Adoro l'odore dell'erba e della terra bagnate, quell'odore pungente che si insinua nelle narici e non lo puoi fermare... E la cosa bella é che lui sale fino al cervello, imperterrito, e rimane lí per talmente tanto tempo che arrivi a pensare che non sentirai mai altro profumo.
Io ne vado pazza...
Oggi ha piovuto per ore e adesso ogni prato della città sarà zuppo e la sola idea mi rempie di gioia.
Arraffo una coperta a quadretti di pile che senza dubbio al ritorno sarà fradicia e un libro. É il Grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald, letto e riletto migliaia di volte, fonte di un miliardo di fantasie su questo misterioso e affascinante personaggio...
Li costringo nel mio zaino ed esco con ancora solo metà giacchetto indossato, e, salutata la mia mamma cara, lascio che i miei piedi zampettino veloci tra le pozzanghere finché non arrivo all'entrata del parco principale, ragionevolmente deserto.
In fondo solo un folle potrebbe andarci dopo l'acqua che ha fatto oggi.
Spingo leggermente il cancello socchiuso e entro in punta di piedi, come se avessi paura di fare rumore.
Seguo il percorso e stendo il plaid sull'erba mentre respiro a pieni polmoni quell'aria meravigliosa.
Mi distendo e inzio a leggere, pagina dopo pagina dopo pagina, finché mi sembra quasi di distaccarmi dal mondo reale.
-Ahh, dolce Daisy... É così profonda nel suo essere stupida...
Perdo un battito quando realizzo di non essere piú sola nel mio meraviglioso nascondiglio mentale. Non riesco ad alzare gli occhi dal libro, ho troppa paura che sia lui, qui accanto me, il suo odore mischiato al mio adorato aroma di terra primaverile e fresca.
Eppure, allo stesso tempo non posso fare a meno di sbirciare con la coda dell'occhio il suo corpo disteso affianco al mio, posso quasi sentire i suoi polmoni gonfiarsi e sgonfiarsi a ritmo.
Ma com'é possibile che sia ovunque vada?
-Che c'é ragazzina? Ti ho spaventata?
-Daisy non é stupida, si comporta così per sopravvivere.- le parole escono stizzite dalle mie labbra senza poterle fermare prima, mentre io ancora non riesco ad alzare lo sguardo.
-Credevo di essere l'unico ad andare al parco dopo la pioggia, sai?
-E invece no.
-E non é strano? - trovo il coraggio per staccare gli occhi dalle parole stampate e lo guardo.
É a pancia in su, con le mani lungo i fianchi e gli occhi magnificamente chiusi... Posso intravedere le piccole vene violace sotto le sue palpebre.
Intanto penso a come degli occhi possano essere "magnificamente" chiusi.
Inspira fin quando la sua camici a quadri si gonfia tanto da sembrare sul punto di scoppiare poi gira la testa e mi guarda.
-Cosa é strano?
-Che sei ovunque vado- poi ride forte.
Io abbozzo un sorrisino imbarazzato e abbasso la testa lasciando che i capellimi ricadano sul viso... Mi mette così a disagio la sua presenza.
-Ma non mi dispiace.- la sua mano si avvicina verso il mio volto e quando la sua pelle é a un soffio dalla mia, strizzo gli occhi pervasa da un'intensa paura. Mi porta i capelli dietro l'orecchio e sbircio mentre si guarda in giro alla ricerca di qualcosa.
Torna nello stesso punto dov'era un attimo prima e sento qualcosa di fresco. É una margherita.
Mi giro verso di lui e lo osservo mentre mi sorride... Ma é un sorriso diverso sta volta.
-Vorrei sapere il tuo nome... Ci ho pensato così a lungo...
-Davvero t... Giulia. Il mio nome é Giulia.- così ho confessato la mia origine divina con il ragazzo delle margherite.
Ora mi sembra quasi che le stia assaporando le mie lettere, proprio come io avevo fatto la prima notte dopo il nostro incontro...
-Sai ti sta bene, il tuo nome dico. Ahah, Giulia, Giulia, Giulia. Se non sbaglio vuol dire.. Figlia di Giove, no?
-S...sì.
-Sai, potresti esserlo. Davvero, non sto scherzando- si sistema i capelli- la meravigliosa figlia delle stelle.
Questo mi lascia leggermente spiazzata. Io, la meravigliosa figlia delle stelle. Mi alzo sui gomiti e mi sfilo il giacchetto: l'aria si é riscaldata o forse sto avvampando.
Vedo tutti i suoi muscoli immobilizzarsi e lui sgranare gli occhi.
-Cosa c'é?
-Shhh, fermati...
Si siede e si gira lentamente verso di me con il busto. Mi sta respirando così vicino che la mia pelle é pervasa da un miliardo di brividi.
Porta la mano sul mio collo mi accarezza scendendo fin quando non sente la mia piccola clavicola sotto i polpastrelli... Mi sposta lo scollo della maglietta più un basso e disegna qualcosa, segue un percorso dettato dai miei nei, e, giunto alla fine mi sussurra all'orecchio:
-Sembra l'Orsa maggiore... Allora sei davvero la figlia delle stelle.