In un istante mi si secca la bocca, e credo di avvampare. Penso che i battiti del mio cuore così accelerato li possa sentire anche lui a trenta centimetri dal mio corpo. Trenta, venti, dieci. Ho un déjà vu.
Cinque... Due. Le sue labbra sempre più vicine alle mie, tremanti. Un profumo di menta e tabacco è ovunque. Lo respiro a pieni polmoni, per quanto mi sia permesso dall'ansia che mi pervade.
Scivola sopra di me. Ok, ok, ok. Stiamo correndo un po' troppo eh Die... Porta il respiro sul mio collo facendomi rabbrividire. Mi accarezza la pelle (d'oca) che mi veste e lascia una scia di piccoli morsi dalle spalle fino al mento.. Poi sale leggermente mentre sposta la mano sulla mia coscia e inizia a farmi i grattini. Dio santo, potrei morire adesso, ma mi limito a chiudere gli occhi . E ora é sopra di me, con la bocca a un respiro dalla mia, bello come il sole, misterioso come la luna. E in un attimo è un bac.. O no? Il suo calore è scomparso, volato via col suo profumo. Ma Giove, come ho potuto essere così stupida, così debole? Lasciare che prendesse il comando, lui, uno sconosciuto, farmi toccare, io così timida.
Come ha fatto? E ora che ho riaperto gli occhi ci sono solo io sulla coperta, sola al sole, che però non mi riscalda come ha fatto lui. E se lo avessi solo immaginato? Se stessi impazzendo? Effettivamente, di lui non c'è alcuna traccia, se non solo i brividi che ancora mi corrono lungo la schiena.
Mi chiedo se sia possibile immaginare qualcosa e vederlo -e sentirlo- eppure così vivido. No, no no! Diego non è un sogno, cioè sì ma non nel senso letterale. Sa solo come prendermi.
Allora, raccolgo le mie cose, e mi avvio verso casa. Una vetrina col mio riflesso dentro, segni sul collo.