"Papi, sono a casa!" Annuncio il mio arrivo e mi richiudo la porta alle spalle. Poggio il mio zaino per terra e vado in cucina, la casa è stranamente troppo silenziosa. "Papi! Papi dove sei?" Arrivo in salotto e mi blocco a pochi metri da lui. È seduto sul divano, mi guarda in modo strano sembra deciso e dispiaciuto allo stesso tempo. "Papi che succede?" Mi avvicino a lui e non appena varco la porta del salotto, due omoni enormi vestiti di nero appaiono alle mie spalle. Per poco non caccio un urlo dallo spavento. "Per favore dimmi che succede pa!"
"Devi andare con questi due..." dice in un sussurro.
"Cosa?" Starà scherzando...si sicuro.
"Devi andare con questi due signori, loro ti porteranno nella tua nuova casa, lontano da me."
"Stai scherzando spero..."
"No, Alicia. Sono serio. Hai 5 minuti per prendere le tue cose dalla stanza poi andrai via." Sento le lacrime salire velocemente e appannarmi la vista.
"Ma che significa? Perché questo?" Ho il diritto di saperlo almeno. Lui non parla. "Dimmelo! Ho il diritto di saperlo!"
"Ho dei debiti con la persona da cui andrai, l'unico modo per pagarli ed avere anche i soldi necessari per tirare fuori tua madre dal carcere, sei tu." Mi scappa una risata ironica.
"Quindi fammi capire tu mi stai vendendo come fossi un oggetto solo per salvare quella tossica di tua moglie dal carcere?"
"Non ti permettere di chiamarla così ragazzina! È tua madre!" Si alza e minaccioso si avvicina.
"No! Mia madre è morta quella sera! Lei è solo una tossica di merda!" A questo punto mi molla un ceffone sulla guancia destra. Le lacrime che stavo cercando di trattenere ora cadono libere giù, bagnandomi la guancia rossa e dolorante. "Non puoi farmi questo..." sussurro.
"Mi dispiace è l'unica soluzione. Ti farai una nuova vita e anche io."
"Ma che razza di padre sei?"
"Puoi sembrarti strano ma lo faccio anche per il tuo bene."
"Ti odio." Non aggiunge nient'altro si limita a fare un cenno all'uomo dietro di me che mi afferra per un braccio. Inizio a divincolarmi.
"Lasciami! Lasciami subito!"
"Sta calma Alicia, ti accompagnerà in camera. Non ti faranno del male se farai la brava." Mi fermo e dopo essermi asciugata le lacrime ci dirigiamo verso la mia stanza. Ho solo cinque minuti, quindi prendo un borsone e lo riempio di tutte le cose a cui tengo di più. Corro da una parte all'altra afferrando tutto.
"Tempo scaduto!" Sbotta l'omone con uno tono che fa paura.
"Un'ultima cosa..." cerco di andare nell'armadio per prenderla ma l'uomo mi afferra per capelli. "Ah! Ma che fai? Mollami!"
"Un'altra parola e ti faccio anche l'altra guancia rossa." Vuole intimidirmi? Non sanno nemmeno con chi hanno a che fare. Lo guardo negli occhi sfidandolo.
"Vaffanculo!" La sua espressione cambia da intimidatoria a incazzata nera. Mi lascia i capelli e mi tira uno schiaffo così forte da farmi perdere l'equilibrio. Cado di sedere a terra. Mi tocco la parte ormai rossa della faccia, questo sì che faceva male altro che quello di papà. Afferra il borsone e mi costringe ad alzarmi prendendomi dal braccio. Lo stringe così forte che temo si possa spezzare. Una volta arrivati giù, non mi permette neanche di dire qualcosa a mio padre che già mi ritrovo scaraventata nel retro di un camioncino, con il mio borsone addosso, al buio e diretta per chissà dove.
Il viaggio sembrava non finire mai, me ne sono stata tutto il tempo rannicchiata a piangere, è da un po' che siamo fermi. Non posso credere che sia tutto vero...spero solo che sia un incubo e che mi possa risvegliare presto. Lo sportello del veicolo si apre e mi dimostra ancora una volta che questa è la triste e dura realtà.
"Alza il culo ragazzina!" È lo stesso che mi ha preso da casa mia...solo ora noto che ha una strana bandana al collo, ma che razza...? Lo chiamerò bandanaboy da ora in poi.
"Grazie per essere stato tanto gentile..." rispondo sarcasticamente. L'uomo mi fulmina con lo sguardo, mi alzo e con il borsone in spalla scendo. Ora ne arriva un altro con gli occhiali da sole, giacca di pelle e un auricolare nell'orecchio, sembra una spia.
"Allora che dobbiamo fare con questa?" Chiede il primo.
"Il capo ha detto di lavarla, vestirla e portarla nel suo studio." Risponde il secondo.
"Sono pulita e sono già vestita." Bandanaboy alza il braccio per colpirmi nuovamente ma giacca di pelle lo ferma.
"Non ne vale la pena amico...tanto il capo nel giro di un mese la farà diventare la brava puttanella che deve essere." Scoppiano entrambi in una risata di disprezzo. Che vuol dire puttanella? Iniziamo a camminare nel vialetto che va dal garage ad una grande Villa.
"Oh si non vedo l'ora di vederla ubbidire come una cagnolino con la coda sotto alle gambe..."
"Io non obbedirò proprio a nessuno!" Giacca di pelle mi da una forte pacca sul sedere mentre continua a ridere. "Non toccarmi!"
"Tu dici che ce la presterà?"
"Nah non credo...se la convinci a farci fare un giro ti do mille dollari." Ma stanno davvero parlando di quello che penso.
"Ci sto!" Si danno la mano mentre io li guardo più basita che mai. Arriviamo davanti alla casa e saliamo i gradini dell'enorme portico. La porta si apre automaticamente e un signore vestito di tutto punto ci accoglie.
"Signori." I due uomini ricambiano con un cenno del capo, mentre io con un sorriso visto che lui l'ha fatto a me.
"Benvenuta all'inferno ragazzina." Mi dice giacca di pelle palpandomi ancora il sedere. Mi scosto subito.
"Ti ho detto di non toccarmi stronzo!" Ora anche lui è incazzato.
"Ora ti faccio vedere io!" Mi afferra per un braccio trascinandomi con forza in una stanza che risulta essere un bagno, mentre il borsone è stato lasciato al maggiordomo credo... mi scaraventa letteralmente per terra e chiude la porta dietro di lui. "Spogliati!"
"Cosa?"
"Spo-glia-ti!"
"Tu devi essere pazzo!" Mi tira uno schiaffo e mi prende per la mandibola. "Mblscia...m..m..mi"
"Stammi bene a sentire ragazzina, non mi piacere ripetere le cose due volte, ora ti spogli, velocemente, ti vai a fare la doccia e ti vesti. Il tutto non emettendo un solo altro fiato. Altrimenti ti lego e te li strappo io i vestiti capito... e poi magari ti ficco un proiettile nella gamba...eh? Lo vuoi provare puttana!" Mi lascia la faccia, facendomi ricadere nuovamente, poi esce davvero una pistola dai pantaloni e me la punta contro. Mi guarda ma io ancora non mi muovo. Parte un colpo, mi passa a pochi centimetri della coscia. "Il prossimo non mancherà la mira!" Ribatte a denti stretti. Sono paralizzata. "Uno." Mi risveglio immediatamente e inizio a spogliarmi mi tolgo la maglietta e le scarpe poi mi alzo e sfilo anche i pantaloni. Sono rimasta in intimo, non voglio farmi vedere nuda davanti a uno sconosciuto. "Tutto!"
"P-puoi g-gir-rarti?"
"No!" Carica la pistola. "Due." Mi giro di spalle e sgancio il reggiseno, lo lascio cadere a terra poi faccio un bel respiro e con le lacrime addosso mi lascio scendere le mutandine. "Nella doccia! Usa lo shampoo e il bagnoschiuma che sono li per terra." Mi limito ad annuire...apro l'acqua ma è ghiacciata, cerco di girare la manopola ma non succede nulla. "Qualcosa non va ragazzina?"
"È fredda! Non riesco a farmi la doccia..."
"Dovrai abituarti, ne farai un bel po' di docce fredde. Due e mezzo. Ti avviso alla prossima cosa sparo." Senza emettere altri fiati mi lavo, anche se una volta finito mi ritrovo a battere i denti per il freddo. Esco e giacca di pelle mi lancia un'asciugamano. Mi asciugo e indosso il vestitino smanicato che mi passa, è largo e troppo troppo corto, tra l'altro non ho l'intimo da sotto. Mi fa sedere su uno sgabello e mi asciuga velocemente i capelli per poi farmi una treccia francese. "Muoviti!" Sento la canna della pistola sulla mia schiena e mi guida per tutta la villa fino a fermarci davanti a una porta nera. "Guardala solo nel modo sbagliato e ti spacco la faccia, capito?" Deglutisco pesantemente. Bandanaboy bussa e dopo qualche istante una voce femminile ma autoritaria ci invita ad entrare. Lei è su una sedia girata verso le finestre mentre io me la sto facendo sotto dalla paura.***
Ecco il primo capitolo. Fatemi sapere se vi piace e se va la pena continuarla.
Ele
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Yes, Ma'am
ChickLitCome? Come si fa ad amare una persona che ti tratta così? Che ti umilia così? Questo è quello che si chiedeva la giovane Alicia. Come poteva amare la tremenda, spietata, anima senza cuore di Elyza Lex. Eppure...lei l'avrebbe fatto....l'avrebbe amat...