Mi presento, mi chiamo Hope, ho 19 anni, abito a Londra, perché dire che abitavo a Centocelle a Roma suonava brutto.
Ovviamente sono bionda, ho gli occhi azzurri, o verdi, non fa differenza, l'importante è che siano chiari perché marroni cioè no zi, banali.
Sono una ragazza timida e riservata, schiava del patriarcato e con la stessa solidarietà femminile di un maschio bianco etero cis gender che si atteggia da uomo alpha e che ridicolizza il femminismo, ragion per cui discrimineró qualsiasi ragazza che va a letto con molteplici ragazzi e che alle feste anziché indossare la tunica di suor Benedetta, indossi abiti aderenti e corti, additandola come puttana, troia e altri appellativi sessisti, riducendola dunque a una semplice donna oggetto senza valore, colpevole di possedere una grande autostima ed essere sessualmente libera.
Ovviamente io non ho mai visto un pene manco per sbaglio ma sono stata fidanzata per tre anni con un tipo in cui per tutto questo lasso di tempo non abbiamo fatto altro che guardarci negli occhi.
Dopo un po' di tempo venni a scoprire che si scopava la mia migliore amica dato che io mi rifiutai molteplici volte anche solo di fargliela annusare o di fargliela sfiorare con l'indice.
Soffrì terribilmente, convinta fosse l'amore della mia vita, ma la superai dopo due giorni.Come se non bastasse, anni prima i miei genitori, chiaramente, morirono in un incidente stradale, o in un incendio, boh, quando avevo solamente 9 anni. Ero molto legata a loro, soprattutto a mia mamma. Da allora andai a vivere con i miei nonni che mi picchiavano giornalmente legandomi su una sedia e prendendomi a cinghiate.
La terribile sofferenza mi portò a chiudermi in me stessa, diventai fredda e impassibile, costruendomi una corazza. Tolsi la corona e indossai l'armatura, un angelo bianco con l'anima nera.
Sopportai questa tortura per un po' di anni finché non trovai un lavoretto come cameriera in un bar, guadagnai quanto bastava per affittare un modesto appartamento lontana dai quei vecchi pazzi.
Dopo circa due anni, boh, nse sa, riuscì a trasferirmi nella città in cui avrei frequentato il college, Los Angeles.
Ero estremamente euforica e l'indomani sarebbe stato il grande giorno. Andai a dormire presto per non rischiare di svegliarmi con le stesse occhiaie della salma di mia nonna.Si fecero presto le sei del mattino, feci una doccia veloce, sistemai i miei lunghi capelli biondi lisci lucenti e setosi Pantene in una coda, ovviamente non mi truccai perché cioè zi, il trucco è solo per le puttane, le basi. Al massimo un filo di mascara e un po' di burro cacao perché tanto sono una gnocca da paura, ma te pare che lo ammetto? ovviamente sono insicura quindi dico di essere un cesso e sminuiró me stessa dalla mattina alla sera, mettendomi a confronto con altre fregne evidenziando i difetti che non ho.
Indossai una felpa larga, un paio di jeans e ovviamente le mie amate vans, presi la borsa e corsi a prendere il bus.
Finalmente arrivai al college e mi soffermai a guardare con occhi sognanti quella meravigliosa struttura che avevo sempre desiderato frequentare. Non si sa quando, come è perché, ma è così.
Entrai all'interno e mi guardai un po' intorno cercando di orientarmi per trovare la mia stanza, ma ero così spaesata che mentre camminavo andai addosso a qualcuno cadendo a terra come mia nonna senza stampelle che si alza dal divano.
Alzai lo sguardo per chiedere scusa alla persona contro cui urtai e mi ritrovai davanti il figlio illegittimo di Posaedone, Ercole, qualche dio greco random.
Occhi azzurri, labbra carnose, capelli biondo cenere spettinati, fisico scolpito nella roccia personalmente da Michelangelo, spalle larghe come la figa di tu madre, alto 6 metri e 40.
Mi guardò dall'alto verso il basso squadrandomi per poi tendermi la sua possente mano per aiutarmi ad alzarmi, la afferrai e sentì brividi, scosse, energia elettrostatica, gli elettricisti della telecom, mio zio Peppino che infila una forchetta nella presa elettrica, lungo la schiena. Rimasi completamente folgorata da quel tocco.
Però a me non piace, cioè amo te pare? sicuramente gli andrà dietro tutta la popolazione mondiale, tutte le ragazze della scuola e anche la bidella concettina e io essendo ovviamente diversa dalle altre e me la devo tirare come se ce l'avessi solo io la vagina, continuerò a convincere me stessa che non mi piace, che lo odio, che non lo sopporto, quando invece sono perdutamente innamorata, anche se l'ho conosciuto 3 minuti fa.
Gli rivolsi un timido <<grazie>> lui mi rispose scocciato <<stai più attenta la prossima volta Chiara ferragni>>
Si giró e andò verso una ragazza con i capelli ovviamente rossi, me pare scontato, alta 5 metri, solo le gambe 3 metri e 80 e con un fisico da modella di Victoria secret.
In un attimo il mio cuore perse un battito quando vidi che il bono misterioso le prese il viso tra le mani e le infiló 7 metri di lingua nella gola, che tubo endotracheale spostate proprio, davanti ai miei occhi.
Scappai via da lì e prosegui la mia giornata cercando di non pensarci, ma tutto andò a rotoli quando qualcosa che non mi aspettavo sarebbe successo da lì a poco.
Rega questo è il primo capitolo spero vi piaccia e spero che non vi emozianiate troppo nel corso della storia perché già potete notare la profondità di questo racconto e soprattutto l'originalità
Nme compiate la storia rega che ve pio a calci, so che la tentazione è forte perché è estremamente scritta bene e con una trama ben strutturata e complessa ma non ce provate
xoxo
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Il manzo di Los Angeles
HumorHope, una ragazza rimasta sola nella vita con un passato tormentato che dopo essersi trasferita in una nuova città per frequentare il college che ha sempre sognato, si troverà davanti a un misterioso bono maschio bianco etero alpha, un vero bad boy...