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23.12.2013 ore 05:30

Quando la sveglia di Jimin suonò, fuori era ancora buio pesto. Il sole ancora non aveva trovato il coraggio di svegliarsi, perché dunque avrebbe dovuto farlo lui?

Si alzò lo stesso contro voglia, rimandando il suo desiderio di svegliarsi ad un orario normale a quando sarà diventato ricco e indipendente. Per il momento doveva attenersi agli orari della pasticceria, che doveva essere già aperta per le sette del mattino.

Spense la dannata sveglia e si diresse mezzo addormentato verso il soggiorno, dove un Jungkook profondamente addormentato stava steso sul divano, la coperta a scoprirgli il busto. Sembrava così in pace con se stesso, senza quel cipiglio sul volto, senza quel sorrisetto che nascondeva sempre qualcosa. Jimin aveva avuto l'occasione di vederlo dormire così solo un'altra volta. 

Decise perciò di lasciarlo dormire e si diresse verso il frigo in cucina. Rovistò nella dispensa e con quello che trovò, fece colazione velocemente.

Cercò di lavarsi e vestirsi nel modo più silenzioso possibile, stando molto attento a non svegliare il corvino mentre si muoveva tra una stanza e l'altra. Prima di lasciare casa, lasciò un biglietto sul tavolino di fronte al divano che diceva: "Vado a lavoro, quando ti svegli torna a casa!"

[...]
23.12.2013 ore 12:26

Fu veramente sorpreso di trovare il corvino ancora dormiente sul divano, nella stessa posizione in cui l'aveva lasciato, credeva che se ne sarebbe andato presto, ma a quanto pareva nemmeno il rumore della porta l'aveva svegliato. 

Si tolse la giacca sospirando e l'appoggiò all'appendiabiti. Si tolse anche le scarpe e le ripose al di sotto. Il divano doveva essere scomodo dopo tutte quelle ore, pensò.

Andò verso di lui e si accovacciò alla sua altezza. Lo osservò dormire per qualche secondo, cadendo di nuovo nella sua trappola ipnotica, e odiò ammettere a se stesso fino a che punto rimase stregato dalla sua bellezza. Cristo Jimin, riprenditi.

Si riscosse dai pensieri e appoggiò una mano sulla sua spalla, scuotendolo leggermente per svegliarlo.

Il corvino aggrottò la fronte, un po' infastidito per essere stato destato dal sonno, e aprì gli occhi molto lentamente. 《Jungkook, vuoi spostarti sul letto?》 Chiese quasi sussurrando.

Jungkook si tirò a sedere e si passò una mano tra i capelli ricci scompigliati. 《Ma che ore sono?》 Jimin si allontanò per poi dirigersi verso la cucina. 《È quasi l'una, sono appena tornato da lavoro.》 Tirò fuori il riso da uno scaffale in alto, le verdure dal frigo, cacciò l'unica pentola pulita dal cassetto e iniziò a cucinare con naturalezza, sotto gli occhi spaesati del ragazzo nel suo salotto. 

Gli ci volle qualche secondo per realizzare, ma alla fine anche lui scattò all'impiedi. 《Quasi l'una?!》

Come se avesse avuto un acceleratore sotto i piedi, corse a prendere i suoi vestiti lasciati asciugare accuratamente dal castano sui termosifoni, e si cambiò ad una velocità lampo. 《Scusami, non dovevo rimanere così tanto.》 Disse, mentre saltellava per tirarsi su i jeans. Jimin lo osservò senza capire niente.

Non doveva fermarsi a dormire così tanto. Se ne sarebbe dovuto andare la mattina presto e scomparire nel nulla. In più i ragazzi lo stavano aspettando con il carico. 

《Non importa jungkook.》 Abbandonò il riso sul fuoco e si avvicinò a lui per rassicurarlo.  《Se aspetti un po', ho finito quasi di preparare il pranzo.》Cercò di nascondere un sorriso mentre indicava col pollice la pentola che borbottava qualche metro dietro di lui.

Ma cosa stava facendo? Lo stava invitando a restare? Da dove diavolo aveva tirato fuori tutta quella gentilezza? Si era detto che quel ragazzo sarebbe dovuto tornarsene nel buco da cui era uscito, perché invece lo stava trattenendo là con lui?

cosa fai a natale? [jk;jm]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora