Capitolo 4

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Sento dei rumori e la presenza di qualcuno vicino a me. Muovo la testa ma mi fa malissimo tutto. Sbatto le palpebre lentamente fino ad abituarmi alla luce. Sono poggiata con una guancia sul tavolo che sarai diventata una schiacciatina. Prima di alzare il busto, poggio la fronte e poi lentamente mi sollevo. Mio Dio...pessima idea dormire così! Muovo le braccia e ho ancora i polsi incatenati. Mi guardo intorno fino ad incontrare i tuoi occhi freddi. Sei seduta al tuo posto mentre ti spalmi della nutella su una fetta di pane.
"Dormito bene?" Chiedi sarcastica.
"Tu?" Rispondo io. "Qualcosa mi dice che non hai affatto dormito."
"Oh si! Ho fatto di meglio..." stringo i pugni, fortuna che non puoi vederli. "Vuoi che ti liberi?" Non rispondo. "Se è quello che vuoi basta chiederlo..." fai quel mezzo sorrisetto così irritante. Io non te lo chiederò mai. Sono troppo orgogliosa per fare una cosa del genere.
"Perché non te ne torni dalla tua ragazza?" Scoppi a ridere.
"Non è la mia ragazza...ma ti pare...ci divertiamo è basta." Ma come puoi essere così schifosa. E quella cretina che accetta questa cosa. In effetti ieri non mi ha nemmeno calcolata quando è arrivata qui eppure una ragazza legata ad una sedia non passa tanto inosservata. "Io non sono di nessuno." Specifichi con arroganza. Roteo gli occhi. Stai per dire qualcos'altro ma il tuo telefono squilla.
-Pronto...cosa? Ma come avete fatto a farvela scappare? Siete due deficienti...Muovetevi. Se non la riportate qui...Dio solo sa che vi faccio.- chiudi la chiamata e butti giù tutto il tuo caffè.
"Un altro pagamento?" Mi fulmini con lo sguardo e subito mi pento di aver aperto bocca.
"Se hai bisogno di bere, mangiare o andare in bagno...devi solo chiedere." Detto questo scappi via. Impreco a bassa voce. In effetti ho una sete bestiale. Resto sola con i miei pensieri. Chissà se mamma e papà sono ancora in questa città oppure sono scappati. Conoscendoli sono scappati in qualche posto sconosciuto, dopotutto aspettavano solo di liberarsi di me per andarsene. Li odio ma odio più me stessa che nonostante tutto continuano a mancarmi, infondo erano pur sempre la mia famiglia.
"Lucy!" Sobbalzo dalla sedia. Non ti avevo sentito arrivare.
"Si?"
"Stasera vengono i ragazzi!" Annunci. Chi saranno questi altri, mo?
"Tutti?"
"Si, ci vediamo un film e mangiamo qualcosa insieme." Lucy annuisce e sparisce nuovamente dietro la porta. "Allora? Vuoi rimanere su quella sedia per sempre?" Resto in silenzio. "Sei proprio testarda!" Sbuffi.
"I tuoi amici sanno quello che fai?"
"I miei amici non ti vedranno neanche..."
"Io non ti chiederò di slegarmi. Resterò qui. Così tutti mi vedranno." Fai un sorrisetto divertito e inizi a trascinarmi con tutta la sedia. Mi dimeno cercando di renderti la cosa difficile ma riesci comunque ad arrivare alla mia camera, entriamo e chiudi la porta.
"Ora come pensi di fare?" Inizio ad urlare 'aiuto' e ti guardo con sfida. "Ho la soluzione anche per questo." Con un paio di chiavi apri un cassetto del mio armadio e tiri fuori una specie di collare con una palla rossa al centro. "Questa serve per far stare zitte le ragazzine insolenti come te." Ti avvicini e provi a mettermela in bocca, ma in tutta risposta ti mordo la mano. Mi tiri uno schiaffo e ne approfitti per infilarmi quella cosa in bocca, stringi gli allacci dietro la mia nuca. "Stai davvero esagerando ragazzina! Se non ti metti la testa apposto sarò costretta ad usare per davvero le maniere forti." Sparisci dietro la porta e non ritorni fino all'indomani mattina.

Mi è toccato di nuovo dormire sulla sedia, ho fame, sono assetata come non mai, ma soprattutto devo andare in bagno non resisterò ancora per molto. Entri dalla porta giri la sedia e ti siedi difronte a me sul letto.
"Allora ancora niente? Non sei convinta?" Cerco di dire qualcosa ma con questa aggeggio in bocca mi escono solo strani mugugni. "Alexa riproduci suono ruscello." Urli ad un certo punto. Le casse iniziano a riprodurre e io stringo le gambe più forte che posso. Mi sto facendo addosso. Mugugno un altro 'slegami' e finalmente ti decidi ad levarmi la palla.
"Dicevi?"
"Slegami..." scoppi a ridere.
"Che cos'era un ordine? No non ci siamo mi devi implorare piccola Alicia."
"Per-per favore slegami..."
"Aggiungi signora come prima cosa e poi quello non è una supplica."
"Levami ste manette, mi sto facendo addosso!"
"Alexa aumenta il volume." Dici arrabbiata. Stringo ancora di più le gambe.
"Ti prego..." sussurro appena.
"Non ti sento!"
"Ti prego!"
"Manca ancora qualcosa..."
"Ti prego signora! Ti supplico!" Urlo in preda alla disperazione. Ho bisogno del bagno ora.
"Alexa interrompi riproduzione." Almeno un piccolo sollievo. "Ripetilo ancora."
"Per favore signora mi sleghi...ti prego..." prendi le chiavi e mi liberi un polso. Ti fermi. "Ti supplico signora..." mi sleghi anche l'altro e io mi catapulto in bagno, sbatto la porta dietro di me e finalmente mi libero. Santa miseria! Una volta fatto torno nella stanza.
"Meglio?" Chiedi come quel tuo ghigno insolente.
"Vattene!" Sbotto arrabbiata.
"E perché mai?"
"Lasciami da sola, ti prego..." dico più gentilmente. Neghi con la testa.
"Sai che ti spetta un'altra punizione vero?" Mi irrigidisco e tu continui. "Per questo..." mi mostri la mano con un segno rosso, proprio dove ti avevo morso.
"Eh cosa vuoi farmi sentiamo? Picchiarmi?"
"Più o meno..." sgrano gli occhi e mi allontano istintivamente. "E voglio farlo ora!" Ti alzi, ti avvicini. Deglutisco. "Pancia in giù sul letto!" Ordini seria.
"No!"
"Ti conviene non aggravare la tua situazione dolcezza!"
"Devi lasciarmi in pace!"
"Conto fino a tre e poi uso le maniere forti." Cerco qualcosa per squagliarmela. "Uno." Vedo la porta aperta. "Due." Sarà una pazzia, ma posso provarci. "Tre." Mi lancio addosso a te, che cadi a terra, velocemente mi rialzo e cerco di correre verso l'uscita, ma tu riesci ad afferrarmi la caviglia e mi trascini vicino al letto, mi ammanetti di nuovo un polso con le stesse manette di prima, le passi dietro alle sbarra della testiera del letto e mi leghi anche l'altro. Con un gesto forte e veloce mi giri a pancia sotto. Ti allontani per qualche istante e dopo mi tiri giù i pantaloncini e gli slip, facendomi restare a culo all'aria.
"Cosa fai? Rimettimi subito i vestiti!"
"Sta zitta! Anzi...voglio che conti. Tutti i colpi."
"Non conto un bel niente e tu non devi toccarmi!" Arriva la prima sculacciata, decisa e forte. Mi mordo un labbro per restare in silenzio.
"Ogni colpo che non conti, saranno 10 sculacciate in più. Per adesso te ne devo dare 40." Cosa? Ma è matta? Arriva la seconda, forte ma sopportabile. "Ho detto che devi contare!" La terza è stata fortissima, inizio già a sentire il bruciore.
"Tre..." sussurro e le continua a colpire fino a che non arriva a 50. Le mie chiappe sembreranno come minimo pomodori.
"Bene ora ti meriti anche 20 bacchettate." Continua a colpirmi sempre il sedere con quella che presumo sia una bacchetta di legno o materiale simile. Preferivo mille volte altre cento sculacciate. Piango in silenzio e continuo a contare fino a che non finisce.
"Ti aspetto per mangiare tra due ore, bada bene a come comportarti!" Mi avvisa prima di uscire.

Yes, Ma'amDove le storie prendono vita. Scoprilo ora