capitolo 1

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Non ho mai apprezzato il caldo eccessivo.
Non mi è mai piaciuto quella percezione addosso del caldo torrido estivo.
Ed infine odiavo Los Angeles.
Non sopportavo tutto quel caldo, quel caos e per non parlare della finzione che plasmava l'intera città!
La città degli angeli, le persone erano tutti fuorché angeli.
Materialisti, finti e gran maleducati, erano questi i soggetti che passavano per le strade di Los Angeles.
Non voglio fare di tutta l'erba un fascio, ovviamente esisteranno delle sane e genuine persone qui, ma io non sono mai riuscita a venirvi a contatto e sapete perché?
Perché ho avuto quella che in tanti definirebbero "fortuna" di essere nata figlia di un'importante imprenditore.
Tutti nella loro vita pensano sempre e solo ai soldi, quindi l'unico aspetto che andrebbero ipoteticamente ad analizzare sarebbe il mio conto bancario.
Sì per essere una diciottenne è altissimo, ma non sono mai stati i soldi che alla fine del giorno mi hanno aiutata.
Tutti quei soldi non hanno mai ripagato l'assenza di mio padre in casa, non hanno mai ripagato le amicizie o gli amori che non ho mai potuto approfondire perché secondo alcuni "non al mio livello".
Cosa te ne fai di soldi che non possono pagare ciò che realmente vorresti?
In conclusione quindi, io non me ne facevo assolutamente niente, ma mio padre beh ha sempre voluto "investire" su di me.
Sono originaria dell'Italia, nata a Roma ma ho vissuto un po' di qua e di là nel mondo.
Amo Roma, mi ricordo di quando da piccola prendevo con tutte le forze che avevo il mio sgabello, lo appoggiavo vicino alla finestra e passavo tanto tempo a guardare fuori.
I cieli azzurri, tutti quegli appartamenti dai colori sbiaditi e quelle perziane per cui ho sempre avuto un debole.
C'era di fronte casa nostra un appartamento con delle perziane blu scuro, da dove ogni mattina si affacciava una dolce anziana che mi salutava sempre.
Non ho mai saputo nulla di quella signora, eppure ogni mattina eravamo solite scambiarci un saluto; quello era stato un piccolo gesto che ha dato inizio ad ogni mia giornata, fino ai miei tredici anni.
Sapete cos'altro non possono comprare i soldi? L'affetto.
Quando avevo tredici anni, mia madre se ne andò di casa, stanca di mio padre.
Non ho mai saputo i motivi precisi per i quali lei decise di lasciare casa, non li ho mai voluto sapere.
Il problema però è che non solo decise di lasciare mio padre, ma anche me, sua figlia.
Da quel momento iniziò per me un periodo letteralmente di silenzio, in cui non parlavo con nessuno ed in cui mi rinchiusi completamente con me stessa all'interno della mia camera.
Non mi affacciai più alla finestra a salutare quella dolce signora, perché non aprii più per molto tempo le finestre.
Ho passato circa un annetto isolata,mio padre tentava di farmi ritornare in sesto ma ad un certo punto si arrese e decise solo di assumere una badante che mettesse in ordine la mia stanza e che provasse minimamente a farmi colloquiare con qualcuno.
Tutto cambiò improvvisamente quando una sera mio padre invitò un suo collega di lavoro a casa con la figlia, che divenne poi la mia migliore amica.
Ricordo di quando mio padre aprì la porta con un grande sorriso in volto e di come sembrava essere tornato al lui di quando andava tutto bene.
Scesi volentieri a cena quella sera, spronata appunto dalla felicità di mio padre; non posso che affermare di aver fatto una delle scelte migliori quel giorno.
Non avevo mai avuto grandi amiche nel corso dei miei tredici anni a causa della scuola privata dove andavo e a causa del mio carattere, troppo distante da quello di tutti gli altri in quell'istituto.
Eppure per la prima volta venni a contatto con una persona simile a me, con cui riuscii a ridere e scherzare: Caterina.
Senza ombra di dubbio è grazie a lei che sono ritornata ad essere una persona normale e non una larva chiusa nel bozzo della propria stanza.
Lei mi aiutò in grande modo ma ovviamente non riuscì a risolvere ogni mio turbamento; come detto infatti ho vissuto in giro per il mondo, negli ultimi due anni non faccio altro che cambiare città quasi ogni mese.
Questo ovviamente me l'hanno permesso i fantomatici "soldi di mio padre", ma quanto può essere attraente uno stile di vita in cui per non pensare a quanto non si stia bene con sé stessi si cambia città ogni tre per due?
La scuola internazionale che facevo sin dalle elementari mi ha permesso di avere vasta scelta, la lingua non era per me un limite; mio padre cedette al farmi partire perché ormai avevo quasi raggiunto l'età dell'indipendenza e perché sapeva che avrebbe solo aggravato la situazione non permettendomelo.
L'unica "clausola", era così che lui l'aveva definita, era rappresentata dalla mia badante che sarebbe dovuta venire con me.
Lui infatti non avrebbe mai ceduto a venire con me e prendere una pausa dal lavoro, troppo occupato ed indaffarato.
Ed è stato così che me ne andai da Roma, andandomene subito in America che con il suo american dream aveva sempre riempito la mia mente ma che con le sue New York, Miami e Los Angeles mi deluse completamente.
Ritornai allora in Europa, continuando a seguire lezioni online e ritornando ogni tanto per le vacanze da mio padre.
Tra le mie ultime tappe ci sono state diverse città dei paesi del Nord Europa, dove mi ero finalmente trovata vagamente bene.
Nel frattempo rimasi in contatto con Caterina, con cui quasi ogni sera facevo videochiamate assieme; avevamo deciso che quest'estate avremmo viaggiato insieme e che avremmo cercato la nostra università perfetta.
Fu questa infatti la vera motivazione che portò mio padre ad accettare l'idea di me e Caterina da sole per un'intera estate, la ricerca dell'università.
Ovviamente Caterina ed io non l'abbiamo presa solo come una visita in diverse università, ma come una vera e propria vacanza in cui ogni tanto avremmo fatto visita a qualche università.
Ed è per questo che ero a Los Angeles, quella città che mi aveva tanto delusa a sedici anni e che ancora continuava ad infastidirmi, quella città con un'estate e caldo perenne, quella città che non sapevo mi avrebbe poi stregata e rapita.

N/A
ciaoooo!! questo è il primo capitolo, ho lasciato il nome delle due protagoniste femminili come quelli dell'altra storia che ho scritto su Nick Austin, fatemi sapere che ne pensate !!

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