Il fuoco scoppiettava allegramente nel camino, illuminando i tetri volti dei tre ragazzi seduti sullo stretto divano della Sala Comune. Stavano in silenzio, ognuno immerso nei propri pensieri, a fissare quelle fiamme salire in altro e produrre giocosi scoppiettii, quasi del tutto dimentichi di avere compagnia. Quel giorno, sia per Harry che Ron e Hermione, era stato davvero intenso e orribile: qualcosa di sinistro era accaduto davanti ai loro occhi, al ritorno dalla loro giornata a Hogsmeade. La scena terribile di Katie Bell sospesa in aria era impressa nelle loro menti, e continuavano a riviverla in quello stesso istante, seduti comodamente al caldo; un calore che, però, non arrivava alle loro ossa, né tantomeno ai loro cuori raggelati.
Il trio era corso a Hogwarts insieme a Hagrid, il cuore in gola e gli occhi ancora spalancati per la paura. Leanne aveva continuato a piangere, sentendosi irrimediabilmente in colpa per ciò che era successo all'amica, e a nulla erano servite le dolci parole di conforto della Granger. Quella povera ragazza era scossa dall'esperienza appena avuta, e appena arrivata in infermeria Madama Chips le aveva subito dato un qualche cosa che l'aveva aiutata a calmare i nervi, e che l'aveva fatta sprofondare in un sonno più o meno tranquillo. Ora, mentre rivivevano quei drammatici momenti, i tre avrebbero gradito senza dubbio un rimedio per cancellare temporaneamente i brutti ricordi, almeno quel poco che bastava per farli dormire ancora.
Hermione rabbrividì, mentre le tornava in mente il luccichio della collana che aveva provocato tutti quei danni. Quel maledetto luccichio che avrebbe voluto non aver mai visto... e poi il viso della McGranitt, persino più preoccupato di quello dei tre, le si presentò davanti e la sua voce si fece insistente nella sua testa: "Non avete proprio idea di dove si fosse procurata questo oggetto?" Lo aveva chiesto sia a lei che ai ragazzi, tuttavia aveva sentito su di sé gli occhi della professoressa, come se sapesse fin da principio che lei le avrebbe dato una risposta sensata. Quando aveva alzato lo sguardo, infatti, non si era stupita nel vedere gli occhi chiari della donna su di sé, in attesa che dicesse qualcosa. Hermione aveva sbattuto leggermente le palpebre, presa alla sprovvista, e aveva balbettato: "N-no, professoressa, l'unica che potrebbe saperlo è Leanne suppongo" e dopo un attimo era tornata a guardare per terra, un nodo che le stringeva la gola. Non aveva proferito parola sulla sua piccola escursione a Diagon Alley, sul fatto che avesse visto Narcissa Malfoy tenere tra le mani un oggetto molto simile a quello di cui era entrata in possesso Katie Bell. Si sentiva in colpa, per questo, ma non poteva scendere a conclusioni affrettate: era grave incolpare Narcissa Malfoy di un crimine di cui ancora non si sapeva nulla. Magari era solo una coincidenza... anche se sapeva che non era affatto così: sotto tutta quella storia c'era molto di più, e voleva arrivarvi fino in fondo.
-Lo avete visto anche voi?- fu la domanda improvvisa di Harry, con gli occhi verdi ancora fissi sulle fiamme incandescenti. -Malfoy. Entrare nel bagno poco dopo Katie- spiegò, notando le occhiate corruciate degli amici.
Hermione stette in silenzio, cercando di non far notare l'improvviso pallore che le aveva appena sbiancato il volto. Deglutì, lanciando un'occhiata a Ron che stava scrollando le spalle e, come l'altro, continuava a guardare il camino, come se lì si nascondesse la soluzione a tutti quei problemi. -Non l'ho affatto visto- disse poi la ragazza, scuotendo la testa e pregando di apparire calma e indifferente. Ma tutta quell'ansia da dove veniva? Per Malfoy, poi? Doveva darsi una calmata, si parlava di un possibile colpevole per ciò che era appena accaduto... eppure proprio non voleva credere che fosse stato lui perchè, benchè fosse senza alcun dubbio uno stronzo, non lo vedeva capace di un atto simile.
-Strano- adesso Harry era voltato nella sua direzione. Sembrava seccato. -Sono quasi sicuro che tu lo stessi seguendo in bagno- e nel suo tono c'era molta più di semplice stizza, sembrava che tutta la sua rabbia, ora, convergesse contro di lei.
La ragazza, per un istante, rimase ferma come una statua, presa totalmente in contropiede. Ma cosa diavolo si aspettava che gli rispondesse? "Sì, è proprio così, anzi, è già da qualche giorno che pedino Malfoy per capire i suoi piani malvagi"? Certo, sarebbe stato più facile cruciarsi da sola, che ammettere davanti a Harry Potter e Ronald Weasley che, effettivamente, stava proprio seguendo Draco Malfoy in bagno. In effetti, detta così, poteva anche sembrare una cosa strana.
Dopo un attimo di tombale silenzio, Hermione sbatté le palpebre e piegò le labbra in una smorfia. -Che cosa stai cercando di insinuare, Harry?- sibilò, stringendo le mani a pugno e raddrizzando la schiena, per far vedere all'amico che non l'aveva intimorita. Insomma, quei suoi atteggiamenti scontrosi, a volte, la facevano andare su tutte le furie. Non credeva di dover avere la babysitter. -Se ho visto Draco Malfoy? Forse sì, sinceramente non ci ho fatto caso, anche se mi passasse davanti, probabilmente, non lo vedrei. Non è così importante per me, sai? Figuriamoci se lo seguo pure in bagno!- alzò le mani al cielo, sentendo le guance infiammarsi quando pensò che, in fin dei conti, era proprio vero che stava andando in bagno solo per seguirlo. Ma cosa le stava accadendo? Non riusciva proprio a non cercarlo, quel ragazzo che, per sei lunghi anni, non aveva fatto altro che oltraggiarla con nomignoli offensivi e occhiate dispregiative. Che cosa le stava succedendo? Sì, persino lei non si riconosceva più, quasi si faceva schifo da sola, per riuscire anche solo a portare il pensiero a quel ragazzo dagli occhi di piombo.
Harry chinò il capo. -Scusa, hai ragione, non so cosa mi sia preso- lo vide mentre appoggiava i gomiti sulle ginocchia e nascondeva il viso tra le mani. Si sentì profondamente in colpa, nel vederlo abbattuto, e disse: -No, non preoccuparti, Harry, sul serio- sospirò e gli posò dolcemente una mano sulla schiena. -Questa giornata è stata davvero... estenuante, per tutti-
Ron, accasciato sul divano, annuì flebilmente. -Adesso cerchiamo di non urlarci contro tra di noi, altrimenti è la fine- borbottò, con il solito sguardo perso. -Ma lo avete visto lo sguardo di Piton? Era più agghiacciante del solito, quasi- aggiunse poi, distogliendo finalmente lo sguardo dal fuoco per incontrare quello di Hermione, mentre Harry aveva ancora il viso affondato nelle mani.
Oh, sì, certo che Hermione se lo ricordava bene: quello scuro sguardo di ghiaccio le si era posato addosso, non appena la McGranitt le aveva posto la fatidica domanda. Era come se sapesse tutto quello che aveva visto, come se fosse a conoscenza del fatto che lei in fondo sapeva, ma che non voleva proferire parola. Si era sentita enormemente a disagio, e il cuore le era balzato in gola: che Piton sapesse della sua "gita" a Diagon Alley? Di ciò che aveva visto accadere a Notturn Alley? No, impossibile, come avrebbe potuto? Era sciocco anche solo il fatto che si fosse posta la domanda. Ovvio che non sapesse nulla, semplicemente il suo sguardo era apparso più freddo di quanto non fosse gli altri giorni... doveva stare calma.
-Sì, ho notato- rispose solo la ragazza, annuendo poco convinta. Si alzò con delicatezza dal divano, sentendo gli occhi che le si chiudevano per la stanchezza. -Ora credo che tenterò di dormire, e consiglierei la stessa cosa a voi due, signorini, se non volete addormentarvi suoi banchi, domani- e detto questo diede un leggero buffetto alla spalla dei due ragazzi, e si diresse nei dormitori femminili.***
Quella notte, dormire fu una vera impresa, sia per Hermione, stesa sul proprio letto a fissare la parete di fronte a sé, sia per gli altri due ragazzi, che si continuavano a rigirare nel letto disturbando persino i loro compagni di stanza, ancora del tutto ignari di ciò che era accaduto. Beh... per lo meno non lo seppero quella sera, ma la mattina dopo, l'orribile incidente che aveva portato Katie Bell in infermeria era l'argomento del giorno. Hermione Granger, socchiudendo gli occhi e cercando di concentrarsi sulla colazione che aveva nel piatto, non dette ascolto alle frasi che giravano per il tavolo Grifondoro: lei era presente al fatto e non aveva bisogno di essere avvelenata con i pettegolezzi usciti da chissà quale bocca. La verità era ben stampata nella sua mente, aveva ancora la scena che le si ripeteva dietro le palpebre, pronta a tormentarla più di quanto lei stessa avesse creduto. Non sapeva perchè non riuscisse a darsi pace.
-Siete riusciti a dormire?- chiese agli amici, anche se non ce n'era proprio bisogno: quei due volti pallidi e dagli occhi gonfi di stanchezza, rivelavano già tutto. Notte in bianco, come lei. Quell'esperienza li aveva proprio segnati; avendo avuto la scena davanti ai loro occhi, era difficile poter dare pace alla propria anima, senza sentirsi almeno un po' segnati.
-No- rispose secco Ronald, e dal fatto che non riusciva a mangiare si capiva perfettamente che qualcosa in lui non andava, almeno se lo si aveva davanti tutte le mattine, mentre si ingozzava con tutto ciò che aveva a portata di mano. -Tutta colpa di quello schifosissimo letto con le molle cigolanti!- borbottò, scuotendo la testa con frustrazione e mollando la forchetta nel piatto, abbandonando ogni tentativo di deglutire il boccone di bacon.
Hermione spostò lo sguardo da Ron a Harry, che si limitava a starsene zitto. Non poteva dargli torto: in quegli ultimi tempi stava affrontando davvero molte difficoltà, se si pensava alla morte di Sirius, a cui era incredibilmente affezionato, e al ritorno di Lord Voldemort, che solamente un anno prima aveva dovuto affrontare di persona. Era ovvio che fosse maggiormente scosso.
-Harry?- lo chiamò, allungando una mano e posandola su quella di lui, che aveva la presa serrata attorno al coltello. -Harry, se vuoi parlare...-
-Sto benissimo, Hermione, non c'è bisogno di parlare- ribatté brusco il ragazzo, alzandosi dalla panca e allontanandosi dalla Sala Grande, stringendo a sé il libro di Pozioni. La ragazza strinse gli occhi, da molto tempo lo vedeva portarsi dietro quel dannato volume, quasi contenesse dei segreti che non potevano essere svelati a nessun altro. Doveva risolvere anche quel problema, se non voleva vederlo correre dei rischi; credeva, infatti, che nonostante lo aiutasse ad avere il massimo dei voti nella materia, non aveva certo una buona influenza su di lui. Andava fatto qualcosa, prima che fosse troppo tardi.
-Hai notato anche tu che si porta sempre dietro quel libro?- chiese all'altro, quando Harry non fu più visibile ai suoi occhi castani. -Sinceramente sono un po' preoccupata- ma quando si voltò verso Ron, si accorse che stava praticamente per crollare con la testa nel piatto. Levò gli occhi al cielo, e subito dopo gli diede una lieve sberla sulla nuca, com'era solito fare Piton quando lo trovava a sonnecchiare sul banco. Immediatamente, il ragazzo alzò di scatto la testa e farfugliò: -Miseriaccia, Hemione, non è affatto divertente!-
La ragazza sorrise, scrollando le spalle. -Non per te, magari, ma per me sì- e prima che potesse vederlo crollare sul serio, si diressero insieme a lezione.***
Salve a tutti!!! Spero che anche questo capitolo piaccia, anche se temo sia più corto degli altri. In ogni caso, commentate e votate: ricordatevi che la ragione principale di coloro che scrivono è vedere che le proprie storie piacciono ai lettori, per cui io non aspetto altro che dei vostri giudizi (anche se dovessero essere negativi, basta che siano posti con gentilezza)!!
Baci ♥♥♥
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