Onestà

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Sono sempre stata una sognatrice, una a cui piace fantasticare e che raramente rinnegava i propri principi. Uno di questi era l'onestà, la verità era la cosa più importante per me, su di essa si basavano tutti i miei rapporti.

Mia madre non è stata mai molto onesta con me, sulla sua vita, sulla mia vita, su come sono venuta al mondo, ma soprattutto su chi fosse mio padre. La mia storia è sempre stata un susseguirsi di mega punti interrogativi, tutti legati al mio passato e al mio futuro.

La famosissima frase che mia madre mi ripeteva sempre: "partire dal passato per costruire il futuro" era vera per tutti quelli che mi circondavano, tra che per me. Come potevo decidere cosa diventare se non sapevo neanche chi fosse mio padre? Come potevo allontanarmi da mia madre se non conoscevo il vero motivo della sua tristezza?

 Molte volte ho provato ad affrontare l'argomento "mio padre" con la mamma, ma lei non faceva altro che dirmi: "Iris quello che so lo porterò con me nella tomba, non voglio che tu soffra come me!". Tutte le nostre discussioni sono partite sempre da quell'argomento, lei non voleva parlarne e io volevo sapere, lei diceva "no" ed io urlavo "SI!".  Dopo ogni nostro litigio una delle due se ne andava sempre sbattendo quella porta rossa, io scappavo a casa di Alice, mentre lei si rintanava al Tiger per bere e rimorchiare qualche uomo da portare a casa o in qualche motel. Quando io andavo da Alice tornavo a casa sempre dopo qualche oretta con due fette di torta al cioccolato extra per fare pace, mentre se era lei a sbattere la porta non rientrava a casa prima dell'alba e non era mai sobria, anzi ogni volta era sempre più ubriaca. Vedevo che la mia curiosità le provocava dolore, ma la mia non era voglia di spettegolare sul passato di mia madre, né tantomeno quella di giudicarla.

Ho sempre lottato ed indagato, ma il mio ultimo anno di liceo decisi che ormai non aveva più senso insistere, avevo 18 anni, se mio padre voleva conoscermi sarebbe già comparso, così come se mia madre mi avesse voluto dirmi chi fosse me lo avrebbe già detto. Quello doveva essere il mio anno, quello in cui l'unica preoccupazione era cosa mettere in valigia per la gita di fine liceo a San Francisco o a quale club unirmi per avere crediti extra per il college. Doveva essere l'anno di una normale liceale, di una ragazza che sapeva già che sarebbe andata al ballo di fine anno con le sue amiche più fidate, perché i ragazzi non se la filavano poiché considerata troppo strana dato che non faceva altro che studiare.  Già, ero quella strana, quella che non si preoccupava del proprio aspetto fisico o di piacere alla gente, sapevo su chi contare e chi avrebbe capito tutte le mie stranezze e i miei problemi. Sapevo che Alice e Carola sarebbero sempre state lì per me, così come io ci sarei sempre stata per loro, glielo dovevo. Ci eravamo conosciute tutte e tre contemporaneamente, quando avevamo 4 anni; eravamo al parco che si trovava dietro la chiesa ed era appena finita la Messa, era una domenica mattina. Mi trovavo seduta su una panchina vicino al fontanello dell'acqua, mi piaceva sedermi lì perché nei giorni di sole i fasci luminosi generavano dei piccoli giochi di luce simili a dei mini-arcobaleni; ero lì tutta sola, quando ad un certo punto si avvicinarono nello stesso momento due bambine, una bionda ed una castana, ma una cosa ci accumunava: avevamo tutte e tre lo stesso cerchietto rosso con il fiocco sul lato sinistro. "Ehy, abbiamo lo stesso cerchietto!", bene quella frase la dicemmo tutte e tre insieme, da quel momento niente ci divise e ad ogni evento speciale o nelle giornate tristi indossavamo il cerchietto rosso, quel cerchietto che ci aveva unite e rese quello che eravamo: sorelle di cerchietto!

Alice, Carola ed io sapevamo tutto l'una dell'altra, e quando dico tutto intendo tutto. Alice ed io fummo le prime a sapere della fuga della madre di Carola, quella sera facemmo un pigiama party a casa mia, stranamente mia madre non era ubriaca e ci preparò una buonissima pizza. Guardammo "Twilight" e iniziammo a fantasticare sui vari protagonisti. Carola era affascinata dal licantropo Jacob, lo vedeva così innocente e caloroso; io ero attratta dal vampiro Edward, lo percepivo come un qualcosa di estremamente freddo e distaccato, ma a cui bastava una carezza per sciogliersi; Alice era ossessionata da Bella. Quella sera infatti, quando avevamo 13 anni, Alice rivelò a Carola e a me di essere attratta dalle ragazze, di essere lesbica e che la protagonista del film era stata la sua prima vera cotta. Ci rivelò anche che al campo estivo aveva dato un bacio ad una ragazza durante un gioco, ma aveva paura a dirlo a casa perché i suoi si esponevano per le libertà di espressione di ognuno, però le avevano più volte detto che era peccato provare qualcosa per persone dello stesso sesso. Sicuramente il meno comprensivo in casa di Alice era suo padre Caleb, infatti non faceva altro che palesare a tutti che Alex era il suo figlio preferito, colui che lo rendeva orgoglioso di essere padre, colui che aveva un posto nel suo cuore. Per fortuna Alex non si era montato la testa, nonostante le lusinghe del padre, anzi delle volte era lui a combinare casini belli grossi, come quella volta che, appena presa la patente, rubò l'automobile di suo nonno, vi fece salire cinque ragazze e la picchiò contro il muretto della scuola. Crede che fece un danno di circa settecento dollari alla scuola e dovette cambiare tutto il paraurti della vecchia Jaguar del nonno. Alice soffriva questa preferenza di suo padre e ogni volta che la faceva notare a sua madre lei le diceva che si trattava di un malinteso, che in realtà teneva più a lei che ad Alex, era solo una maschera per non sembrare un padre iperprotettivo. L'unica frase con una parvenza di protezione che Caleb diceva ad Alice era: "quando avrai un ragazzo, prima di portarlo a casa, io dovrò conoscerlo e fargli alcuni test"; per lui era scontato che Alice avrebbe avuto un ragazzo, era la "normalità" a Old Hill. Ecco perché Alice ci teneva ad entrare alla Columbia University di New York, per frequentare un corso di giornalismo, ma soprattutto per andare a vivere in una grande città, in cui essere lesbica o gay non è un pettegolezzo che ti isola dalla comunità. La più grande paura di Alice era quella di essere scoperta dalla propria famiglia e dalla gente del paese, perché avrebbe avuto gli occhi di tutti addosso e non sarebbe sentita libera.  

Molte volte Carola ed io abbiamo coperto le spalle ad Alice, quando ebbe il primo appuntamento romantico con la sua prima ragazza, quando decise di andare in un bar gay, noi eravamo lì con lei, poteva contare su di noi. Eravamo oneste con lei e ogni volta che conosceva una ragazza ce la faceva conoscere, perché a parer suo solo noi potevamo capire chi fosse la ragazza ideale per lei. Forse aveva ragione, conoscevamo ogni lato del carattere di Alice, ogni sua stranezza e ogni sua passione, quindi sapevamo che cosa e chi fosse più adatta a lei. Quando ci fece conoscere Nora avevamo circa 17 anni ed era appena uscita da una storia durata poco più di due mesi. La storia era finita perché la sua ragazza era più grande di lei ed aveva appena divorziato, quindi Alice cercava una cosa seria, mentre l'altra ragazza un storiella e via. Nora l'aveva conosciuta nella biblioteca della scuola, perché avevano bisogno entrambe dello stesso libro di storia, ma era disponibile una sola copia, avevano quindi deciso di fare un prestito a metà, a patto che lo usassero insieme. Dopo quellavolta si erano viste per qualche incontro al cinema di film muti, un luogosicuro per loro, poiché era un luogo frequentato da pochissime persone e non c'eranotelecamere di videosorveglianza. Nora era una ragazza della nostra età, giocavanella squadra di pallavolo del nostro liceo e passava interi pomeriggi adallenarsi o a correre nel parco per mantenersi in forma.  Mi ricordoche la sera dell'incontro con Nora, Alice ce la presentò come la sua ragazza,aveva già deciso che fosse quella giusta per lei senza sentire il nostro parere.Carola era un po' disturbata dal fatto che la nostra amica non ce l'avessepresentata prima, invece io ero contenta per Alice, vedevo questa presa didecisone autonoma come una forma di maturità, di responsabilità, stavainiziando a prendere decisioni con la sua testa. Da quel momento non eravamo più un trio, Nora era entrata a far parte del nostro gruppo e per il bene il Alice, Carola ed io, decidemmo di tollerare la sua presenza, nonostante delle volte fosse molto invadente. 

 L'onestà del nostro rapporto di amicizia iniziò a sgretolarsi, ma soprattutto Alice iniziò a prendere decisioni riguardanti tutti noi senza chiederci la nostra opinione, come quella volta che decise di andare a Salt Lake City con Nora senza dirci nulla. Non eravamo gelose, ma non sapevamo come proteggere la nostra amica e come coprirla con i genitori. Alice aveva appena compiuto 18 anni da circa una settimana, ma aveva deciso di non festeggiarlo perché non avrebbe potuto passare il suo giorno in compagnia di noi e Nora alla luce del sole. Quel weekend si teneva a Salt Lake City un convegno internazionale contro le deforestazioni e sui cambiamenti climatici, il problema è che Alice scappò insieme a Nora senza dirci niente all'alba, presero un pullman e ci chiamarono una volta arrivate:

"ehy ragazze, sono a Salt Lake City con Nora, è il regalo che mi ha fatto per il mio compleanno!!"

"Alice cosa stai dicendo? Sei seria?"

"Iris perché non mi credi? Sono qui son Nora, passiamo un weekend romantico fuori città"

"Alice, ma come fai con i tuoi?"

"via ragazze, pensateci voi!"

"scordatelo! Un conto dire che sei con noi quando in realtà sei al cinema con Nora, ma sei in un altro Stato! E poi dovremmo reggerti il gioco per un intero weekend?!"

"Carola quanto sei noiosa. Vorresti dirmi che se i miei genitori venissero lì da voi, direste loro la verità?"

"esattamente, cerca di tornare prima di buio. Per oggi ti reggiamo i gioco, ma domani dovrai cavartela da sola, tanto hai Nora"

"ecco siete gelose, addio stronze!".

Ecco come iniziò a sgretolarsi la nostra fantastica amicizia, come una di noi iniziò un sentiero per conto suo. Nora la stava plasmando e noi eravamo stanche di lei.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 26, 2021 ⏰

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