Capitolo 7

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*Questo capitolo contiene scene spinte ed esplicite*  



Dopo un'interminabile lezione di Matematica, finalmente sono libera di andare a pranzare. Odio la scuola e la odio ancora di più avendo quel vecchio pazzo come professore. Ma io dico tra tutti quelli che stavano giusto giusto quello doveva ingaggiare. Mi sciacquo la faccia e scendo in sala da pranzo, per magiare come ogni giorno da sola. Rimango stupita infatti quando ti trovo seduta a capotavola del lungo tavolo color noce. Alzi lo sguardo dal tablet che hai a pochi centimetri dal piatto e mi saluti accennando un sorriso. 

"Ciao Alicia." Cerco anche io di sorridere e di trattenere tutti i commenti sarcastici che mi vengono in mente in questo momento. 

"Ciao..." Mi siedo al posto che Lucy ha apparecchiato per me ed aspetto che la gentile donna ci porti il pranzo. 

"Come sta andando lo studio?" Chiedi improvvisamente. Ti guardo storta. 

"B-bene..." 

"Problemi con il docente?" Scuoto la testa, non posso mica risponderti con: si è un essere bigotto e rompi scatole.  "Tra non molto avrai il primo esame, ti senti pronta?" Prima che potessi solo aprire la bocca, Lucy ci porta le pietanze e poi tu le chiedi di accomodarsi con noi, sorrido quando vedo scambiarvi dei piccoli gesti dolci. Perché con me non puoi essere così. "Allora?"

"Beh...non lo so. Ho ancora tempo comunque."

"Non prendere tutto alla leggera per favore, la scuola è importante!" Alzo di scatto gli occhi dal piatto e ti guardo male. 

"Tanto che ti importa a te? E poi comunque non sei mia madre!" Stringi la forchetta tra le dita. 

"Mi importa perché tu essendo minorenne sei sotto la mia tutela, quindi fai quello che ti dico io." Ingurgiti un bel boccone prima di unire al tutto un sorso del vino bianco, contenuto nel tuo bicchiere di cristallo. 

"E se non voglio?" 

"Quando diventerai maggiorenne potrai anche andartene e farai quello che ti pare." Rimango decisamente interdetta da questa sua affermazione, io pensavo che mi avrebbe tenuta qui per sempre. 

"I-io p-potrò andarmene?" I tuoi occhi ritornano di ghiaccio in una frazione di secondo, lasci le forchette nel piatto e ti alzi, senza neanche finire di mangiare. Velocemente sparisci su per le scale. "Cosa ho detto?" Chiedo a Lucy che sperando che lei possa aiutarmi a capirti. 

"Le hai detto in faccia che vorresti andartene..."

"Cosa? No...io non intendevo quello, pensavo solo che...mi ha solamente sorpreso."

"Beh lei non l'ha presa così." Mi alzo anch'io e senza indugiare oltre ti seguo. Ti sei chiusa nella tua stanza. Busso. Niente. 

"Elyza? Ti prego fammi entrare!" 

"Vattene 25024" Mi fa male il cuore sentirti dire di nuovo quello stupido numero. 

"Per favore..." poggio la fronte sul legno della tua porta e sospiro. "Per favore signora..." Tento la carta della brava ragazza, come dice lei. La porta si apre di poco, lasciandomi un tacito invito ad entrare. Lo faccio. Entro e mi chiudo la porta alle spalle. Tu mi dai la schiena, sei girata verso la finestra e scruti attentamente un punto indecifrato. "Mi dispiace...non volevo dire che voglio andarmene." Mi avvicino cauta e mi sistemo al tuo fianco a pochi centimetri di distanza. "Io non voglio andarmene, ok? Voglio stare qui, con te..." Mi guardi stupita e non ti biasimo di certo anche io sono stupita delle mie stesse parole. 

Yes, Ma'amDove le storie prendono vita. Scoprilo ora