I miei genitori rimasero lì, immobili. Si limitavano solo a guardare.
Si poteva leggere la delusione nei loro occhi, non li avevo mai visti così.Senza pensare corsi via. Non sapevo neanche io il perché, ma le mie gambe iniziarono a correre senza il mio controllo.
Avevo in corpo troppa energia da smaltire.Non sapevo dove stessi andando, sentivo solo Chloe che si era affrettata a corrermi dietro.
Fortunatamente vidi un autobus arrivare alla fermata.
Senza neanche vedere dove mi avrebbe portato ci salii sopra.
Chloe non era stata abbastanza veloce da riuscire a salire, quindi rimase lì.Non potevo ancora credere a quello che era appena successo.
Questo primo giorno di questa nuova vita è stato più brutto di quanto pensassi.Arrivai in un parco e mi misi seduta su una panchina. Guardai il display, era Cherin, voleva incontrarmi. Le dissi subito di raggiungermi, eravamo vicino scuola quindi non fu necessario spiegarle il percorso.
Arrivò nel giro di una mezz'ora.
Aveva indosso una felpa oversize più grande di lei e un paio di leggings attillati.
Sfoderò un suo tipico sorriso, il sorriso più bello che avessi mai visto. Quasi mi dimenticai di cosa successe prima.Le spiegai tutto quello che era successo. Tutto, tutti i particolari, anche quello che ci fu tra me e Chloe.
Lei mi guardò con occhi increduli, io annui e lei mi squadrò bene da testa a piedi.
«Se hai bisogno di sfogarti puoi parlare con me, ricordalo» mi disse con voce rassicurante.
«Grazie Cherin» la ringraziai. Poi controllai l'orologio, erano le tre del pomeriggio ed io non avevo ancora pranzato.
Decidemmo di andare in un fast food e parlammo di tutto, fino a che non c'erano più segreti tra di noi.Lei mi disse di avere una sorellastra, da parte di padre, che sarebbe venuta il giorno dopo a scuola.
Il suo nome era Eco, sua madre amava la mitologia greca, quindi decise di chiamare la figlia così.
Poi mi disse che negli anni aveva instaurato un rapporto di grande amicizia con Giovanni.
Al suono del suo nome mi si illuminarono gli occhi, chissà se anche io diventerò così amica con lui come lo era con lei.Si era fatto tardi, e il sole ci regalò un bellissimo gioco di colori, per poi tramontare.
Lei si girò a guardarmi «Vuoi che ti accompagni a casa? Cosa farai una volta a casa, cosa gli dirai?» mi domandò con un'aria preoccupata.Io mi girai a guardarla negli occhi.
«Non ti preoccupare, torna a casa, domani avremo lezione non possiamo fare tardi» dissi prima di salutarla.
Ero stata bene in sua compagnia, lei mi riusciva a capire a pieno.La salutai con un forte abbraccio. I suoi capelli sapevano di cocco, era un forte profumo, quasi inebriante.
Quando ci staccammo mi rivolse un grande sguardo rassicurante, poi i miei occhi la seguirono fino a che non salì sul suo autobus che la avrebbe riportata a casa.Io, invece, presi l'autobus che avrebbe percorso la strada di casa.
Entrai ma non c'era nessuno.
Mi cucinai qualcosa di veloce ed andai subito a letto, ero troppo stanca per fare altro.Arrivò presto il giorno dopo. Mi preparai ed andai a fare colazione.
I miei non mi guardavano neanche più in faccia.
Non potevo credere a quanto fossero privi d'intelletto, erano dei chirurghi eccezionali, tutti volevano essere operati da loro, ma non erano così intelligenti da capire che l'amore è amore, e che lo sarebbe stato in ogni caso. Non che quello tra me e Chloe fosse amore, ma il concetto non cambiava. Non sapevano della nostra situazione, era proprio per questo che avrebbero dovuto volere che la loro unica figlia fosse finalmente felice. Ripensai a quegli anni, a chi fossi dopo tutti quegli anni passati a pensare che fossi sbagliata, che non fossi all'altezza delle altre mie compagne.
Loro dov'erano quando la notte piangevo in silenzio per non svegliarli, cancellando ogni lacrima sul mio viso e strozzando ogni respiro?
Loro dov'erano quando i ragazzi non mi consideravano neanche una persona?
Loro dov'erano quando mi marchiavo con delle forbici sul braccio?
Loro dov'erano quando pensavo a porre fine alla mia esistenza?
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𝕻𝖊𝖗𝖘𝖔
ChickLit"Mi baciò delicatamente il collo, facendomi venire un brivido lungo la schiena, poi mi allargò leggermente le gambe e si piazzò in mezzo. Trattenevo i gemiti di piacere nel timore che qualcuno ci potesse sentire. Gli slacciai con un gesto sexy la ci...