La felicità

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La felicità ci fa sentire bene, la felicità è ancora più intensa quando dopo tanto arriva. La felicità è il sole dopo una settimana di pioggia. La felicità è un desiderio, e quando la abbiamo dura troppo poco, passa in fretta come un treno in una ferrovia. Avvolte ci siamo abituati talmente tanto alla tristezza che non vogliamo staccarci da quella condizione e passare alla felicità. Di certo lo facciamo involontariamente, ma possiamo decidere se essere felici o no. La felicità sono le nostre stesse azioni, la felicità siamo noi stessi. Dobbiamo guardarci dentro e essere felici di cosa siamo diventati con il tempo. La felicità è caratterizzata da attimi che archiviamo in un cassetto della nostra mente e quando siamo tristi apriamo quel cassetto e cerchiamo di riviverli, ma non ci riusciamo.

Posso sembrare materialista dicendo che ero molto felice di aver ricevuto così tanti regali. Era la volta in cui ne avevo ricevuti di più. Da piccola in istituto ne ricevevo uno, ma io ne ero molto contenta e mi ritenevo fortunata ad averne ricevuto almeno uno e ora che ne ho ricevuti tantissimi mi sentivo altrettanto contenta. La giornata a scuola era stata abbastanza tranquilla se non fosse stato per educazione fisica, che io tanto odiavo. Io non volevo correre in un campo, ma volevo fare qualcosa di più concreto.

Appena tornata a casa Aretha e Benton mi aspettavano con una torta di mele con una candela! Era buonissima, me la portai anche a scuola il giorno successivo. Di sera andai con alcuni miei compagni di classe al lunapark. A cena invece io, Ethan, Aretha e Benton andammo al ristorante italiano vicino a casa. Durante la cena volevo chiedere loro una cosa molto importante. Non volevo approfittare della loro gentilezza nei miei confronti, ma era una cosa che desideravo con tutto il cuore alla quale avevo riflettuto a lungo.

Così mentre il cameriere ci offriva del pesce al forno dissi:" Aretha, Benton, la cosa che vi sto per chiedere è un'idea nata già da molto tempo, ma confermata da un avvenimento di questa giornata, bene, che ne dite se praticassi nuoto, vi assicuro che sarò costante. È uno sport che ammiro, quindi..." poi Benton mi interruppe dicendo:" Shh, certo Lidia, se vuoi potrai praticarlo, mi informerò su dove lo fanno e ti iscriverò, d'accordo?" io risposi dicendo:" Grazie, grazie, grazie mille Benton, non sai quanto io ti sia grata!" appena finii di dire quelle parole vidi Aretha lanciare un'occhiata fulminante a Benton, che lui ignorò. Non mi feci rovinare la serata e continuai a cenare.

Appena tornata a casa andai in camera a cambiarmi, invece Ethan era in bagno a farsi una doccia e Aretha e Benton in sala. Mentre prendevo l'acqua di rose per struccarmi sentii Aretha urlare dicendo:" Sei un povero ingenuo!" io silenziosamente andai dietro la porta della sala ad origliare e sentii Aretha dire:" Benton ti piacerebbe tornare a qualche mese fa che non riuscivamo a comprare nemmeno il cibo, non ne approfittiamo, soprattutto ora con questi due ragazzi che devono studiare e avere un futuro!" e Benton con tono fin troppo calmo disse:" Lidia andrà a nuoto e se anche Ethan vorrà fare uno sport lo farà, il problema è che tu sei egoista, quindi se ci sarà bisogno di non comprare più il giornale ogni giorno lo farò e tu non andrai più al club del té ogni sera, ora siamo genitori Aretha." e lei disse:" Allora li rimandiamo da dove sono arrivati!!" Benton per concludere disse:" Non ti sei affezionata nemmeno un po'?" a quel punto  non si sentì più nessuna parola o rumore, associai quel silenzio a una sorta di no.

Senza fare troppo rumore andai in camera mia e senza mettermi in testa di dover essere forte o cose del genere mi misi a piangere, lacrime meritate, lacrime di puro sconforto, tristezza, dubbi, paura. Tanti sentimenti si miscelavano tra loro come il composto di una torta. Ethan sarebbe arrivato in camera tra poco e non volevo far soffrire anche lui soprattutto dopo aver scoperto il suo passato, feci finta che non fosse successo nulla, presi un libro, accesi una candela e inziai a leggere. Che bel fine giornata del proprio compleanno, ma se qualcosa non va storto non è una vera giornata!

Il giorno dopo feci finta di nulla, sennò avrebbero iniziato a fare domande e io non avevo per niente voglia di dare risposte e né tanto meno di litigare, facevo finta che non fosse successo nulla.

Il tempo passava velocemente con la scuola, le uscite con gli amici, qualche litigio normale, felicità e tristezza, era finalmente arrivato il momento più atteso dell'anno, per quanto mi riguarda: l'estate,il sole, il mare, il divertimento, la spensieratezza e una cosa caratteristica è di certo il tempo che vola.
Amavo l'estate, e l'estate spagnola era ancora migliore. Più caldo più sole e soprattutto più amici e persone con il quale stare. Per chi dice che l'America è il paese dei sogni o chi parla del sogno americano, si sbaglia. Nei film fanno vedere qualcosa, invece la realtà non è come nei film. Certo, dipende dai diversi casi, c'è chi davvero vive il sogno americano e chi come me invece no.

Avevo tanti progetti per questa estate come ad esempio andare in piscina. Avevano appena aperto una piscina pubblica a pochi km da casa mia e non vedevo l'ora di andarci sia da sola quando ne avrei avuto voglia e anche con i miei amici.

Amici, che parola importante, ora dicendola sembra scontata, ma fino a poco tempo fa non la usavo mai, anzi si solo per i miei lunghi poemi riguardanti la solitudine e la mancanza di qualcuno o qualcosa nella mia vita.

Ovviamente come tutte le cose positive hanno anche un aspetto negativo. Facevano parte dell'estate anche i compiti, ma sinceramente ne ero contenta, se gli insegnanti li davano significava che erano importanti per la nostra crescita e per ciò che volevo diventare in futuro. Insomma, tutto ha un senso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 18, 2021 ⏰

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