capitolo dodici

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Quando apro gli occhi mi ritrovo in una stanza totalmente bianca. Dove sono? Cerco di alzarmi ma sento una fitta di dolore ai polsi

"Ahia"- mi guardo le braccia. Il tubo di una flebo è attaccato con un ago nell'incavo del mio gomito. Tento di ricordare la sera prima, ma ho un vuoto. Che cosa mi è successo? I polsi sono bendati e mi fanno un male atroce. Guardo l'orologio attaccato alla parete, le 10:30. L'ultimo ricordo che ho sono io che annuso la maglia di Louis. Chissà dov'è ora...Megan smettila, pensa a te stessa ora. Una donna entra dalla porta e viene verso di me.

"Finalmente di sei svegliata! Tuo fratello e tuo padre saranno felici di parlarti! Li chiamo subito."

Prima di poterle chiedere che cosa mi fosse successo, era già sparita dalla stanza. In questo periodo non ho più sicurezze su nulla. Ho bisogno di delle risposte, non riesco più a vivere nel mistero. Papà e Dylan entrano nella stanza e il primo mi viene ad abbracciare. E' molto strano ricevere così tanto affetto da lui. Io sono uguale a mio padre: due introversi apatici che odiano i rapporti con le altre persone. Da questo punto di vista sono totalmente opposta alla mamma: lei era sempre solare e molto estroversa, amava il contatto con le altre persone. Ogni tanto mi chiedo come abbiano fatto a stare insieme due persone del genere, totalmente diverse.

"Gli opposti si attraggono"- mi diceva sempre la mamma. Su questa teoria non sono totalmente d'accordo. Certamente due persone diverse si completano a vicenda, però si trovano in disaccordo praticamente sempre. Ci sono anche i casi particolari, come i miei genitori, però le coppie come queste di solito sfociano nella separazione. Sorrido tra me e me. Dylan mi guarda storto ed io smetto di sorridere.

"Allora come stai? Hai male?"- papà mi accarezza i capelli, preoccupato.

"Ho solo un po' di male ai polsi, però sto bene."- sul viso di mio padre si schiude un sorriso sollevato. Gli sorrido a mia volta.

"Vado a parlare con la dottoressa un attimo, torno subito"- papà esce dalla camera mentre Dylan si siede di fianco a me. Appena sono sicura che papà sia uscito dalla stanza mi rivolgo a mio fratello.

"Che cosa è successo? Non mi ricordo nulla..."- sul viso di Dylan si forma una smorfia

"Davvero non ricordi nulla?"

"Non te l'avrei chiesto."- rispondo secca. Uno dei miei più grandi pregi è avere sempre la risposta pronta. Dylan sbuffa ed inizia a raccontarmi la storia.

"Ieri, dopo la litigata, Millie è scesa spiegandomi che per varie ragioni non dovevo lasciarti uscire con Louis. Inizialmente sono rimasto un po' sconcertato, dopotutto era lei che ti aveva mandato a quella festa sapendo che era organizzata da lui..."

"NO ASPETTA COSA?"

"Lasciamo finire il discorso. Ho provato a chiederle il motivo ma lei mi ha detto solamente che era per il tuo bene e altre cazzate varie. Prima di andarsene ha detto anche ti tenerti sotto controllo. Credevo che stesse scherzando, ma quando ho sentito un tuo urlo ho capito che aveva ragione. Sono entrata in camera tua e sono rimasto senza parole: ti eri tagliata sui polsi Megan."- Dylan è sull'orlo delle lacrime -"Provavo a chiamarti ma tu non mi hai riconosciuto. Continuavi a ripetere mamma e Louis. Allora io e papà abbiamo chiamato l'ambulanza e ti abbiamo portato in ospedale. La dottoressa ci ha detto che avevi preso delle pillole sbagliate e che per quel motivo avevi probabilmente avuto delle allucinazioni. Cosa ti sta succedendo Meg?"- ormai Dylan sta piangendo ed io sono senza parole. Mi ero tagliata? Prendo mio fratello per le spalle e gli circondo il collo con le mie braccia. Mi dispiace di aver causato così tanto dolore alla mia famiglia.

"Non lo so, Dylan. So solo che ho un sacco di domande irrisolte e sto uscendo di testa. Io sono innamorata di quel ragazzo e mi state obbligando a stargli lontana. Io non ce la faccio più. Prima mi dice che non vuole prendersi degli impegni, poi mi bacia. Quando finalmente credevo di aver raggiunto una sorta di stabilità mi è crollato di nuovo il mondo addosso quando, ieri mattina, Millie mi ha detto di stargli lontana. Dylan devi capirmi, lui è l'unica persona che mi ha fatto provare dei sentimenti da quando mamma se n'è andata. Ieri l'hai capito anche tu quando mi hai visto piangere. Il problema è che le mie emozioni mi stanno distruggendo: di giorno ho sempre la mente da altre parti, non riesco più a concentrarmi ma la parte peggiore è la notte, non riesco più a dormire perché sogno sempre o lui o la mamma. Io devo parlare con qualcuno, non posso vivere così. Rischio di auto distruggermi o, ancora peggio, di spegnere i miei sentimenti per sempre. E io non lo voglio, non riesco più a non provare emozioni, mi uccide. Mi dispiace tanto per tutti i problemi che sto dando a te e a papà, non era mia intenzione. Mi dispiace davvero tanto."

"Shhh, va tutto bene"- Dylan cerca di calmare il mio pianto accarezzandomi la schiena.

"Ho bisogno di risposte."

"Sai bene che io e te siamo legati tantissimo e sono arrivato addirittura a leggerti nella mente"- un sorriso compiaciuto gli compare in viso. Non ha fatto quello che sto pensando, vero? Quando però lo vedo alla porta capisco che mio fratello mi conosce più di quando pensassi.

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