Famiglia

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Sono passati due giorni da quando Can ha affrontato sua madre e mi ha proposto di partire per il nostro viaggio.
Due giorni da quando mi ha riproposto di sposarci.
Al dire il vero non è stata una vera e propria proposta di matrimonio, di quelle ne ho ricevute fin troppe e non abbiamo avuto fortuna, così abbiamo deciso di organizzare il nostro matrimonio all'oscuro di tutti.
Solo Emre e Leyla ne sono a conoscenza e si sono offerti di aiutarci.
La cosa che mi preoccupa adesso è mia madre.
Quando sono rientrata in casa praticamente non mi sta rivolgendo la parola, ma si limita ad osservarmi intensamente.
Non è una novità per me.
Lei ha sempre agito così, a me andava bene perché recuperavo tempo per prepararmi meglio all'affronto che poi sarebbe avvenuto.
Invece adesso vorrei tanto affrontare subito mia madre.
Almeno lei per il momento, perché per affrontare mio padre ho bisogno di avere almeno il suo sostegno.
Non che la cosa come hai tempi possa frenarmi di nuovo.
No.
Questa volta non permetterò a niente e nessuno di impedirmi di sposare Can, infatti non voglio più il loro permesso, ma semplicemente metterli a conoscenza della mia decisione, e spero che loro mi stiano accanto in questo momento così tanto desiderato ed importante per me.
Si tratta della mia felicità e non più della loro, come avrebbe sempre dovuto essere.

Approfitto dell'assenza di mio padre e scendo giù in cucina.
Mia madre e seduta e sta leggendo una rivista.

- ciao mamma.

Lei alza il viso e mi guarda, subito dopo ritorna con gli occhi a fissare la rivista.
Capisco immediatamente che lei è arrabbiata.

- mamma, possiamo parlare?

Chiude la rivista e finalmente mi dedica la sua attenzione.

- io direi che forse sei tu che dovresti dirmi qualcosa.

- hai ragione mamma.

Mi fissa come a volermi leggere dentro.

- Sanem, prima che tu inizi voglio dirti una cosa.
Io e tuo padre eravamo giovani quando ci siamo sposati,io ero appena una ragazza di 18 anni.
Avevo iniziato a provare dei sentimenti per tuo padre quando ne avevo 16, anche se ci conoscevamo fin da piccoli perché i vostri nonni erano amici.
Sai bene che vivere in un quartiere e come vivere in una grande famiglia.
Per il primo anno siamo riusciti a vederci di nascosto ma sapevamo già che eravamo stati destinati.
A 17 anni tuo nonno ci sorprese insieme e dopo avermi punita obbligandomi a non uscire di casa se non con la loro presenza, ci costrinse a sposarci subito.
Non che non amavo tuo padre, ma volevo godermi ancora la mia adolescenza e vivere la storia con tuo padre senza pressioni.
Ma i tuoi nonni erano troppo devoti e legati alle nostre tradizioni così senza obiettare abbiamo fatto come ci hanno imposto di fare.
Quando qui si presentò Muzaffer e la sua famiglia a chiedere la tua mano io e tuo padre speravamo tanto che tu rifiutassi.

A quelle parole scatto.

- ma voi mi avete messo pressioni, o il matrimonio o mi cercavo un lavoro, eravate d'accordo perché improvvisamente il mio lavoro alla bottega non andava più bene.

Lei mi guarda con affetto cambiando repentinamente umore.
Poggia una mano sulla mia.

- vedi Sanem, io e tuo padre siamo cresciuti con queste tradizioni.
Abbiamo un onore da mantenere e abbiamo sudato per avere rispetto.
Ma entrambi sappiamo cosa significa crescere in questo ambiente e dover rispettare queste regole.
Mantenere sempre un comportamento adeguato che ci porti il rispetto di ogni famiglia del quartiere.
Non poter essere liberi da ogni pregiudizio e avendo due figlie femmine, tutto si è amplificato.
Due figlie femmine Significa fare molta più attenzione e comporta più sacrifici perché non succeda che il nostro nome venga disonorato.
A maggior ragione se le mie figlie sono così belle.

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