capitolo 6

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Capelli ricci tendenti all'arancio, grande tatuaggio con un serpente e sguardo di sfida, non erano caratteristiche facili da dimenticare.
Mi fissa ancora con quell'aria di sfida, come ieri quando era a quel tavolo poco distante da me.
Chi era?
Perché mi guardava così?
Mi soffermai sul bedge che aveva al collo, bene era lui allora l'amico di Zack.
Distolsi lo sguardo da lui nel momento in cui dalle sue spalle spuntò una figura a me particolarmente nota.
"Buongiorno ragazzi, quest'oggi per me è un onore avere l'opportunità di dare inizio al vostro corso di orientamento nell'UCLA; ho io personalmente scelto ognuno di voi tramite i colloqui che avete sostenuto e sono contento di rivedervi ora qui di persona" dice il rettore Meyer.
Benissimo, se prima mi sentivo a disagio solo a causa della scelta di mio padre e non mia ora mi sentivo anche la raccomandata della situazione.
Mi guardo attorno e noto che tutti i miei "futuri compagni" hanno un sorriso stampato in volto e di come siano intenti ad ascoltare ogni parola detta da Meyer, che io non stavo ormai minimamente sentendo.
Meyer, che da grande collega e amico di mio padre non mi aveva mai chiesto di parlare.
Io non avevo sostenuto alcun colloquio, le persone attorno a me avevano probabilmente studiato e lavorato sodo per ottenere la possibilità di accedere e far visita all'università, mentre io non avevo fatto un bel niente.
Grande papà, altra bella mossa.
Ritorno alla realtà solo nel momento in cui vedo Meyer stringere la mano al ragazzo che mi fissava; è in quel momento che le mie orecchio ritornano quasi per magia a riascoltare il tutto.
"Ed ho qui uno dei migliori alunni del corso di business,Vinnie, che vi accompagnerà assieme a me nella visita della struttura" dice sorridendo e continuando a stringere la mano del ragazzo.
Quindi si chiama Vinnie, beh buono a sapersi.
Per la prima volta noto un sorriso spuntare sul suo viso e mi soffermo sullo sguardo che rivolge al rettore: lo sta guardando come un figlio guarda con affetto il proprio padre.
Volto lo sguardo, consapevole della differenza che separa a quanto pare me da tutti gli altri qui ed al corrente dell'amore sconfinato che qui tutti provano verso questa materia ed i suoi docenti.
Guardo dietro di me, cercando Zack, magari con quel sorriso mi avrebbe trasmesso un minimo di forza.
Purtroppo però non lo vedo, avrà cominciato il suo giro con quelle ragazze che mi fissavano male prima.
Ma cosa vado a pensare?
Perché avevo quelle ragazze nella mente?
Mi giro nuovamente e noto che il gruppo si è allontanato da dove eravamo prima.
Perfetto, stavo per perdermi il gruppo ed il tutto è iniziato solo da una decina di minuti.
Velocizzo il passo e li raggiungo, cerco di passare inosservata e di non farmi troppo notare, in special modo da Meyer.
Sono sicura che sappia chi sono, mio padre non avrà esitato un momento a mostrargli una mia foto per fargli capire chi fosse sua figlia.
Già sono partita con una marcia in più rispetto agli altri, non ne voglio una seconda che faccia sprofondare ancor di più la mia autostima.
Sento Meyer che parla della sala che abbiamo di fianco, l'auditorium.
"Ed è qui che teniamo le nostre riunioni ed incontri più importanti; arrivano dal mondo diversi personaggi di spicco con cui alunni come voi sono riusciti ad entrare in contatto" dice.
Noto la grandezza della stanza, tantissimi posti ed un enorme palco rialzato.
Comincia poi a fare un enorme elenco delle persone famose che hanno messo piedi lì dentro e ciò mi porta ad alzare gli occhi al cielo.
'Esibizionista' penso mentalmente.
Sento il cellulare vibrare all'interno della mia borsa e ringrazio mentalmente di aver levato il suono.
Che figuraccia che avrei fatto se no.
Prendo il telefono in mano velocemente e tento di non farmi notare da nessuno, nel mentre che continuiamo il nostro percorso.
Accendo la schermata del telefono e noto che è un messaggio di Caterina.

Che ne dici di prendere il sushi per pranzo?

Alla vista di quel messaggio sento il mio stomaco brontolare per la fame, cavolo non ora.
Purtroppo non riuscirò ad essere a casa a pranzo dato che questa cosa mi porterà via ancora un sacco di tempo.
Magari potrei chiedere a Zack se ha voglia di andare a pranzo assieme, penso.
Ma cosa dico? L'ho conosciuto qualche minuto fa, magari ha una ragazza e magari ha fatto quello che ha fatto solo per educazione.
Ma perché ora mi stavo facendo tutte quella paranoie?
Scuoto la testa e comincio a pigiare sulla tastiera il messaggio alla mia amica.
"Non dovresti utilizzare il telefono, è una mancanza di rispetto" dice improvvisamente una voca roca di fianco a me.
Balzo per lo spavento ed il telefono mi cade dalle mani.
Ero così presa dalle mie paranoie su un ragazzo e dal messaggio della mia amica che non mi ero accorta minimamente che qualcuno mi si fosse affiancato.
Mi chino subito a raccogliere il telefono, sperando non si sia rotto e pronta ad attaccare quel cretino che mi aveva appena fatto prendere uno spavento.
Sporgo la mano ma la persona di fianco a me è più veloce e lo raccoglie per me.
Ho ancora lo sguardo fisso sul pavimento e vedo questa grande mano, da dove sporge un tatuaggio a me ormai noto, porgermi il telefono.

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