capitolo 9

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"E così hai conosciuto un ragazzo,bello, simpatico e gentile?" mi chiede la mia amica che come da copione sta sdraiata sul divano con gli occhi ancora mezzi chiusi per il sonno.
Io mi limito ad annuire.
"E sei tornata in fretta e furia qui?" mi chiede di nuovo, questa volta girandosi completamente verso di me.
Annuisco di nuovo.
Volto poi un momento la testa verso la finestra.
Non l'avessi mai fatto.
Distraendomi per un momento non noto il cuscino che Caterina mi aveva appena tirato in faccia.
"Sei impazzita?"le chiedo girandomi velocemente verso di lei.
"È quello che ti meriti per aver fatto ciò che hai fatto" mi risponde alzandosi lentamente dal divano.
"Non solo hai visto l'amico di quel bono assurdo che avevo adocchiato l'altro giorno al mare e non hai minimamente cercato informazioni per la tua amica" fa una breve pausa "ma hai anche rifiutato l'invito di quello che sicuramente sarà stato un altro bono assurdo" continua lei alzando la voce.
Io alzo gli occhi al cielo in risposta.
"Mi mancano solo i ragazzi guarda" dico guardando la mia amica che si incammina verso la cucina.
"Non è detto che debbano portare forzatamente problemi nella tua vita" mi urla dalla cucina.
"Bah" dico io a bassa voce, decidendo di andare in camera.
"Che facciamo oggi pomeriggio?" mi urla ancora Caterina dalla cucina.
"Non lo so, ho bisogno di riposare" urlo di rimando.
Apro velocemente la porta della camera e con altrettanta velocità la richiudo.
Ero stanca, non troppo, ma mi ero comunque svegliata presto e la sera prima non avevo dormito un granché.
Levo i jeans, mettendo una tuta morbida e mi infilo nel letto.
Controllo al volo il telefono per vedere... non so bene cosa, dato che di solito non ricevo molte notifiche.
"Uff" sbuffo buttando il telefono sul letto e girandomi su un lato, sperando di riuscire ad addormentarmi il più presto possibile.
——
Mi alzo dal letto controvoglia, oggi non ho proprio voglia di fare nulla.
Scendo giù cercando la mia amica per chiederle cosa fare questa sera.
"Cateeee" urlo arrivata in soggiorno.
Mi giro e rigiro ma non la vedo.
"Sono qui" urla lei dalla cucina.
La raggiungo.
"Finalmente ti sei svegliata mi stavo annoiando davvero tanto" mi dice e nel
mentre butta varie buste nel
cestino.
"Vabbè ho dormito un paio d'ore, mica una giornata intera" le rispondo.
"Okay la prossima volta appena comincerò ad annoiarmi uscirò di casa e me ne andrò via da qualche parte, lasciandoti da sola con il tuo sonnellino pomeridiano" mi risponde guardandomi male per un attimo e riprendere poi ciò che stava facendo.
"Dai ero ironica" le dico andando verso di lei ed abbracciandola.
Mi stacco dall'abbraccio e mi siedo sul davanzale della cucina, bevendo dell'acqua.
"Hai pensato a qualcosa da fare questa sera?" chiedo.
"Avevo pensato ad andare fuori a cena, vorrei provare qualche ristorante verso il mare che ne dici?" mi propone.
"In realtà non avrei molta voglia di fare qualcosa oggi, ma se si tratta di andare ad un ristorante non mi oppongo" dico sorridendole.
"Anzi sai cosa?" continuo a dirle balzando dal davanzale "oggi ho proprio voglia di bere" finisco di dire.
Lei subito mi lancia uno sguardo complice e ridacchia.
"Perfetto, tra un po' ci prepariamo, ho voglia di mettere un bel vestito" dice rigirandosi e finendo di pulire le stoviglie.
Vado allora in camera mia, stranamente eccitata e felice di uscire, non so bene cosa mi stesse prendendo.
Apro il mio armadio e cerco anch'io un vestito; dopo aver frugato per venti minuti e scombussolato l'intero armadio trovo finalmente ciò che stavo cercando: il vestito di seta verde che mi aveva regalato papà per lo scorso compleanno.
Quel vestito era bellissimo, non lo avevo ancora mai messo e chissà quanto sarà costato a mio padre.
Era lungo e cadeva morbido fino all'altezza del polpaccio, molto
elegante forse troppo.
Il pensiero dell'eleganza del vestito me lo fa quasi rimettere nell'armadio, ma poi mi decido di volerlo mettere e fregarmene.
Alla fine in quella città non conoscevo nessuno, chi avrebbe mai potuto giudicarmi?
Decido però di smorzare il vestito con un paio di sneakers che facevano risultare il tutto più vivace e giovanile.
Mi butto allora in doccia, lavandomi e cercando di non rubare troppo tempo anche alla mia amica che come me si sarebbe dovuta preparare.
Asciugo i miei capelli biondi e decido di lasciarli lisci, in modo da mettere in risalto la loro lunghezza.
Mi trucco, passando giusto un po' di correttore sotto le occhiaie e tentando di creare qualcosa con l'ombretto. Non ero abituata a truccarmi molto, quindi cercai solo di rifare qualcosa visto in qualche tutorial su instagram.
Miei poi il mascara e finendo il tutto con del burro cacao.
"Sei seria? Il burro di cacao?"
La porta si era appena aperta e Caterina ovviamente ne aveva una per me anche in quel momento.
"Qual'è il problema?" le dico chiudendo il burro cacao e rimettendo in ordine il lavandino.
"Che non hai più tredici anni" mi risponde sbattendo le braccia sulle gambe.
La vedo poi prendere la sua trousse, la apre e comincia a frugare.
Anche lei aveva appena finito di truccarsi e si era già anche vestita: aveva messo anche lei un vestito lungo, simile al mio ma in tessuto diverso ed in nero.
Era più abile di me nel trucco e lo si notava dal trucco leggermente scuro che le metteva in risalto gli occhi chiari.
"Tieni" mi dice.
Scuoto la testa e la guardo, mi stava porgendo un lucida labbra.
Alzo gli occhi al cielo e rido.
"Grazie Caterina, come avrei fatto senza questo lucida labbra" dico ironicamente aprendolo.
"Come faresti senza di me" dice lei uscendo dal bagno.
Anche quello era vero, penso.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 29, 2021 ⏰

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