Capitolo 11 Le pene di Mr. Hatrow

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Mr. Hatrow fu del tutto incapace di darsi pace, quella sera e i giorni seguente.
Non riusciva ancora a capacitarsi della conversazione che aveva avuto con Rose.
Non si sarebbe aspettato, nella sua rabbia per l'orgoglio ferito del giovane Mr. Mulligan, che lui aveva conosciuto poco più che bambino e che aveva promesso a sua cognata di difendere dalle insidie della società, una sua provocazione così sfrontata.
Eppure non aveva potuto che esserne sorpreso, e allo stesso tempo affascinato.
Anche se per le ragioni sbagliate, non aveva potuto che apprezzare la fierezza, uguale e contraria alla sua, con la quale aveva a spada tratta difeso sua cugina.
E poi, con la nonchalance che aveva imparato le fosse propria, era riuscita a gelarlo così su due piedi.
Certo, durante tutta la loro conoscenza, lo aveva sperato, più e più volte, ma finché non erano partiti alla volta di Oxford non ne era potuto esserne sicuro: che Miss Griffiths, con la sua intelligenza e lo spirito acuto potesse provare affetto nei suoi confronti!
Durante tutti i suoi anni in società non aveva mai trovato alcuno, uomo o donna che fosse, che intrattenesse una conversazione interessante quanto la sua, e, seppure i loro interessi fossero talvolta diversi e complementari, avrebbe passato ore a discutere con lei del mondo e delle sue meraviglie.
E lui, come un ragazzino inesperto, era rimasto lì a boccheggiare dopo la sua dichiarazione, troppo sconvolto per risponderle nulla, facendole credere che il suo fosse un rifiuto.
Lungi era, in cuor suo, dal volerla mai rifiutare!
Anche se questo non toglieva che, seppure con un colpo di scena che neanche il migliore dei drammaturgi si sarebbe potuto aspettare, lei e la sua famiglia avevano mal trattato il giovane Michael.
Mai, infatti, il giovane avrebbe potuto l'essere rifiutato, non di meno per un uomo di una caratura di gran lunga inferiore alla sua!
Era per la vergogna, o almeno così immaginava, che il giovane aveva lasciato Londra alla volta di una delle tante proprietà di famiglia, per nascondersi e leccarsi le ferite.
E poi sua madre tacciava lui di essere drammatico.

Tanto era perso nelle sue speculazioni e nel suo tormento, che sentì appena il maggiordomo annunciare suo fratello e sua cognata nella stanza, seppure non aspettasse alcuna visita.
I Mr. Hatrow, l'unico vero erede del titolo, dopo che suo padre era venuto a mancare, e Mrs. Elizabeth Hatrow, di fronte a lui, gli sembravano alti e imponenti come un tempo gli erano parsi i suoi genitori.
Suo fratello, seppure più basso e corpulento di lui, era di più di qualche anno più anziano, e ciò gli conferiva una certa area di autorità.
Sua moglie, che al contrario aveva pressappoco la sua età, non era mai stata quella che si sarebbe definita tradizionalmente una bellezza, niente a che vedere con suo fratello minore, ma era tanto assertiva, e con gli occhi verdi tanto acuti da riuscire anche lei, nonostante il loro rapporto totalmente paritario, un certo timore nel suo interlocutore.
Entrambi guardavano con un certo sconcerto il suo volto.
Doveva avergli fatti preoccupare, non rientrando, come aveva fatto, al palco dopo la pausa, e non facendo sentire per nulla nei giorni successivi.
Ma il marasma che aveva in testa non gli permetteva neanche di pensarvi.
Elizabeth non perse tempo a dar indicazioni perché il tè fosse servito, mentre suo fratello lo guardava perplesso.
- William, per l'amor di Dio, cosa ti è successo? Non penso di averti mai visto così turbato! -
William scosse la testa, prima di prendersela fra le mani.
- Temo che la famiglia Duvette continui a darmi grattacapi, Edmund... -
- Miss Griffiths, vorrai dire – lo interruppe Elizabeth, un sorriso sornione sulle labbra – Mrs. Keller, quando le ho domandato se ti avesse visto, mi ha detto che Mrs. Tomlinson ti ha visto entrare in un palco con lei – aggiunse poi, allo sguardo interrogativo di suo marito.
- Talvolta sono genuinamente sorpreso dalla tua capacità investigativa, cara -
- Noi signore non possiamo mica giocare al duello come voi uomini, caro, abbiamo bisogno di armi ben più raffinate! – rispose lei, mentre il tè veniva servito sul tavolino davanti a loro.
Marito e moglie si scambiarono una sguardo divertito, prima di tornare a concentrarsi su William.
In un altro momento, con animo più sereno, forse l'uomo avrebbe anche avuto tempo per provare invidia verso la complicità evidente della coppia davanti a lui, come era suo solito.
- Sono felice troviate la situazione divertente – sbuffò invece, mentre Edmund gli allungava la sua tazza di tè, già zuccherato.
- Oh, per nulla, caro William! – esclamò Elizabeth, mentre anche suo fratello si affrettava ad intervenire.
- Siamo venuti qui apposta perché tu ci racconti cos'è accaduto. Ti garantiamo la massima serietà. Ora parla –

Se il racconto dei fatti avvenuti durante il balletto usualmente non avrebbe impiegato che meno di quarto d'ora, con le continue interruzioni di Elizabeth, sempre più divertita, e alla quale questa Miss Griffiths sembrava piacere di più ad ogni risposta brusca fornitegli, vi impiegò quasi un'ora.
Al termine di questa, suo fratello, che diversamente dalla moglie fino a quel momento era rimasto in perfetto silenzio, finalmente parlò, prima di scoppiare inelegantemente a ridere.
- Fratello mio, sei una causa persa -
William lo guardò ad occhi spalancati, quasi offeso.
- Prima di tutto, non è certo una sorpresa che la ragazza provasse per te almeno tanto affetto quanto tu ne provi per lei. O almeno, non lo è per tutti, tranne che per te – aggiunse poi Edmund, prendendo un sorso del tè ormai freddo.
- E poi – aggiunse Elizabeth, già facendo cenno ad una delle cameriere di portare una nuova teiera – mi fa piacere tu sia tanto affezionato a Michael da dolerti per il suo cuore. Anche noi lo abbiamo fatto, almeno fino all'altro giorno. Mio fratello, grazie alla spensieratezza dei suoi anni, è già innamorato di un'altra giovane che ha conosciuto nello ...Shire, e ringrazia il cielo che Miss Duvette l'abbia rifiutato, perché con lei mai sarebbe potuto essere felice, dice ora -
In quel momento, William avrebbe volentieri sbattuto la testa contro il muro.
- Innamorato di un'altra giovane, dici. Nessun cuore infranto -
Elizabeth annuì, sporgendosi per prendere dal piattino che suo marito le stava passando un biscotto al burro.
- William, non possiamo prendercela con i due ragazzi. L'amore giovane è volatile, e non è detto che questo sia una cattiva cosa. Non ho dubbi che un matrimonio contratto a poco più che diciott'anni fra caratteri non ancora del tutto formati non sia una scelta delle più saggie. E se non possiamo nutrire risentimento verso i due ragazzi, perché mai tu dovresti provarne nei confronti di Miss Griffiths? -
William annuì alle parole del fratello, prendendo a sua volta un biscotto.
Quel ragionamento proveniente da una bocca esterna suonava di certo più ragionevole di tutti quelli che aveva potuto elaborare lui nel suo cervello in quei giorni.
E poi se non soffriva dei recenti avvenimenti o non se n'era risentito Michael, perché mai avrebbe dovuto farlo lui?
- Forse hai ragione. Sono una causa persa – disse alla fine, mentre Elizabeth gli posava delicatamente una mano sulla spalla.
- Lo sappiamo. Ma hai solo bisogno di due buoni avvocati, qualche volta -
William stava per sorriderle, prima che suo fratello parlasse.
- Cioè noi, Will, siamo i tuoi avvocati delle cause perse, o meglio della causa persa -
Elizabeth sbuffò, fulminandolo con lo sguardo.
- Penso l'avesse capito! – fece, mentre Edmund faceva spallucce.
- Abbiamo appena dimostrato che il ragazzo è un po' lento, mi sembrava necessario specificare -
Elizabeth cercò di non scoppiare a ridere, con scarsi risulti.
William scosse la testa, fingendosi disperato, ma in realtà anche lui trattenendo un sorriso.
- Vi detesto, entrambi, con veemenza –

Ad Hatfield House, intanto, tutta la casa fremeva per i preparativi per la festa di fidanzamento, di lì ad appena qualche giorno.
Era arrivata quella mattina una lettera nella quale i coniugi Duvette annunciavano il fidanzamento di Leslie con Mr. Lewis: un'altra fonte di gioia, per la famiglia, anche se avevano nutrito sin dall'inizio ben pochi rispetto al fatto che suo zio potesse rifiutare di dare la sua benedizione.
Nonostante questo, tutta la famiglia aveva deciso di tenere quel fidanzamento non segreto, ma più in ombra rispetto a quello di Ginevra, sia perché i due non si sarebbe sposati almeno in un prossimo futuro, sia per non rubare alla maggiore delle due sorelle il suo meritato palcoscenico.
In tutto quel via vai di camerieri, sarte e missive da parte di sua zia, che si era trovata a dover gestire da un giorno all'altro non uno, ma ben due fidanzamenti allo stesso tempo, Rose aveva deciso che lei e il suo dispiacere potevano ben rimanere nell'angolo per qualche giorno, almeno finché lo spettacolo non fosse terminato, e aveva deciso di non raccontare, per il momento, nulla a nessuno.
Non voleva di certo rovinare anche un solo minuto di felicità a Ginevra, che se li meritava tutti.
Continuarono così i preparativi, e se Rose fu più silenziosa del solito, quasi nessuno ci fece caso.

Stagione ad Hatfield HouseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora