capitolo otto

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No Megan. Nessuno verrà a salvarti. Non siamo in un film Disney, non arriverà il principe azzurro che sconfiggerà il cattivo. Devi cavartela da sola. L'uomo si sta avvicinando sempre di più. Agisco di impulso: mi alzo velocemente e gli tiro un calcio fortissimo nelle parti basse e, mentre lui si contrae per il dolore, inizio a correre più forte che posso verso la strada dove ero prima. Quando finalmente ci sto per arrivare sento la voce dell'uomo dietro di me:

"Questa me la paghi, brutta mocciosa"

Inizio a correre ancora più forte ma per sbaglio sbatto contro qualcosa davanti a me e cado a terra. Mi guardo dietro e vedo l'uomo è a pochi passi da me. Ci ho provato, ma ora è davvero finita. 

"Allora piccola, dove eravamo rimasti?"

"Ti prego vai via"- sembro una bambina che ha paura del mostro sotto al letto. Ma questa volta il mostro è vero ed è mille volte più spaventoso.

Mentre chiudo gli occhi dalla paura sento una voce famigliare dietro di me, alzo lo sguardo e mi accorgo che non mi ero scontrata con qualcosa, ma con qualcuno. Quel qualcuno era proprio Louis. E' sempre il solito ragazzo bellissimo: labbra sottili e capelli chiari con un ciuffo che gli ricade sulla fronte, ma c'è qualcosa di diverso nel suo viso. Gli occhi. Sono iniettati di sangue.  La sua espressione è dura: la mascella contratta e gli occhi fissi sull'uomo. In quel momento parlò ed io sobbalzai, lui se ne accorse e mi fece cenno di andare dietro di lui

"Non so se te ne sei accorto, ma lei ti ha chiesto di andartene"

"Eddai amico, se vuoi ce la dividiamo"- Louis fece una faccia disgustata mentre lo guardava, gli occhi di ghiaccio.

"Te lo ripeto di nuovo: vattene via."- scandì lentamente le ultime due parole, in modo che fosse chiaro.

"Mi dispiace amico"

Un pugno colpisce Louis sulla mascella ma lui non sembra curarsene, perché gliene dà un altro di rimando. L'uomo si muove solo di qualche centimetro, per poi provare a colpire Louis di nuovo, ma lui si scosta facendogli colpire solo aria poi gli assesta una ginocchiata nel ventre. Mentre cade per terra mi prende per mano ed iniziamo a correre

"Vieni Megan, salta su"

La sua macchina è lì vicino e, dopo aver acceso il motore, parte sfrecciando sulla strada.

"Mi spieghi che cazzo facevi da sola a quest'ora?"

"Stavo tornando a piedi a casa da scuola e poi è comparso lui e..."- le lacrime iniziarono a rigarmi le guance. Non posso immaginare cosa mi avrebbe fatto se non fossi scappata all'inizio. Al solo pensiero le lacrime diventarono veri e propri singhiozzi. Cerco di nascondermi il più possibile per non farmi vedere da Louis ma, all'improvviso, la sua mano inizia ad accarezzarmi i capelli. Alzo lo sguardo e incontro il suo. I suoi occhi. E' ricomparsa quella malinconia. Allora non avevo visto male l'ultima volta, quella malinconia era vera. Lui distolse lo sguardo dopo qualche secondo che a me sembrava un'eternità. Riappoggio la testa sulle mie mani mentre le sue continuano ad accarezzarmi i capelli. Quest'uomo mi farà impazzire. Dopo circa dieci minuti spegne il motore. Alzo gli occhi e vedo un giardino famigliare: mi ha portata a casa sua. Rimango a bocca aperta. Mi ha davvero portato a casa sua? 

"Vieni?"

"Si, scusami, arrivo"

Scendo dalla macchina ed entro in casa insieme a lui. Non si sentono rumori, quindi immagino che non ci sia nessuno. Louis mi prende la mano e mi trascina su per le scale. Il suo tocco mi fa venire un brivido che mi percorre tutta la schiena. Anche lui sembra esitare appena chiude la mia mano nella sua, però poi ritorna in sé e mi porta in camera sua. E' molto diversa da come me l'aspettavo: le pareti sono rosse, il pavimento è in legno, il letto matrimoniale è al centro della stanza, a destra c'è un balcone che dà sul giardino mentre a sinistra c'è una porta che collega la camera con il bagno. E' davvero bellissima e lo rispecchia totalmente. Louis si dirige in bagno e torna con del disinfettante e del cotone. Con un gesto veloce mi prende la mano e delicatamente ci mette sopra il cotone imbevuto. Sobbalzo per il bruciore inaspettato mentre mi chiedo come io mi sia fatta male, non me ne ero proprio accorta. Louis mi guarda negli occhi con uno sguardo preoccupato, io scuoto leggermente la testa per dirgli che il dolore era sopportabile. Quando mi toglie il cotone vedo che è un taglio profondo. Non mi ricordo proprio nulla. Vedo che anche lui ha un taglio sulla mascella, allora prendo il cotone e lo guardo per avere l'approvazione. Lui, per risposta, mi prende la mano e la appoggia sulla sua guancia. Io inizio a tamponare la ferita e, quando vedo che ormai non c'è praticamente più sangue, levo il cotone e lo butto.

"I tuoi sono fuori città?"

"No"

Questa domanda lo aveva messo a disagio, quindi evito di continuare. Guardo l'orario e mi sale il panico. Non ci posso credere. Sono già le otto. Prendo la giacca e lo zaino. Louis mi guarda esterrefatto, ma io lo ignoro. Cazzo. Sono in ritardo. Millie sarà già a casa e mi staranno aspettando. Prendo il telefono in mano e provo ad accenderlo. Ovviamente ha la batteria scarica. Tornerò a piedi, alla fine questa casa è abbastanza vicina alla mia. Scendo le scale e vado verso la porta d'uscita ma Louis mi prende il polso.

"Devo tornare a casa. Il mio telefono è scarico e non so come fare. Non ti voglio far fare avanti ed indietro e qui non passano autobus e..."

"Rimani qui."- lo guardai incredulo. Era serio. Sul suo viso non c'era alcuna traccia di divertimento. 

"Cosa?"

"Rimani qui. Con me."



Ciao a tutti!! Scusate per questi giorni di assenza ma non ho avuto proprio il tempo di scrivere. Nonostante ciò spero che la storia continui a piacervi. Vi ringrazio ancora. Buona lettura!

-A:)



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