Il mattino dopo, Nicola si ricordò di vestirsi prima di scendere le scale.
Fece colazione con tutta la calma del caso. Non aveva fretta, dopotutto. Fortunatamente si stava avvicinando il weekend, e non vedeva l'ora di staccare facendo pranzo con cibo spazzatura in compagnia degli unici due esseri umani disposti a tollerare le sue figure di merda.
Dopo una trentina di minuti dalla sveglia stava finalmente entrando nel laboratorio, caffèlatte in mano, pronto a buttarsi sulla sedia e inziare ad abbizzare il progetto per Rotella e Ingranaggio. Dovevano ancora capire se valeva la pena costruire due nuovi corpi e trasferirli al loro interno, o se conveniva dividere e completare quello che avevano già. Non era un lavoro semplice, ma avere chiaro quello che avevano per le mani era un buon passo per cominciare.
Si alzò per prendere carta, matita, gomma e squadrette, lamentandosi a mezza voce del disordine da lui stesso causato. Avrebbe dovuto riordinare un po', ora che ci pensava. Ma adesso aveva altro da fare: aveva finalmente trovato la matita.
Peccato che non avesse la punta. Sbuffò, tornando di sopra a cercare un temperino, o per lo meno un coltello.Al suo ritorno, lo sguardo cadde sull'automa seduto in fondo alla stanza, esattamente nello stesso posto del giorno prima. Doveva aver di nuovi passato lì la notte.
"Buongiorno" mormorò a mezza voce, tornando alla scrivania.
"Buongiorno"
"Tella dorme?"
"Già. Ho preso uno dei tuoi libri, se non ti dispiace"
"Fa pure"
Poté sentire un verso d'assenso provenire da Giaggio. Per un attimo Nicola si chiese come poteva tenere aperto il libro e voltare le pagine con una sola mano. Non impossibile, ma decisamente scomodo.
"Che stai leggendo?"
"uh... Ho visto che avevi Harry Potter. Non l'ho mai letto prima"
"Né visto i film, immagino"
"Già..."
Nicola si alzò in piedi per andare a cercare il compasso. Si mise a rovistare nei cassetti del mobile di fianco a Giaggio, che lo seguiva con lo sguardo.
"... Senti, vorrei chiederti una cosa. È personale"
Nicola mugugnò un "sì", senza interrompere la sua ricerca. Chiuse il primo cassetto e aprì il secondo.
"A te piacciono gli uomini, giusto? Ci stavi provando con quello di ieri?"
Nicola si girò verso di lui per un attimo, prima di tornare a concentrarsi sul cassetto.
"Perché ti interessa saperlo?"
"Vorrei... Solo capire meglio come funziona. Come uno realizza che gli piacciono uomini o donne e queste cose qui"
Nicola annuì.
"Ma se non vuoi parlarne, a me va benissimo. Tornerò a leggere"
Giaggio aspettò una risposta per un po'. Ma Nicola era impegnato. Continuò a guardarlo finché non tornò a sedersi alla scrivania. Stava per ricominciare a leggere, quando finalmente Nicola gli rispose.
"Sì. Sono gay, per la precisione. Sai cosa vuol dire, giusto?"
"Sì, ecco, non sei il primo che incontriamo"
"Immagino che questo renda le cose più semplici" sospirò, "Volevi chiedermi qualcos'altro?"
"Be'..." sembrò pensarci per un attimo, iniziando col chiudere un libro.
"Da quanto lo sai?"
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Solo Perché Sei Di Metallo Non Vuol Dire Che Non Sai Ballare
RomanceUna serata di pioggia, un meccanico eremita e un robot vagabondo che ha bisogno di riparazioni. Sembrerebbe l'inizio di una barzelletta, ma altro non è che la premessa di una relazione sentimentale a dir poco curiosa.