Il mattino dopo, mentre si preparava per scendere per fare colazione, a Rose sembrava di camminare su una nuvola.
Ancora incredula per il gesto di William: aveva impiegato più tempo del solito, quella sera, per addormentarsi, il cuore che le batteva a rullo di tamburo nel petto.
Gli avrebbe dovuto scrivere un biglietto da far recapitare, per ringraziarlo.
Era tutta presa dal pensiero del suo biglietto e stava per imboccare le scale verso la sala da pranzo, quando delle urla proveniente dal corridoio vicino la fecero deviare, nonostante lo stomaco che brontolava.
- Non capisco cosa tu stia facendo. Amanda, per cortesia, smetti di piegare i cappotti! – stava dicendo sua nonna, il tono alto in maniera allarmante.
La sua voce proveniva dalla camera di Leslie, oltre quella in cui era alloggiata Ginevra, che doveva essere già scesa per colazione, se non era lì con loro.
- Amanda, continua a fare i bagagli per favore! Nonna, io e mamma non abbiamo reputato di scriverti, e avrei voluto dirtelo in una maniera migliore...-
- Tua madre che è andata via non appena noi siamo ripartite, senza neanche salutarci! – le rispose sua nonna, evidentemente indignata.
Anche Rose aggrottò le sopracciglia.
Non era per nulla cortese, o un comportamento usuale di sua zia, andar via senza avvisare nessuno, tanto più lasciando Leslie da sola in quella grande casa con solo Mr. Duvette.
Quando giunse alla camera, le cui porte erano completamente spalancate, la scena che le si presentò davanti le sembrò quasi surreale.
Sua nonna era poco oltre l'uscio, la vestaglia da notte ancora avvolta intorno al corpo e i capelli raccolti nella retina, Amanda, una delle cameriere, che continuava a riempire guardinga uno dei bauli di Leslie, in evidente imbarazzo, e Leslie, già vestita di tutto punto, nel mezzo, che impediva a Mrs. Duvette di fermare la cameriera.
Intorno a loro, nella camera sembrava fosse avvenuta una vera e propria esplosione: i vestiti e gli accessori di Leslie erano sparsi per tutta la stanza, anche sul letto ancora sfatto, e le toiletterie in un angolo, in attesa del loro turno per essere rimpacchettate.
- Nonna, non fare così ti prego. Mamma non poteva perdere troppi giorni di trattamenti. Te ne avrei parlato durante questa mattina! – stava dicendo Leslie, cercando di calmare la nonna.
Forse, pensò Rose, non aveva mai visto la donna così agitata.
Nonostante questo, il fatto che Leslie stesse facendo le valigie senza aver avvisato nessuno, era oggettivamente più che preoccupante.
- Oh bene, non sai che sollievo mi dà – il sarcasmo nella voce di sua nonna aveva appena una punta di veleno, mentre scuoteva la testa – ora siamo qui, è mattina, perché non mi dici cosa accade? O devo essere sempre l'ultima in questa casa a conoscere le cose? -
Leslie sbiancò improvvisamente, distogliendo gli occhi da sua nonna per rivolgerli al pavimento.
- Vedo che hai parlato con il nonno. Io allora devo solo dirti che domattina parto per Bath, per raggiungere mamma e papà. Mr. Lewis è stato così gentile da offrirsi come accompagnatore e nonno ha acconsentito – bisbigliò, in maniera appena udibile.
- Molto bene. Posso permettermi almeno di chiederti il perché di questa partenza così affrettata? Non sarai mica la prima o l'ultima a... -
Sua nonna stava per iniziare un'invettiva, senza alcun dubbio, esattamente con lo stesso tono che usava con la servitù quando combinava qualche pasticcio, ma Leslie la interruppe.
Con molto coraggio, pensò Rose, che forse non sarebbe riuscita a fronteggiare la rabbia di sua nonna con la calma e la dignità che stava mostrando Leslie in quel momento.
- Perché qui non sento di essere più felice, nonna -
Quelle parole furono come una secchiata d'acqua gelata, per Mrs. Duvette, che si immobilizzò, la bocca ancora socchiusa, come se fosse sul punto di dire qualcosa.
Il silenzio si protrasse per alcuni secondi, abbastanza perché i passi di Ginevra, che doveva essersi resa conta che qualcosa stesse accadendo al piano superiore, si facessero rumorosamente sempre più vicini.
La ragazza apparve accanto a Rose di lì a qualche attimo, il viso rosso per la corsa e i capelli vagamente arruffati, ma per il resto in ordine.
- Che succede? – esclamò, nella direzione della cugina più che della nonna e della sorella, che non si erano voltate a guardarla e continuavano a squadrarsi in cagnesco.
Fu a quel punto che Mrs. Duvette si voltò e, con volto impassibile, si rassettò la vestaglia e fece per andarsene, non prima di aver sibilato, fra i denti – Tua sorella è così stanca della nostra compagnia che non può aspettare un giorno in più. Parte domattina –
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Stagione ad Hatfield House
ChickLitHatfield House non prende il nome dai suoi proprietari, ma dal suo costruttore: non di meno, Rose e le sue cugine l'hanno sempre considerata come una seconda casa. Quando si riuniscono lì tutte insieme, per la prima stagione della piccola Leslie, n...