«E-Ellie?» dissi, non mi aspettavo di vederla oggi.
«Sì Eco, stai bene? Ti avevo detto che sarei tornata a Roma, finalmente.» mi disse con aria preoccupata e mi mise una mano sul braccio per riportarmi alla realtà.
«Sì, tutto ok. Hai ragione, solo non sapevo che saresti arrivata oggi.» dissi guardandola meglio.
Aveva una cicatrice vicino all'attaccatura del collo e qualcuna sul braccio.
Lei se ne accorse e tirò lo tirò indietro, prima guardandolo, poi coprendolo con la manica e poi spostò lo sguardo sul mio viso che aveva assunto un'espressione perplessa.«Ora devo andare, ci si vede in giro» disse, spostando lo sguardo a terra, si girò e scomparve tra la folla.
«Ei, Eco, chi è lei?» mi chiese Soraya a bassa voce, mentre avanzava da dietro verso di me.
La campanella suonò e gli studenti si diressero in gruppo verso il cancello.
«Ti spiegherò tutto più tardi» le dissi prima che le voci degli altri coprissero la mia.
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ELLIE:
Mi diressi in bagno, lontano da tutti. Avevo bisogno di stare da sola, avevo bisogno di sciacquarmi la faccia, di rinfrescarmi le idee.
Mi avvicinai al lavandino e mi bagnai le guance. Sentivo ancora il suo sguardo addosso.
Cazzo, mi ha visto le cicatrici, non doveva scoprirlo.«Ei, hai sbagliato bagno» mi disse una voce che echeggiava tra le pareti del bagno.
Mi girai di scatto e trovai un ragazzo di bell'aspetto, era alto, biondo e con i capelli scompigliati.
«Oh, non ci avevo fatto caso. Sono mortificata.» dissi imbarazzata e con una voglia assurda di scappare.
Lui si avvicinò pericolosamente a me, troppo per quel momento. Ma era maledettamente bello.
«Attenta, non bagnati troppo, rischi di far sciogliere tutto il mascara» mi disse con una voce dolce e soave.
Portò una mano sulla mia guancia e guardandomi negli occhi mi asciugò le guance.
Aveva lo sguardo puntato sul mio viso. Io guardavo altrove, non riuscivo a guardarlo negli occhi, era troppo per me.«Sai, anch'io sono nuovo, possiamo ambientarci insieme. Ah sì, non mi sono presentato, piacere Riccardo» mi disse, ancora con un tono di voce tenue e delicato, guardandomi le labbra e mordendosi il labbro inferiore.
«Non posso accettare la tua richiesta, ma grazie comunque. Ora devo andare in classe.» gli dissi spostandomi da lui. Presi lo zaino, che precedentemente appoggiai a terra, e corsi fuori dal bagno.
«Non mi hai ancora detto come ti chiami» disse lui allargando le braccia. Inizialmente lo guardai, ma poi mi girai e continuai a camminare a passo svelto verso la mia classe.
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SORAYA:
La lezione di matematica non era particolarmente interessante, in realtà tutta la matematica non è interessante. Non so neanche io perché abbia scelto lo scientifico, forse perché mi hanno obbligata i miei genitori.
Guardai il telefono ma scoprii che era scarico, perfetto non potei neanche guardare l'orario.
«Quando finisce la lezione?» chiesi a bassa voce alla mia migliore amica.
«Cosa?» disse Cherin alzando la testa dal banco. Dormiva sempre a lezione.
«A che ora finisce la lezione? Dopo dovremmo avere la ricreazione» le dissi impaziente.
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𝕻𝖊𝖗𝖘𝖔
Chick-Lit"Mi baciò delicatamente il collo, facendomi venire un brivido lungo la schiena, poi mi allargò leggermente le gambe e si piazzò in mezzo. Trattenevo i gemiti di piacere nel timore che qualcuno ci potesse sentire. Gli slacciai con un gesto sexy la ci...