Capitolo 4

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<<Ma bene Maicol, complimenti! Adesso ti fai anche questa poveraccia con le pezze ar culo? CHE SCHIFO.>>

<<Rossana che cosa vuoi ancora? Ti avevo esplicitamente detto di lasciarmi in pace, non ti è bastato essere presa a pisellate sulla nuca poco fa?>> quasi urlò Maicol irritato. <<Devo ricordarti cosa mi hai fatto "Rossana minchia puttana"?>>

<<Non chiamarmi MAI PIÙ in quel modo Maicol! >> sbraitó la zoccola, doveva trattarsi di una sottospecie di soprannome che a quanto pare non le andava molto a genio.

<<OH scusami, preferisci Rossana succhia banana? >> La maturità di Maicol mi colpì, non immaginavo potesse essere una persona così piena di carattere e con una proprietà di linguaggio tale, la stava davvero asfaltando con eleganza.

<<Sei veramente un pezzo di merda Maicol, ricordati che nessuna sarà mai al mio livello, NESSUNA. Tanto meno una verginella con la felpa macchiata di sugo che puzza di pasta aglio e olio.>> La rabbia cominciò a prendere il sopravvento, non ci vidi più dal nervoso. Ma come cazzo si permetteva?

Presi la rincorsa e salì sopra un muretto, feci una capriola in aria all'indietro, mi diedi la spinta con i piedi su un muro di fronte a me, saltai e arrivai abbastanza in alto da arrivare sul tetto della scuola e afferrare una trave di ferro arruginita, presi una veloce rincorsa, backflip doppio, mi diedi varie spinte tra un muro e l'altro e mi lanciai contro Rossana con tutta la violenza che avevo in corpo per prenderla in pieno viso con la trave, ma lei fu più veloce di me, colpì il suolo.

"PUTTANAAAAAA" urlai fiondandomi velocemente verso Rossana, ma la sfiorai soltanto, i miei nervi stavano esplodendo.

Successe qualcosa di inaspettato, Rossana si levò la sua giacca completamente ricoperta di paillettes rosa rimanendo così a petto nudo, probabilmente per non rovinarla, si tolse una scarpa e prese la rincorsa verso di me con essa, notati che era ricoperta di borchie. Mi attivai all'istante e poco prima che potesse colpirmi feci un salto di 5 metri facendo una capovolta per poi atterrare sul suolo sfinita.

Mi guardai un po' intorno per vedere Maicol in tutto questo cosa stesse facendo. Il braccio di Rossana bloccato dalla possente mano di Maicol che la guardava con sguardo severo.

<<Rossana, sparisci. Ripeto, vuoi che ti ricordi cosa hai fatto? Vuoi davvero umiliarti in questo modo? bene.>> Che cosa gli avrà mai fatto?

<<Se pensi che possa perdonarti dopo l'errore più grande che potessi fare ti sbagli di grosso. Ti avevo chiesto un panino con tanto prosciutto COTTO e non CRUDO e ci volevo quel cazzo di emmental E NON UNA SOTTILETTA DEMMERDA, DONNA INUTILE.>> Rimasi allibita da quelle parole. Ma seriamente diceva?

Veramente aveva fatto un errore simile? Imperdonabile. Un argomentazione più che valida e inattaccabile, aveva totalmente ragione e per una seconda volta la maturità di Maicol mi stupì, possedeva una grande intelligenza, l'avevo sempre saputo.

Non gli rispose, guardò in basso ferita per poi puntare il suo sguardo colmo di odio verso di me. <<Non finisce qui, pezzente>> sputó velenosa liberando bruscamente il braccio dalla presa salda di Maicol, si rimise la giacca, i tacchi, si sistemó i capelli, ripassó il lucidalabbra marchiato Jeffree Star e andò via oscillando le sue natiche nude.

<<Maicol>> dissi titubante <<lavatrice>> mi rispose lui. <<Ora vattene anche tu, c'ho da fa'>>
cosa aveva appena detto? Rimasi profondamente ferita. <<Maicol ma che cazzo dici? poco fa ci stavamo baciando e mi stavi per dire qualcosa prima che ci interrompesse! sembrava qualcosa di importante...>>
<<Senti racchia, nun me devi cagare er cazzo, te lo voglio solo sbattere dove non batte il sole, per me sei solo una delle tante>>

Quelle parole mi fecero più male di un pugnale nello stomaco. Con passo svelto mi avvicinai a lui e gli tirai un sonoro schiaffo, aveva una pelle così perfetta che sembrava di marmo, mi feci anche male e lui non si mosse di un centimetro. In men che non si dica mi afferrò per i polsi, abbassò giù l'asciugamano che portava in vita, fece oscillare il bacino per far roteare l'apparato geniale maschile a mo di elicottero e spiccammo il volo.

<<MAICOL COSA STAI FACENDO LASCIAMI! DOVE MI POTTI?>> urlai in preda al panico.

<<Zitta donna, adesso lo scoprirai.>>

Come avete potuto leggere, un capitolo molto movimentato e sgravato.
Spero vi sia piaciuto bonazze

xoxo

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