dec 25 - epilogo

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25.12.2013 ore 11:57

Fu il suono di una voce a svegliarlo. O meglio, il suono di una voce accompagnata dallo scroscio perpetuo dell'acqua.

Era un insieme di melodie talmente rilassante, che non riusciva a capire se stesse piovendo fuori dalla finestra o stesse piovendo in casa. E il suono di quella voce, quel canto lento e dolce da dove proveniva? Dalla stanza affianco o dalla sua testa?

Talmente rilassante, che avrebbe continuato a dormire in eterno, cullato dal canto delle sirene. Di una sirena in particolare, quella con i capelli castani che profumavano di frutti di bosco. Quella sirena che aveva appeno chiuso l'acqua della doccia, e aveva appena smesso di cantare, ponendo fine a quel breve ma idilliaco risveglio.

《Buongiorno, Jungkook.》

Sì trovò costretto ad aprire gli occhi quando un peso si fece strada sul suo corpo, gattonando. Jimin troneggiava su di lui, con nient'altro che un accappatoio bianco a coprirlo. L'odore intenso del bagnoschiuma gli inondò le narici, mentre alcune goccioline caddero dai capelli bagnati del castano e atterrarono sulla sua fronte. Era bello, incredibilmente attraente come lo era sempre stato ai suoi occhi, Jungkook avrebbe potuto giurarlo.

Il corvino invertì le posizioni con un gesto rapido e subito si trovò sopra di lui. Gli bastò guardarlo per un altro istante per rendersi conto di quanto avesse atteso che un momento del genere si realizzasse. Aveva sperato per mesi di poter toccare di nuovo il corpo del suo vivido colpo di fulmine, del suo limpido amore a prima vista. La prima volta non era andata a finire nel migliore dei modi, ma aveva sempre pregato di ottenere una possibilità per rimediare.

E lo stesso valeva anche per Jimin, che sorrise quando la mano di Jungkook andò ad accarezzargli i lineamenti, con le dita dolci e delicatamente smielate. Lo studiava dall'alto, con un'espressione indecifrabile.

Avevano dormito nello stesso letto quella notte, ma nessuno aveva fatto niente, nessuno aveva mosso un dito se non per abbracciarsi e per trasferirsi calore a vicenda. A entrambi era andata bene così, perché entrambi avevano paura che qualcosa avrebbe potuto rovinare la loro prima, vera notte assieme.

Ma le occhiate che si stavano in quell'istante scambiando, non filtravano nemmeno un minimo della lussuria che li stava dominando, della voglia che avevano di assaporarsi, di viversi e di amarsi fino a quando il sole non sarebbe calato di nuovo, portando via con sé un frammento di ricordo che durerà per sempre.

Infatti, Jungkook si fiondò sulla sua bocca come fosse stata un'invitante colazione. Le morse con i denti e le succhiò con le labbra, sentendo le sue braccia andargli a circondare le spalle per avvicinarlo ancora di più. Erano ormai incollati in quell'abbraccio, ma ciò non bastò.

E non bastò nemmeno quando, con un movimento veloce e abile delle mani di Jungkook, il candido accappatoio di Jimin si librò in aria fino ad atterrare sul pavimento. Non bastò nemmeno quando il corvino iniziò a baciare, a mordere, a marchiare la pelle del suo collo e del petto. Entrambi necessitavano di più, il bisogno era diventato talmente insopportabile dal materializzarsi quasi sulle loro teste.

Jimin chiuse gli occhi e lasciò che i suoi sospiri di beatitudine si dissolvessero nell'atmosfera riscaldata della stanza. Iniziò a muovere il bacino verso l'alto prima con lentezza, poi sempre più con velocità, rendendo subito chiaro il suo incombente desiderio.

Jungkook a quell'iniziativa emise un flebile gemito sul suo collo, facendogli venire la pelle d'oca per la scarica di aria calda sulla pelle ipersensibile. Ricambiò, iniziando a roteare anche lui il bacino per andargli in contro. Lasciò che il castano gli sfilasse velocemente la maglia nera, per potergli sfiorare il petto, le spalle e i poi pettorali dannatamente scolpiti.

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