Parole eterne

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Stralci dal diario di Elio Perlman

Mi sono svegliato stamattina e ho aperto la finestra. Il verde sfolgorante delle fronde degli alberi mi ha commosso profondamente.

Ho suonato il pianoforte. Sotto le palpebre avevo ancora quel verde così vivido e il colore della pelle di Oliver. Sia le fronde che il suo corpo erano bagnati dal sole. Quando ho finito di suonare le persone nella stanza piangevano.

Noia, noia, noia. Leggo, suono, dormo. Un'estate esattamente uguale a quella precedente. Con solo il distacco e la freddezza di Oliver come differenza.

Oggi sono andato con lui a P.

Per tre giorni non ho scritto nulla. Dopo un giorno passato nella più completa estasi, Oliver ha deciso di non parlarmi più e ne sono trascorsi altri due nella più buia disperazione.

Vorrei fondermi con lui, bere dalla sua bocca, nutrirmi solo del sale della sua pelle.

Chiedo davvero troppo? Uno sguardo. Uno soltanto. Pretendo qualcosa di impossibile?

Un bacio al sapore della collina di Monet.

Con lui è un'estasi perpetua fino a salire su e sempre più su, in un amplesso mistico, potente e rivelatorio. Parole, tante parole che arrivano dalla mia gola alla sua, le nostre due bocche che non si distaccano mai molto e io che giungo sempre più in alto. Con gli occhi rovesciati, l'affanno, il mio o il suo nome sulle labbra. Poi un'esplosione in cui credo di comprendere tutto ciò che non ho mai capito, io e lui che diventiamo la stessa persona. Finalmente, vivo.

Ha lasciato un libro aperto sul suo letto, un pacchetto di sigarette inutilizzato a tenere il segno. Ho letto la pagina, assaporando ogni parola, perchè sapevo che anche lui l'aveva letta. E chissà cosa aveva pensato? Ho creduto di poter immaginare i suoi pensieri: questa parte gli sarà piaciuta sicuramente, quella l'avrà giudicata troppo pretenziosa. Tutto, tutto, voglio tutto da lui. Anche i suoi pensieri.

È meglio parlare o morire? Morirò comunque, tra un mese lui non sarà più qui.

Questa mattina le nuvole sembravano della consistenza della sua pelle, levigate come quando le sue dita mi sfioravano. Al tramonto erano di un colore caldo, come calda è anche la sua bocca che morde, bacia e mi parla con una sincerità totalizzante.

Oggi eri così bello, steso sull'erba, sotto al sole cocente, che per un attimo ho pensato di alzarmi e di venire a baciarti sebbene fossimo circondati da altre persone. Poi, dopo il gesto estremo e disperato, sarei fuggito fino alla spiaggia e da lì in mare aperto fino a che non avessi raggiunto una terra ignota. Ed ogni notte, come Leandro giunge dalla sua amata Ero attraversando il mare, io sarei tornato e tu saresti stato sulla veranda, dove ci eravamo trovati a mezzanotte, ad aspettarmi con la tua torcia. Io avrei cercato di non smarrirmi nei flutti scuri del mare. Poi però tutto si è dissolto in un battito di ciglia ed io ho rivolto lo sguardo lontano da te.

Mi sono risvegliato con lui accanto, il letto sfatto, le lenzuola aggrovigliate, la notte in procinto di cedere il posto al giorno. Nel dormiveglia ho sperato potessimo rimanere lì per sempre, il letto come un'isola da cui potessimo distaccarci da ogni altro essere umano, da ogni distrazione o bisogno e consumare perpetuamente il nostro amore.

Se Ti Fermi Mi Uccidi (Elio E Oliver)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora