capitolo 3

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Arriva la cameriera e vedo che Caterina sta ancora guardando dietro di me quei ragazzi, starà sicuramente facendo del contatto visivo con uno.
Molto incuriosita decido di girarmi, tentando di fare la vaga e fingendo di guardarmi intorno.
Finalmente riesco ad intravedere questi fantomatici ragazzi: sono seduti ad un tavolo di distanza, sono quattro e due sono di spalle.
Un ragazzo biondo dai capelli mossi distoglie lo sguardo appena mi giro e questo mi fa capire che era lui che si stava fissando da tempo con la mia amica.
Ma proprio quando lui distoglie lo sguardo, i miei occhi inquadrano il ragazzo di fianco al biondo.
Mi guarda, con fare di sfida.
Ha dei capelli mossi simili all'amico, ma che vanno più sul ramato,sembrano quasi arancioni.
Ha una maglia a maniche corte, ma noto delle braccia muscolose coperte da tatuaggi.
Tento di mettere a fuoco quello che mi sembra essere un serpente ma vengo richiamata dalla mia amica.
"Eva!" dice.
Mi rigiro immediatamente.
"Si mi scusi" dico guardando la cameriera che stava aspettando il mio ordine.
"Prendo un'insalata con pollo grazie" dico porgendole il menù e scusandomi nuovamente.
Se ne va dicendo che non fa niente e mi ritrovo la mia amica divertita dalla scena.
"Almeno adesso hai capito perché ero così presa dal fissare lì dietro" dice facendo cenno con la testa ai ragazzi.
Rido divertita dalle parole della mia amica.
"Guardavi il biondo vero?" chiedo.
In realtà non so perché glielo stia chiedendo, sto cercando la conferma che non stesse guardando l'altro ragazzo?
Lei annuisce.
"Quello affianco non è niente male, ho visto come lo stavi guardando prima" dice con un sorrisetto.
"Non è vero" dico subito, forse esagerando anche con il tono.
Lei al contrario ride.
"Si che è vero, vi stavate guardando ed infatti ti ho dovuta richiamare per avere la tua attenzione" dice.
Aveva ragione.
"Okay va bene lo stavo guardando, ma niente di che, e poi mi ha guardata strana sembrava come se volesse sfidarmi" dico scrollando le spalle.
"Beh adesso" dice spostando leggermente lo sguardo, per poi ritornare a guardare me "ti stava guardando".
"Forse volevi dire che stava guardando la mia schiena" dico ironicamente alla mia amica.
In effetti, ero girata ed in questo momento poteva vedere solo la mia schiena.
"O magari il tuo sedere" risponde lei ammiccando.
"Ho il pareo stupida" dico dandole uno schiaffo amichevole sul braccio.
Arrivano i nostri ordini che interrompono il nostro discorso.
Ci mettiamo a mangiare e cambiamo discorso, parliamo dei programmi di oggi e dei prossimi giorni.
Io domani avrò l'orientamento all'UCLA e la mia voglia di sentir parlare per ore di cose di cui non mi importa nulla è pari a zero.
"Ma l'hai detto alla fine a tuo padre della Southern?" mi chiede Caterina mangiando un pezzo di hamburger.
"Sei matta? Se lo venisse a sapere probabilmente prenderebbe il primo volo disponibile e verrebbe qui a discutere con me di quanto qualsiasi cosa che non si economia mi sarà inutile" rispondo giocherellando con la mia insalata.
"Secondo me potresti provare a dirglielo, alla fine è solo un orientamento; e poi è il tuo futuro e lui è tuo padre, capirebbe sicuramente" propone lei.
"Non penso proprio, durante tutto questo periodo mi ha concesso di tutto con il liceo, ma mi ha sempre detto che non avrebbe mai transatto sull'università" dico sospirando.
"Beh pensa però che anch'io molto probabilmente andrò all'UCLA, quindi almeno non sarai da sola" dice lei sorridendomi.
"Si ma te sei brava a matematica e soprattutto scegli qualcosa che ti piace davvero" dico alterata.
Finiamo di mangiare ed ho la mente ancora occupata sul da farsi dei miei studi.
Caterina si alza e va a pagare, nel frattempo io mi giro verso sinistra e mi perdo nel guardare il mare.
Volevo davvero rimanere in silenzio con mio padre ed intraprendere un importante corso che non mi avrebbe stimolata in alcuna maniera?
Con la coda dell'occhio vedo la mano di Caterina che mi fa cenno di andare.
Prendo la borsa e scendo dalla sedia dirigendomi verso l'uscita.
Mentre stavo per uscire intercetto con lo sguardo due occhi che mi stavano scrutando.
Era il ragazzo di prima, noto che al braccio ha un grande tatuaggio con un serpente, avevo visto bene prima.
Ero quasi arrivata all'uscita quando lo vidi farmi l'occhiolino.
Aveva ancora quell'aria di sfida di prima ma ora era presente sul suo viso anche un sorrisetto.
Mi girai immediatamente infastidita ed uscii dal locale.
Ma chi si credeva di essere quello?

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