𝕾𝖊𝖑𝖋-𝖍𝖆𝖗𝖒 [ᴍɪɴ ʏᴏᴏɴɢɪ]

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「♪ʏᴏᴜ ᴋɴᴏᴡ ᴛʜᴀᴛ ɪ ᴄᴀɴ’ᴛ
ꜱʜᴏᴡ ʏᴏᴜ ᴍᴇ
ɢɪᴠᴇ ʏᴏᴜ ᴍᴇ
ɪ ᴄᴀɴ’ᴛ ꜱʜᴏᴡ ʏᴏᴜ ᴀ ʀᴜɪɴᴇᴅ ᴘᴀʀᴛ ᴏꜰ ᴍʏꜱᴇʟꜰ
ᴏɴᴄᴇ ᴀɢᴀɪɴ ɪ ᴘᴜᴛ ᴀ ᴍᴀꜱᴋ ᴏɴ ᴀɴᴅ ɢᴏ ᴛᴏ ꜱᴇᴇ ʏᴏᴜ
ʙᴜᴛ ɪ ꜱᴛɪʟʟ ᴡᴀɴᴛ ʏᴏᴜ♪」

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Y/N's POV

Cammino percorrendo la strada di casa a testa bassa, cercando di non avere alcun contatto visivo, come ogni giorno quando torno da quell'inferno chiamato scuola. Le offese verso di me stavolta sono state più pesanti, talmente tanto da non guardarmi più allo specchio e per di più oggi mi hanno rinchiusa nel bagno lanciandomi addosso qualsiasi tipo di spazzatura ridendo a squarcia gola. Quelle parole e quelle risate rimbombano nella mia testa sempre più forti: "Balena", "Vacca", "Palla di riso", "Ci credo che nessun ragazzo ti vuole, sei larga 3 metri haha", "Tua madre doveva abortire uno schifo come te haha"...

Sono un errore e per quelle come me non c'è posto in questo mondo.
Comincio a pensare che farmi del male potrebbe essere la soluzione migliore, perché sono solo una palla di lardo. Non mi farò vedere in giro e nemmeno sentire. Tanto chi vuole vedere una come me? Vomiterebbe a prima vista, persino io.

Appena tornata a casa mi dirigo subito in camera mia, lanciando lo zaino in un angolo casuale della stanza. Dopodiché vado verso il bagno, davanti al rubinetto. Alzo la testa, guardandomi con non so quale coraggio allo specchio. Occhiaie e borse sono presenti sotto i miei occhi, i capelli in disordine, il viso pallido e le labbra viola.

Oggi salterò il pranzo, non ho voglia di mangiare. Abbasso lo sguardo verso il polso, misurandolo con il medio e il pollice. Troppo largo. Le cosce troppo enormi. Il numero sulla bilancia troppo alto. I fianchi troppo estesi. La pancia troppo cresciuta. Le braccia troppo grandi. La pelle troppo penzolante. Ogni centimetro del mio corpo è orrore per i miei occhi. Sento il bisogno di tagliare ogni mio eccesso, voglio sparire.

Con le cuffiette nelle orecchie mi avvicino allo zaino prendendo il temperino e svitandolo. Osservo l'oggetto affilato che ho in mano senza alcuna espressione in volto. Mi chiudo a chiave nel bagno sedendomi a terra con le spalle al muro. Le ultime gocce scendono dal rubinetto e le lacrime scorrono da sole.

Mi alzo le maniche, immaginando le mie braccia come un foglio di carta. Poggio la lama sopra e inizio lentamente a "disegnare". All'inizio fa male, molto. Brucia da morire, ma dopo un po non sento più il dolore, ma solo il dovere di continuare, percorrendo anche le gambe. Non sento più nulla, non mi accorgo nemmeno che il mio telefono sta squillando, ma non mi importa.
Non voglio sentire nessuno.

Yoongi's POV

Ma perché non risponde? Y/N non ha mai saltato una mia telefonata, siamo migliori amici da quando eravamo bambini e la chiamo ogni giorno dopo scuola per sapere com'è andata e come sta. Dovrebbe essere uscita da un bel pezzo.

Sono preoccupato perché so cosa passa. È una ragazza con l'autostima sotto zero e la massima insicurezza e non vorrei fosse successo qualcosa, anche perché so che a scuola la prendono in giro. Forse dovrei andare da lei, non riesco a stare tranquillo altrimenti. Tengo troppo a lei.

Non perdo tempo che subito mi precipito da lei. Busso, ma non arriva nessuna risposta, fortuna che ho una copia delle sue chiavi.
Entro.

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