Era stato tutto più semplice di quanto pensasse: lo aveva afferrato per il braccio e gli aveva puntato la bacchetta alla gola, sbattendolo con le spalle contro il muro e intimandogli di stare zitto. Si era assicurato che nessuno potesse vederli, né tantomeno udirli; poi si era rivolto a quello zotico di Paciock, facendo una smorfia di disprezzo con le labbra: -Tu adesso mi aiuterai- sibilò a denti stretti. Nessun 'per favore', ovviamente, e perché mai avrebbe dovuto essere gentile con quell'insulso maghetto da quattro soldi?
Paciock lo guardò con gli occhi sgranati, ma non tanto per vera e propria paura, quanto per sorpresa. Malfoy si stava davvero rivolgendo a lui? É vero, non lo aveva fatto nel migliore dei modi - come sempre, d'altronde - eppure si era rivolto proprio a lui, fra tutti gli studenti di Hogwarts. Certo, non che la cosa gli andasse a genio: Draco Malfoy continuava ad essere il bifolco che lo aveva sempre preso in giro per tutti quegli anni. Nonostante ciò, la cosa era talmente strana da rasentare il ridicolo. -Aiutare te, Malfoy?- rispose, guardandolo negli occhi con un coraggio che fino a qualche anno prima non sapeva neanche di possedere. -Nemmeno per sogno!- obiettò, cercando di liberarsi della sua presa senza molto successo.
Malfoy lo guardò come se si trovasse davanti ad un'altra persona. Non era di certo abituato a sentir ribattere quello stupido di Paciock. -Certo che mi aiuterai, Paciock- ringhiò, per niente amichevole. E quando mai era stato amichevole, lui? -Altrimenti te ne pentirai amaramente, credimi- e nel suo sguardo c'era un tacito avvertimento, che fece capire a Neville che non stava per niente scherzando.
Avendo ancora la bacchetta puntata alla gola, Neville Paciock rispose: -Abbassa la bacchetta, Malfoy- non risultò minaccioso come avrebbe voluto, ma almeno la voce non gli uscì tremolante dalle labbra. -Toglimi la bacchetta dalla gola... e parliamone- persino alle sue orecchie, quelle parole, assunsero un suono piuttosto ridicolo.
Come c'era da aspettarsi, infatti, Malfoy fece un'aspra risata. -Non essere stupido, Paciock- replicò, affondando più a fondo nella sua carne la punta della bacchetta. -Non abbasserò la bacchetta finché non avrai fatto ciò che voglio...- indietreggiò di qualche passo, ma non accennò mai ad abbassare la propria bacchetta, intimandogli con lo sguardo di non fare mosse false. -Prova a fare scherzi, Paciock, e ti spedisco a fare compagnia ai tuoi genitori-
A quelle parole, Neville sbiancò di colpo, tremando leggermente per la rabbia: si era quasi dimenticato cosa voleva dire aver a che fare con Malfoy. -Dimmi che cosa vuoi che faccia, Malfoy, poi sparisci- disse, con uno sgradevole sapore acido che gli invadeva la bocca. Di qualunque cosa si trattasse, Neville sapeva che doveva aspettarsi il peggio.***
Harry la guardò con occhi severi, mentre lei accarezzava ripetutamente la stoffa del vestito, per nulla convinta da quella situazione. La fatidica festa di Lumacorno era arrivata, alla fine, e lei si era decisa - del tutto controvoglia - ad accettare il millesimo ed insistente invito di Cormac. Ma cosa diamine le era saltato in mente?! Accettare l'invito di quel viscido di McLaggen! Avrebbe fatto meglio a restare nella Sala Comune dei Grifandoro, con la testa china sui libri come suo solito, invece di andare a quella maledetta festa. E con Cormac, poi! Una vaga sensazione di nausea si impossessò di lei, facendola sbiancare e sudare freddo. Perchè non le era venuto in mente di chiedere a Harry, di andare alla festa con lei? In realtà, a nessuno dei due era venuta in mente quell'opzione.
-Non guardarmi così, Harry!- sibilò Hermione, irritata. Si sentiva già tremendemente male di per sé, senza che il suo migliore amico le rivolgesse quelle occhiate. -È in ritardo!- sussurrò poi, più a se stessa che all'altro. Si diede della stupida: aveva davvero pensato che McLaggen fosse uno che arrivava in orario? Era indecisa se ridere o se piangere.
-Hermione...- il ragazzo venne però interrotto dall'arrivo di Luna, che si fermò giusto accanto a loro, salutandoli e dedicando loro un dolce sorriso. Harry guardò la nuova arrivata, quasi interdetto, come se non si ricordasse nemmeno che aveva invitato lei alla festa. Dopo qualche attimo parve ridestarsi: -Ciao, Luna- la salutò a sua volta, gentilmente, mentre Hermione le sorrideva con aria stanca e agitava piano una mano. Non sapeva neanche come facesse a sorridere, da tanto si sentiva sfinita.
-Tu, Hermione, vieni da sola?- Luna sbattè le lunghe ciglia dorate, inclinando il capo di lato e guardando l'altra ragazza.
Hermione Granger sarebbe stata felicissima di non essere accompagnata quella sera, oppure - anche meglio - di essere altrove. Tuttavia, ormai si era cacciata in quella situazione, quindi tanto valeva agire da persona matura e affrontare la cosa, piuttosto che scappare. In più, avere con sé la bacchetta la faceva sentire un po' meglio, anche se non avrebbe potuto usarla contro un altro studente. -No, sto aspettando che arrivi il mio accompagnatore- si decise a rispondere, alla fine. -Ma voi andate pure... io aspetterò qui- si sedette in una rientranza della parete, allungando in avanti le gambe e osservando la punta delle scarpe. Erano il paio più elegante che possedeva, nulla di chè, ma decisamente meglio delle scarpe dell'uniforme scolastica.
-Ma, Hermione...- fece per ribattere Harry, aggrottando le sopracciglia. Fu però nuovamente interrotto, questa volta da Hermione stessa: -Va' e basta, Harry!- esclamò, con un finto tono esasperato. -Cormac arriverà da un momento all'altro...- voltò lo sguardo da una parte all'altra del corridoio, per vedere se stesse arrivando. Ancora niente.
Il ragazzo sospirò. -Va bene- ribattè alla fine, lanciandole un'altra breve occhiata. -Ma stai attenta- detto questo, offrì il braccio a Luna, la quale vi posò sopra una mano e salutò l'altra ragazza, per poi seguire Harry.
Hermione rimase definitivamente da sola. Ormai erano venti minuti che aspettava, in quel corridoio illuminato dalla calda luce delle fiaccole. Quando si decideva a... Proprio quando stava per perdere la pazienza, la sagoma alta di McLaggen spuntò dal fondo del corridoio. Non si accorse subito di lei: appariva stranamente impacciato nei movimenti, continuava a guardare i propri vestiti e ad accarezzarne il tessuto. Solo quando lei si alzò bruscamente, il ragazzo sollevò lo sguardo ed incontrò la sua figura.
-Sei in ritardo!- lo aggredì Hermione, avanzando verso di lui e dandogli una debole sberla sul braccio. -Certo, dovevo aspettarmelo da uno come te... che c'è?!- si interruppe a metà della frase, notando lo strano silenzio in cui Cormac era assorto ed il suo modo di guardarla.
Lui parve riprendersi. -Sei incantevole, stasera- gli uscì poi dalle labbra, quando la studiò una seconda volta da testa a piedi. -Andiamo?- le offrì elegantemente un braccio. Hermione rimase interdetta e non riuscì a ribattere altro, semplicemente posò una mano sul braccio di lui e lo seguì verso la festa.
Il breve tratto di strada che li separava dalla festa, lo percorsero interamente in silenzio. Hermione rivolse a McLaggen varie occhiate, spaesata da quel suo silenzio: Cormac non era di certo uno che rimaneva a corto di parole, al contrario aveva sempre qualcosa di stupido da dire. Tuttavia, la giovane non disse niente e tornò a guardare davanti a sé. Non voleva guastare quell'unico attimo di pace, con tutta probabilità il ragazzo avrebbe iniziato a parlare incessantemente non appena arrivati alla festa, e lei avrebbe dovuto almeno far finta di ascoltarlo.
Arrivati alla festa, li accolse un chicchiericcio assordante, proveniente dalle persone che Lumacorno si era preoccupato di invitare e dai relativi accompagnatori. In lontananza, Hermione potè scorgere Neville, vestito nella divisa dei camerieri. Per un attimo, le sembrò che stesse guardando nella sua direzione, così fece per alzare una mano in segno di saluto; Neville, però, indugiò su di lei ancora qualche secondo, dopodichè si voltò dall'altra parte senza l'ombra di un saluto. Hermione, per la seconda volta nella serata, rimase interdetta. Forse non stava guardando lei, anzi, magari non l'aveva nemmeno vista... Cormac la sospinse in avanti, posando una mano sulla sua schiena e guidandola all'interno della stanza. Hermione si guardò attorno, sentendosi a disagio nel suo vestito color smeraldo, e cercando con lo sguardo Harry. Non lo vide da nessuna parte: dove si era cacciato? Detestava l'idea di passare tutta la sera in compagnia di McLaggen.
-Signorina Granger, che piacere vederti!- la voce allegra di Lumacorno la portò alla realtà, in mezzo alla stanza con McLaggen al proprio fianco, ancora stranamente taciturno. Hermione spostò velocemente lo sguardo sul professore, ricambiando il sorriso in modo più o meno caloroso - o almeno ci provò. -Mi sembrava che mancasse ancora qualcuno- proruppe in una fragorosa risata, rubando da un vassoio un flûte pieno fino all'orlo di un liquido ambrato. Ne porse gentilmente uno a Hermione e un secondo al suo accompagnatore. -Bene, divertitevi, mi raccomando- fece ad entrambi l'occhiolino e scivolò via, andando a chicchierare con qualche altro invitato.
Per la prima volta da quando erano entrati nella stanza, Hermione si rivolse verso il ragazzo, anche se palesemente controvoglia. Proprio quando si voltò verso di lui, lo beccò che stava versando senza pudore tutto il contenuto del proprio bicchiere in un vaso accanto a lui. La ragazza spalancò gli occhi, scattando in avanti e posando immediatamente una mano sulla sua, per impedirgli così di completare l'opera. -Ma cosa stai facendo?!- esclamò indignata, rubandogli il bicchiere di mano e posandolo su un tavolo lì accanto.
Cormac abbassò lo sguardo sulla mano di lei, ancora posata sulla propria. -Non era granchè- ribatté senza staccare gli occhi dalla mano della ragazza, come se ne fosse quasi incantato.
-Beh, questo non ti autorizza di certo a buttarlo in un vaso!- scattò subito lei, notando il suo sguardo e ritraendo rapidamente la mano. -Questo è un gesto degno di...- si bloccò a metà frase, le labbra le tremarono per una frazione di secondo e i suoi occhi bruni si alzarono immediatamente per cercare quelli di McLaggen. Un pensiero sciocco le era balzato in mente, talmente bizzarro ed impossibile che lo scacciò quasi subito dalla testa, sentendosi stupida. Non era proprio possibile. Iniziò a sentirsi a disagio, stando davanti a quel clone di Cormac McLaggen così, quando individuò Luna dall'altra parte della stanza, colse l'opportunità di allontanarsi, esclamando: -Oh, c'è Luna! Vado a salutarla!- proruppe in una finta risata e si affrettò a correre via, con il cuore che le batteva forte nelle orecchie. Perchè si sentiva così? Credeva di essersi ormai abituata alla presenza di Cormac... Sventolò una mano, cercando di attirare l'attenzione della ragazza dai lunghi capelli biondi; quest'ultima si voltò verso di lei, sorridendole ampiamente come sempre. -Hermione, sei arrivata- constatò dolcemente, quando lei l'aveva finalmente raggiunta.
-Già, a quanto pare Cormac è un ritardatario cronico- cercò di ridere, anche se uno strano sapore amaro le aveva invaso la bocca. -Ma alla fine è arrivato. Adesso sono riuscita a sfuggire dalle sue grinfie- in realtà, nom aveva avuto molti problemi con McLaggen, anzi, veramente non ne aveva avuti affatto per il momento. Si guardò attorno. -Dov'è Harry?- chiese all'amica, scrutando le persone che affollavano la stanza.
Luna scosse il capo. -L'ha trascinato via il professor Lumacorno- le fece sapere, sistemando il tessuto scintillante dell'abito che indossava. Ancora una volta, Luna Lovegood era riuscita a sorprendere tutti, indossando quell'abitino tempestato di paillettes, che non la faceva di certo passare inosservata. Hermione notò che alcune ragazze le lanciavano occhiate di sfuggita, scambiandosi sussurri e risatine maligne. La ragazza avrebbe voluto farle tacere una volta per tutte, quelle stupide ochette, ma prima che potesse fare qualcosa di avventato e stupido, un ragazzo vestito di bianco le raggiunse. Hermione posò lo sguardo su Neville Paciock, sorpresa. -Neville!- esclamò, sbattendo le palpebre e guardandolo. Lui salutò le ragazze, offrendo loro il vassoio su cui vi erano posate delle tartine. -Oh, per me no, grazie- le guardò diffidente e, non sapendo a cosa andasse incontro mangiandone una, preferì saggiamente lasciar perdere.
-Neville, sei stato invitato anche tu alla festa?- sorrise dolcemente Luna, spalancando i grandi occhi azzurri. Quando lui le porse il vassoio, la ragazza prese educatamente una delle tartine posate sopra, ma non accennò ad assaggiarla.
Neville ricambiò il sorriso, imbarazzato. -Veramente... sono un cameriere- le guance gli si imporporarono leggermente dopo quella confessione, e tirò leggermente il papillon della divisa come se stesse soffocando. I suoi occhi si puntarono nuovamente su Hermione, che lo stava guardando incuriosita - ancora nom riusciva a capire perchè in precedenza non l'avesse salutata. Neville, però, nom accennò in alcun modo a quell' episodio, probabilmente stava semplicemente guardando qualcun altro, qualcuno che era accanto a lei... -Ho sentito dire che sei venuta con Cormac McLaggen- il suo sorriso, per qualche secondo, vacillò.
La Granger si strinse nelle spalle. -Non mi è venuto in mente nessun altro, Ron era troppo occupato con Lavanda- le sue labbra si distesero in una smorfia. -E poi Cormac è stato talmente insistente... in realtà, stasera è parecchio strano. Di solito parla a vanvera del Quidditch e di quanto sia bravo nel praticarlo, ma è da quando ci siamo incontrati che non spiccica parola- confidò ai suoi amici, con un'espressione pensierosa in volto. Non si accorse che Neville stava quasi per far cadere il vassoio, recuperandolo in tempo di record; era troppo immersa nei propri pensieri per potersi accorgere dell'espressione sul volto del ragazzo. -A pensarci bene, dovrei andarlo a cercare...- sospirò alla fine, sconfitta. -Scusate, ragazzi- e, detto questo, si allontanò velocemente nella folla, alla ricerca del suo accompagnatore.
Lo cercò dove lo aveva lasciato - anche se, con tutta quella gente, era un po' difficile ricordarsi dove fosse il punto esatto. Così, Hermione si ritrovò a percorrere in lungo ed in largo tutta la stanza, guardandosi attorno finchè i suoi occhi non avvistarono la chioma ormai familiare di Cormac. Era fuori, nella semioscurità del piccolo balcone di cui la stanza godeva. La ragazza rimase immobile per un lungo attimo, indecisa se raggiungerlo o no: da una parte, le dispiaceva sinceramente di averlo lasciato nel bel mezzo della festa, con una mediocre scusa; dall'altra, invece, sapeva di non reggere i suoi pesanti discorsi su quanto fosse bravo a giocare a Quidditch. Ma questa sera non ha accennato ad aprir bocca, le ricordò la voce dentro la sua testa, con un tono fastidiosamente petulante. In fin dei conti, Hermione voleva andare a fondo della questione: era troppo strano che Cormac McLaggen passasse tutta la serata in silenzio. Che cosa c'era dietro?
Senza pensarci due volte, Hermione raggiunse il piccolo balconcino e si mise al fianco del ragazzo. Rimase a guardare la vista mozzafiato che si poteva avere di Hogwarts e di tutto ciò che circondava la scuola, dopodiché si voltò verso il ragazzo, che sembrava già intento a guardarla da numerosi minuti. -Perchè così silenzioso, stasera?- gli restituì lo sguardo con occhi distaccati, ma usò un tono di voce abbastanza leggero.
Cormac produsse una lieve risata, che non era da lui: era una risata melliflua, tranquilla e che non aveva nulla di viscido. Hermione Granger provò una sensazione strana, come se si trovasse davanti a tutt'altra persona; lo stette a guardare per innumerevole tempo, mentre lui spostava lo sguardo verso il buio che ormai li circondava. -Niente, stavo solo pensando...- altra affermazione del tutto rara per McLaggen, e la ragazza si convinse definitivamente che c'era qualcosa di strano e diverso in lui. Raramente Cormac McLaggen pensava.
-Pensando... a cosa?- non seppe perchè, ma all'improvviso aveva la bocca riarsa e il cuore che le batteva mille volte più velocemente. Cormac si voltò verso di lei, un sorriso enigmatico che gli danzava sulle labbra, mentre si chinava nella sua direzione; prima che potesse avere il tempo di ritrarsi, posò le labbra si quelle di Hermione. Lei non ebbe neanche il tempo di obiettare, il bacio non durò che qualche attimo, poi il ragazzo si ritrasse e la Granger poté notare una cosa che la lasciò senza fiato.
I capelli di Cormac McLaggen si stavano lentamente tingendo di una tonalità di biondo che ben conosceva.
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Perchè sei diversa questa sera? ||IN REVISIONE||
Fiksi Penggemar"Alla fine non importa con chi combatti, ma per chi combatti" [Estratto del 14° capitolo] "Lui passò il polpastrello del pollice sulle labbra di Hermione, studiandole con estrema attenzione e facendo quello che aveva tutta l'aria di essere un mezzo...