Capitolo 4- Rosso Fuoco e Bianco Ghiaccio

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Mi diedi uno sguardo attorno dopo aver varcato la soglia, pochi presenti si voltarono nella nostra direzione in effetti, a quanto pare eravamo gli ultimi a mancare ma non abbiamo fatto troppo tardi. Fortunatamente.

In fondo all'aula notai una figura con delle strane... Sfere? Che strano quirk, erano abbastanza grandi da dare la sensazione di appesantire la sua testa, ed erano proprio in fila su di essa. Vedere quella stessa figura provare ad allungare una mano verso una ragazza voltata di spalle mentre sul suo volto aleggiava un espressione perversa mi fece comprendere che il peso di quelle non era un problema se tanto, del suo cervello, non ce ne fosse traccia.
La giovane sembrò notare il suo tentativo malato, voltandosi con un espressione più che infastidita, piegando un braccio e facendo uscire da esso un bastone di ferro, sottile ma ben robusto, colpendolo proprio sulla testa.

C'era da dire che se non fosse stato per quelle strane sfere adesso quel ragazzo si sarebbe ritrovato in una situazione ben diversa rispetto ad un bernoccolo.

<Hai scelto l'approccio sbagliato, una ragazza va conquistata prima>

Fui curiosa di sapere chi avesse detto una frase del genere, piuttosto che un rimprovero, voltandomi nella direzione da cui proveniva.

Era seduto al proprio posto con la schiena poggiata alla sedia, anche se per sbaglio, un braccio sulla superficie liscia del banco ed un altro a gesticolare al proprio fianco. Il capo rivolto appena verso di lui mentre fra le ciocche bionde una saetta nera spezzava la loro monocromia. Non che le sue parole fossero errate, era la situazione in cui le aveva utilizzate che lo fece apparire un altro idiota ai miei occhi.

Dal suo comportamento sembrava essere identico al grappolo d'uva, ogni sguardo femminile che incrociava per lui meritava un occhiolino seducente, ricevendo invece un effetto opposto. Io fui una di quelle sventurate quando si accorse che fossi lì, in piedi, ad osservare la scena da un bel po.

<Guarda che non ti sta filando nessuno. Potresti anche smetterla adesso, idiota.>

Qualche banco avanti a lui un ragazzo dai capelli biondo chiaro decise di rimettere al suo posto il suo compagno di classe, o forse era meglio dire il nostro... Puntava gli occhi rosso rubino in un punto vuoto accanto a sé, lo sguardo furibondo e le braccia allacciate al petto.
Non sapevo se dargli ragione oppure no, insomma c'era anche modo e modo per rivolgersi a qualcuno.. ma forse erano già conoscenti.

Notai accanto a lui un banco vuoto, così sospirai e feci qualche passo per poi mettermi seduta. Il respiro era per armarmi di molta pazienza, non per calmare una qualche agitazione, insomma fra tutta la classe avevo occhiato tre elementi ed ognuno di questi era più che irritante.

<Quante volte devo ripetertelo...mi chiamo Ka-mi-na-ri!>

Da una parte il ragazzo qualche banco alle mie spalle mi sembrava rassegnato, dall'altra non aveva ancora rinunciato ad insegnare il proprio cognome al burbero di fianco a me. A quanto pare credeva che afferrare un quaderno e scagliarlo nella sua direzione avrebbe migliorato la sua memoria, se solo non fosse così idiota da non sapere che un quaderno, se lanciato, di sicuro si sarebbe aperto non andando molto lontano.

Infatti sbatté proprio dietro le mie spalle, facendomi tirare un sospiro profondo, mentalmente iniziai a contare.

<Non sai neanche prendere la mira, idiota!>

Fra grasse risate il ragazzo dagli occhi rubino tornò ai suoi pensieri, brontolando ancora qualcosa riguardo a quanto fosse stupido quel Kaminari, dall'altra parte lui continuava a chiedere scusa più e più volte, avvicinandosi al mio banco. Alle mie spalle poi sentii una mano posarsi fra esse, inizialmente l'istinto di dare un gancio sinistro ben assestato fece per prevalere, ma poi una voce gentile placò ogni cosa.

Bad Liar ||Todoroki xOC|| IN REVISIONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora