UN FANTASTICO MISTERO

CAPITOLO DIECI

Il giorno dopo, mi alzai digerendo ancora l’alcol della nottata. Di fianco a me, c’era Erika, eravamo entrambi nudi nella mia tenda, il problema è che non ricordo cosa sia successo. Mi sforzai di pensare cosa poteva essere successo, soprattutto se avevamo fatto sesso oppure no.

Purtroppo, però, adesso, non avevo tempo per pensarci perché dovevamo andare all’alpeggio per incontrare e i prof, che ci avrebbero detto cosa avremmo fatto nella giornata di oggi.

Erika, stava ancora dormendo, cosi preferii non svegliarla, mi vestii e andai all’alpeggio. Aperta la porta, i miei amici m'invitarono a sedersi con loro. “Com’è andata con Erika?” mi chiesero a bassa voce. “Bene ma non ricordo nulla, so solo che mi sono svegliato nudo accanto a lei” risposi velocemente. “ Luke, ma avete fatto sesso?” domandò Kevin. “Non ricordo proprio niente, te l’ho detto. “

“Non la ami più vero?”

“Non so. “

“Okay, non la ami più. Puoi anche essere il più ubriaco sulla terra ma una notte con la ragazza che ami non la dimentichi. No, impossibile. “

“Forse hai ragione. “

Mentre parlavamo fra noi, i prof ci dissero che nel pomeriggio saremmo andati a visitare una grotta davvero particolare ma non ci rivelarono nient’altro.

Appena i prof smisero di parlare e noi finimmo di fare colazione, ritornai alla mia tenda per recuperare le ore di sonno perché riuscivo a malapena a tenere gli occhi socchiusi. Aprii la cerniera della tenda e vidi che Erika se n’era andata. Mi sdraiai e presi sonno.

Mi svegliai abbastanza riposato verso le 13.00. Gli altri alunni erano già pronti per partire così, mangiai un panino e li raggiunsi.

Quando tutti furono finalmente pronti, i prof si voltarono e iniziarono a camminare. Avevo davvero moltissimi pensieri nella testa. Amavo ancora Erika? E Azzurra, cosa le stava succedendo?

Avevo davvero tante domande e troppe poche risposte. Non avevo molta voglia di parlare e di scherzare, per cui mi misi le cuffie e ascoltai la musica durante tutto il tragitto. Io, sono fatto così. Quando ci sono dei problemi, non riesco proprio ad ignorarli, devo risolverli il prima possibile.

Dalla piana, seguimmo una strada che costeggiava lateralmente la montagna che ci avrebbe portato sul lato “buio” del monte Fumaiolo. Già, dove ci siamo stabiliti noi, è la zona più bella e soleggiata del monte, l’ altra zona dicono sia nebbiosa, fredda e buia. Il monte Fumaiolo era un po’ come Azzurra. Aveva il suo lato bello, sorridente, socievole che attrae i ragazzi con un solo sguardo e poi, poi c’è l’altro suo lato. Quello scuro, misterioso, odioso, crudele che ti lascia senza parole anche quando le parole le hai.

Dopo un’ora che camminavamo incessantemente, arrivammo al luogo della visita. Un grosso buco si apriva sulla parete rocciosa, doveva essere sicuramente una grotta. Prima di metterci piede, mi voltai per vedere dov’erano gli altri e vidi sia Azzurra che Erika. Avevano tutte due lo sguardo assente, tipico di un adolescente. Non potevo sapere a cosa pensavano, io, sicuramente, pensavo a loro. Ma non proprio a loro, forse a quello che avevano creato loro, a come mi sentivo a causa loro.

Tolsi le cuffie e mi addentrai nella grotta. Era davvero molto buio tanto che i prof accesero delle torce per indicarci la strada. Quel buio soffuso dalle luci delle torce mi fece ritornare in mente la serata della Recovery, la campanella, la scomparsa di Azzurra, il caos. I fantasmi del passato alla fine, vengono sempre a galla, è inevitabile. Sta a noi se lasciarli respirare oppure farli affogare insieme al tempo passato. Ed io non sapevo proprio cosa fare.

Man mano che ci addentravamo nella caverna faceva sempre più freddo ed era sempre più buio ma, nonostante tutto, c’era un’ aria amichevole. Arrivati in fondo alla grotta, una grossa statua si alzava dinanzi ai nostri piedi.