forze, sembri un fantasma!- Will era particolarmente irritato, il che era davvero strano per lui, ma la non curanza di Nico per se stesso lo faceva imbestialire. -Nel comodino trovi il pigiama, dei vecchi fumetti e delle vitamine da prendere quando mangi, ci vediamo dopo- disse il figlio di Apollo per poi andarsene e lasciarsi alle spalle un Nico mezzo perplesso.

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Significant Annoyace♡
RandomQuesto è un mio enorme film mentale su come sia andata la relazione tra il nostro piccolo Nico di Angelo e Will Solace, dopo la guerra contro Gea, spero vi piaccia. È la mia prima vera fan fiction...non vi avverto su niente perché non ho la più pall...