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Nelle settimane successive, Felix continuava ricevere chiamate da parte di Chan, che se fino a qualche giorno prima l'avrebbe reso la persona più felice dell'universo, ora ad ogni chiamata ignorata si sentiva sempre più triste.

L'unico a sapere la storia era Minho che dopo aver saputo cos'era successo corse da Chan su tutte le furie. Non rivelò mai a Felix cosa successe quando si incontrarono dopo quel giorno, e alla fine non provò nemmeno ad insistere.

Era da giorni che scorrendo la home del suo telefono non trovava più foto pubblicate di Chan, in compenso gli arrivavano messaggi da parte sua al quale non rispondeva mai.

Ogni mattina riceveva il suo buongiorno, ogni sera un "dormi bene". E ogni giorno un "mi dispiace tanto". Iniziava a pensare che forse era stato un malinteso, il suo cuore continuava a battere per lui, non poteva farci niente. Ma di incontrarlo proprio non se la sentiva.

Dopo svariati giorni passati in casa si fece convincere da Minho per uscire un po' assieme. Passeggiarono a lungo cercando di pensare un po' ad altro che non sia Chan, il dolore lo nascondeva davvero bene, sorridendo e chiacchierando. Visto da fuori poteva sembrare non essere mai successo nulla.

A fine giornata Felix si incamminò verso casa finalmente da solo, dopo aver convinto Minho a fidarsi e lasciarlo tornare da solo, giurando di star bene.

Dopo mezz'ora arrivò finalmente davanti casa dove un lampione stava illuminando la strada buia. Mise le mani in tasca e gli si gelò il sangue, non aveva le chiavi.

Agitandosi iniziò a cercarle in ogni tasca possibile infine puntò alle finestre, sperando di averne lasciata almeno una accidentalmente aperta.

"Felix..." si girò di scatto e si trovò davanti l'ultima persona che avrebbe voluto incontrare, Chan.

"Mancavi solo tu ora" disse come se ne avesse già abbastanza.

"Perché ignori i miei messaggi?"

"Quali messaggi?" disse Felix fingendo di non capire.

Chan piegò la testa di lato in segno di rassegnazione.

"Non ha più importanza, ora sono qui.

Felix cercò di farsi venire un'idea per uscire da quella situazione.

"Scusa ma ho molto sonno, devo andare" disse sviando l'argomento.

Chan si mise a braccia conserte a con sguardo sicuro disse "bene, allora entra" lo provocò.

"Sei proprio uno stronzo" rispose Felix sapendo che fosse a conoscenza di essersi scordato le chiavi.

Chan si diresse verso la sua auto e gli fece cenno di seguirlo.

Felix mise il broncio.

"Non vorrai mica fare i capricci come i bambini?" lo provocò.

"Questo per te è fare i capricci? Sei stato uno stronzo, mi hai scambiato per un giocattolo?" disse arrabbiato.

Chan sospirò e si arrese alle parole del più piccolo.

"Ascolta Felix, tu mi piaci" questa volta il suo tono era sicuro "che cosa devo fare per fartelo capire?".

Rimase senza parole e il suo cuore si fermò per un attimo.

"Vuoi davvero continuare questo gioco?".

Felix non rispose, si limitò a salire in macchina rimanendo in silenzio. Chan sorrise in silenzio.

Si fermarono nel vialetto ma a differenza dell'ultima volta rimasero fermi al proprio sedile.

Ogni volta che Chan provava a dire qualcosa si bloccava e alla fine finivano per rimanere in silenzio.

Chan mise la mano sulla gamba di Felix ed iniziò ad accarezzarlo lentamente. Una strana e preoccupante sensazione partì dal basso ventre di Felix, gli tolse la mano immediatamente.

Chan sorrise "Ti faccio ancora questo effetto? Mi fa piacere vederlo".

Felix arrossì violentemente ma fortunatamente al buio non si notava "Ti prego smettila..." disse con un filo di voce.

Chan si tolse la cintura e staccò anche quella del più piccolo poi mise una mano sotto il suo mento e lo fece voltare in modo da guardarlo negli occhi.

Nella penombra riusciva a vedere il ragazzo davanti a se con un espressione che diceva tutto e niente. Ma ciò che sarebbe successo da adesso in poi dipendeva interamente da lui, consapevole che Felix, nelle sue mani, avrebbe ceduto a qualsiasi cosa.

Si avvicinò lentamente al suo viso, sfiorando leggermente le labbra che imploravano le sue.

Chan portò l'altra mano dietro la sua nuca e finalmente lo guidò in un bacio che Felix non aveva mai provato. Non aveva alcuna esperienza e in quel momento si lasciò guidare dal più grande in quella strana e piacevole sensazione. Il suo cuore ora batteva ancora più forte e le sue mani, appoggiate al petto di Chan, tremavano.

Il silenzio regnava e l'unico suono che si sentiva era quello nel loro respiro soffocato fra loro. Quel silenzio meraviglioso fu interrotto dal cellulare di Felix che iniziò a squillare.

Smisero di baciarsi e Felix, ancora fra le mani di Chan, estrasse il telefono dalla tasca.

Entrambi guardarono lo schermo luminoso del cellulare.

chiamata in arrivo da Minho

Chan prese il telefono dalle sue mani, lo spense e a bassa voce disse "Ora sei con me".

A Felix mancò il respiro qualche secondo prima che ricominciassero a baciarsi.

"Aspetta..." disse Felix.

"Che c'è?" rispose Chan interrompendosi a metà.

Felix abbassò lo sguardo e si fece coraggio "e se entrassimo in casa?".

Chan fece un sorrisetto malizioso al più piccolo, prima di scendere dalla macchina ed entrare in casa.

Chan si diresse in salotto seguito da Felix e si sedette sul divano, facendogli cenno di raggiungerlo.

Un po' esitante lo raggiunse, una volta seduto accanto a lui, Chan lo alzò e lo mise a cavalcioni su di lui, e ricominciò a baciarlo insaziabilmente. Mentre una mano lo teneva stretto al collo e l'altra al fianco.

Senza alcuna fatica sfilo la felpa e la maglietta del più piccolo mentre lui gli slacciava i bottoni della camicia.

Felix passò le mani sul fisico scolpito di Chan che rise leggermente.

Chan iniziò a baciare e lasciare segni violacei sulla pelle lattea del più piccolo provocando dei leggeri gemiti da parte sua "così gli altri sapranno che sei mio" sussurrò fra un bacio e l'altro.

Chan prese in braccio Felix e lo porto in camera da letto dove lo fece stendere e si mise sopra di lui, mentre tenendolo fermo per i polsi continuava a baciargli il collo e a scendere sempre più giù facendolo dimenare.

Lasciò andare i polsi di Felix, godeva della sua bocca mentre ormai si sentiva al limite.

Si fermò e dopo avergli dato un veloce bacio a stampo bisbigliò "lascia fare a me".

Dolore e piacere, dopo alcuni secondi non riusciva più a distinguerli. Avrebbe solo voluto farlo molto tempo prima.

I'm Just A Boy.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora