Sono di nuovo a casa e alla fine del libro non ho letto che 4 pagine. Apro lo sportello della credenza in cucina e rovisto alla ricerca di un po' di cioccolata ma purtroppo la mia altezza "ridotta" non mi é d'aiuto. Infilo la mano alla cieca e dopo mezzo minuto mi sembra di trovare quella che potrebbe essere una barretta di cioccolato. La tiro fuori bruscamente e prima di accorgermi che non é neanche cioccolata mi cade addosso una valanga di scatole. Sorpresa indietreggio e inciampo su me stessa finendo a terra. Nell'aria risuona la stessa risata di quel giovedì sera. Deduco quindi che ho cominciato ad avere le allucinazioni o mi ha davvero seguito fino a casa ed è anche entrato.
Combattuta tra il guardare e il non farlo, mi precede e si accuccia vicino a me che sono ancora per terra con le ossa doloranti.
-Mi chiedo come sia possibile che tu sia così esile eppure così goffa e sbadata. Dovresti essere aggraziata come una principessa e invece... e invece più che la principessa sei il giullare!- e scoppia ancora a ridere di gusto.
Arrossisco immediatamente e un po' ferita nell'orgoglio riesco a scandire un confuso -Che diavolo ci fai in casa mia?!?
A queste parole si affaccia mia madre alla porta della cucina:
-Giulia, per Giove, non essere sempre così scortese! E cosa hai combinato? Sù sù sistema tutto veloce, non vorrai mettermi in imbarazzo con gli ospiti!
Non afferro. Ospiti? Lui?
La guardo con gli occhi spalancati fino a che non si decide a spiegarmi meglio cosa sta succedendo:
-Lui é Diego, il figlio della mia collega, pensavo di avertelo detto, ma a quanto pare mi sbaglio. Simonetta doveva venire per alcune questioni da risolvere in ufficio per cui le serviva una mano e mi sembrava carino invitare anche lui per farvi conoscere, é un così caro ragazzo nonostante quei piercing!- e gli strizza un occhiolino che mi lascia più perplessa di quanto non fossi.
Diego di tutta risposta le sorride e aggiunge spostando il suo sguardo su di me:- Signora lei é davvero troppo gentile. E credo che sua figlia già mi conosca...
Ammicca.
Mia madre sparisce per tornare all'opera e io cerco di ricompormi il più velocemente possibile, cominciando a raccogliere le scatole di merendine che mi sono piombate in testa portando a zero il livello della
dignità che mi restava, piombata ai minimi storici dopo quel maledetto incontro.
L'atmosfera si gela in un attimo, ma lui spezza con la sua voce l'aria congelata, raccogliendo l'ultima confezione di biscotti.
-Dovresti seguire una dieta più sana sai?
Non so dove riesco a trovare il coraggio per rispondergli, mi giro e inchiodo i miei occhi nei suoi.
Per un secondo, le mie gambe vacillano.
-E tu... e tu dovresti smettere di impicciarti... di affari che non ti riguardano. - balbetto.
-Uohoh. Guarda un po' chi ha trovato il coraggio di rispondermi. Mi sorprendi ogni volta, ragazzina.
-Smettila.
-Ora non esagerare, fino a un secondo fa non saresti neanche riuscita a guardarmi. Passi sempre da un estremo all'altro con una semplicità inaudita.
-Senti chi parla, il ragazzo che é un poeta il minuto prima e un completo idiota quello dopo.-E vorresti forse negare che questo ti piace da impazzire, Giulia?