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-- TRE ALL'IMPROVVISO --

LINOLEUM VERDE


Lo squillo del cellulare risuonò fastidioso nel silenzio della notte. Hermione Jean Granger scattò a sedere, spostando con non poca fatica il braccio del suo 'amante di una notte' dal ventre. Indossò una vestaglia pescata a caso dal guardaroba e, lanciando improperi a chiunque la stesse chiamando, raggiunse il telefono. Oltre le finestre era tutto silenzioso e non si udiva nulla che non fosse l'insistente tintinnio della pioggia contro i vetri.

<Pronto.> la voce roca e impastata, la ragazza spostava il peso da un piede all'altro, tentando di non lasciarsi avvolgere dal freddo pungente della notte.

<Parlo con la signorina Hermione Jean Granger?> la giovane aggrottò le sopracciglia, confusa. La voce dall'altro capo del telefono parlava velocemente, senza affanno. Manteneva un tono freddo, distaccato, come se fosse abituata a quel genere di telefonate. Per assurdo, gli inserzionisti che telefonavano in pieno pomeriggio per conto di una compagnia telefonica erano più calorosi.

<Sì, sono io. C'è qualche problema?> le sue parole si persero nel vuoto, inghiottite dai tuoni che fecero saltare la linea per qualche millesimo di secondo. La casa tremò leggermente e in fondo alla strada l'allarme di una macchina cominciò a suonare fastidiosamente.

<Nata il 19 settembre 1979 a Londra?> la giovane annuì, rendendosi conto solo qualche secondo dopo di essere invisibile agli occhi della sua interlocutrice.

<Sì, sono io. Mi può spiegare cosa sta succedendo?> la donna al telefono prese un profondo respiro, poi, deformò la sua voce, rendendola melliflua e dolce, quasi rammaricata. <Signorina Granger, dovrebbe recarsi il prima possibile all'ospedale St. Thomas. Riguarda Ginevra Weasley e Blaise Zabini. Le spiegheranno tutto appena sarà arrivata.> la chiamata terminò e la riccia, tremante lasciò cadere il telefono. La cornetta sbatte contro il muro, coprendo il rumore che produceva la ragazza facendo le scale. Corse in camera da letto e indossò le prime cose che le capitarono a tiro, pensando e ripensando alle parole della donna al telefono. Si lanciò in una corsa contro il tempo, salendo a bordo della sua piccola MINI a tre porte rossa e premendo il tasto sull'acceleratore. La sua mente fluttuava nel panico più totale, il quale impediva al suo cervello di funzionare correttamente e vedere la situazione da diversi punti di vista. La sua vista era offuscata da due sole parole: Ginny. Ospedale. Ginny. Ospedale. Ginny. Ospedale. Corse senza mai fermarsi per una ventina di chilometri, per poi svoltare l'isolato e frenare bruscamente, evitando per miracolo di investire un povero motociclista. Lasciò la macchina accesa e appena entrata nella struttura si lanciò speranzosa al bancone della reception. <Sono qui per Ginevra Molly Weasley e suo... suo marito Blaise Zabini... mi... mi hanno chiamata al cellulare.> fortunatamente le sfuggì il lampo di amarezza e compassione che attraversò lo sguardo dell'infermiera, la quale alzò di scatto la testa e si portò una mano alla bocca. <Oh... sì... la prego mi segua.> la donna a malapena si reggeva sulle gambe e, tremando leggermente, la accompagnò al piano superiore, facendo scena muta davanti a tutte le domande che le poneva la riccia. Giunte davanti ad una port a doppio battente che recitava su una targhetta "Direttore sanitario George Janks", l'infermiera bussò e una volta ricevuto il permesso di entrare, si fece da parte, permettendo ad Hermione di accedere all'ufficio. <Salve, come posso aiutarla?> la ragazza sembrava sempre più confusa mentre, con le sopracciglia aggrottate e una mano a mezz'aria prendeva posto davanti alla scrivania. <Io... non lo so... mi hanno chiamata e portata qui e...> il medico parve addolcirsi e, inforcati gli occhiali, depositò il plico di carte che reggeva in mano alla sua destra. <Mi dica con calma cosa è successo, signorina...> la riccia parve trovare finalmente conforto in quella persona e, stringendosi la borsetta al ventre, osò sorridere. <Granger. Hermione Jean Granger. Mi hanno chiamata per quanto riguarda la mia amica Ginevra Molly Weasley e...> si interruppe e il sorriso le morì sulle labbra quando vide l'espressione del dottore. Il signor Janks se ne stava con le braccia incrociate al petto e lo sguardo basso, gli occhi saettavano da una parte all'altra della scrivania. Aprì più e più volte la bocca, facendolo somigliare ad un pesce senz'acqua e proprio quando fu sul punto di parlare, qualcuno bussò ripetutamente alla porta. Il medico mormorò un "Avanti" poco convinto, senza staccare gli occhi dal ripiano di legno che lo sottostava. La porta si spalancò con poca grazia, rivelando la figura muscolosa e slanciata di Draco Malfoy. La Grifondoro strabuzzò gli occhi e rischiò di strozzarsi con la sua stessa saliva alla vista del biondo. <Si può sapere che diavolo sta succedendo? Era necessario farmi chiamare qui, in piena notte, mentre fuori piove? E come se non bastasse, una macchina qua fuori mi ha quasi investito. Unica consolazione che, in caso di morte, ero già all'ospedale!> il ragazzo non sembrò notare la riccia, la quale si era fatta piccola piccola e se ne stava rannicchiata in una scomoda sedia di plexiglas. <Signor Malfoy, la prego, si sieda.> il giovane digrignò i denti per poi buttarsi a peso morto sulla poltrona vuota. Spalancò poi le braccia, in un evidente invito per il dottore a continuare. Quest'ultimo tossicchiò e si sistemò la cravatta già perfetta per poi alzare finalmente lo sguardo sui due giovani. Il tempo si fermò e tutto sembrò cristallizzarsi quando il Direttore Sanitario del St. Thomas, George Janks prese la parola. <Mi dispiace informarvi che Blaise Zabini e sua moglie Ginevra Molly Weasley in Zabini sono deceduti in un incidente stradale.> la stanza sembrò rimpicciolirsi e per poco alla giovane non mancò il respiro. La vista le si offuscò e i battiti cardiaci le accelerarono fino a diventare un informe rumore. Strinse i braccioli della sedia, mentre gli occhi le diventavano lucidi e immagini di ricordi infantili le scorrevano nella mente. Nello stesso istante il biondo all sua destra si alzò, allontanandosi a grandi passi e uscendo dalla piccola stanza per dirigersi in un terrazzo e accendersi una sigaretta. O magari buttarsi, doveva ancora decidere. La riccia mormorò qualche scusa al dottore e uscì anche lei dall'ufficio, inseguendo, tremante, il ragazzo. <Malfoy...> lo chiamò accasciandosi ad una parete. <Malfoy...> il sussurro giunse alle orecchie del Serpeverde il quale, voltatosi verso la ragazza, le corse incontro, sorreggendola ed evitandole così una rovinosa caduta. <Granger... d-devi riposarti. V-vai a casa...> il ragazzo esplose in un pianto liberatorio, stringendo la ragazza al petto e scivolando a terra. E fu lì, in ginocchio sul verde pavimento di linoleum, mezzi fradici di pioggia e lacrime che i due si ritrovarono. Ad unirli, la morte dei loro migliori amici.


-- TRE ALL'IMPROVVISO --

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𝗧𝗥𝗘 𝗔𝗟𝗟'𝗜𝗠𝗣𝗥𝗢𝗩𝗩𝗜𝗦𝗢  𝗗𝗿𝗮𝗺𝗶𝗼𝗻𝗲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora