CAPITOLO UNDICI

263 28 0
                                    

Passammo la notte abbracciati, sfruttando entrambi la scusa che faceva freddo. Verso le 7.00 mi svegliai, tecnicamente, perché non mi ero mai addormentato, ma mi sembrava di essere in un sogno. La guardai dormire e mi sentii il ragazzo più felice al mondo. Non avrei mai scordato quella serata, come non avrei mai scordato Azzurra.

Stava ancora dormendo così, le diedi un bacio sulla guancia e uscii silenziosamente.

Alle 10.00 eravamo tutti al centro della piana, pronti per ritornare alla nostra amata scuola. Mentre scendevamo dalla montagna io, mi guardavo indietro, e vedevo tutto ciò che avevo vissuto in questo weekend. Non lo avrei scordato facilmente, come non si scordano le cose importanti.

L’autista percorreva i tortuosi tornanti a scendere dalla montagna ed io, cercai di trovare il coraggio di parlare con Erika. Dovevo dirle tutto il prima possibile. Mi dispiaceva lasciarla, perché le volevo bene, ma era solo questo. Niente di più, e poi, al sol pensiero di Azzurra avrei fatto di tutto pur di avvicinarmi a lei.

Eravamo seduti sui primi due posti dell’autobus. Non volevo tirare il discorso per le lunghe quindi, andai subito al sodo. Se avete un problema, ma, allo stesso tempo, avete anche la soluzione, risolvetelo. Fa male, ma poi passa e ti senti meglio. 

Cercai di guardarla negli occhi, anche se non era facile. “In queste settimane trascorse con te, ho imparato molto, ti vorrò per sempre bene, ma purtroppo non ti amo più. Anzi, fa male dirlo, ma penso di non averti mai amata, ti ho solo sfruttata per sfuggire alla realtà delle cose. Ora che me ne sono accorto, ti chiedo scusa, spero che mi perdonerai” le dissi mentre le parlavo a bassa voce vicino all’orecchio.

“Vattene, lasciami sola” e mi guardò con tutto l’odio del mondo. Così mi spostai in un sedile vuoto, misi le cuffie e cercai di lasciarmi tutto alle spalle. È vero, volevo lasciarmi tutto alle spalle, ma senza dimenticare niente del passato. Per quanto brutto possa essere, dobbiamo portarlo sempre con noi, per essere più forti nel presente e nel futuro.

Il resto del viaggio passò velocemente, anche perché mi addormentai.

Arrivammo alla Recovery stanchi morti ma con nuove esperienze alle spalle. Kevin ed io andammo subito nella nostra stanza, a farci una doccia e poi a dormire.

“Mi sono fidanzato Luke” mi disse mentre si faceva la doccia. “Chi è la sfortunata?” gli domandai ridendo. “Che ridere Luke, comunque si chiama Camilla.”.

“Sono davvero contento per te” le risposi proprio come fanno i veri amici.

“E tu, cos’è successo con Azzurra?” mi domando incuriosito. “Devo ancora capirlo anch’io, quando succederà, te lo racconterò.”.

Dormimmo fino a tardo pomeriggio, quando fummo svegliati dalla suoneria del suo telefono. “È Camilla” disse felicissimo.

Io, non facevo altro che pensare ad Azzurra. Le scrissi un messaggio: “Se è tutto vero quello che è successo stanotte, vorresti uscire con me?”.

Qualche minuto dopo il mio telefono squillò. Era lei. “Okay, peggio per te. “

“Alle 21.00 alla spiaggia?”

“A dopo Luke”

La sera non ci mise molto ad arrivare, ma lei non arrivava, così andai da lei. Bussai alla sua porta e lei uscì. Sembrava diversa, un’altra persona.

“Vieni Luke” e mi portò in un angolo del corridoio, proprio dove l’ avevo vista per la prima volta. “Luke, c’è stato uno sbaglio, io non ti amo, non posso provare a iniziare una storia con te, non ce la faccio, mi dispiace” e ritornò in camera chiudendomi la porta in faccia.

UN FANTASTICO MISTERODove le storie prendono vita. Scoprilo ora