"Partire dal passato per costruire il futuro"... me lo ripeteva sempre mia madre ogni volta che mi annoiavo a studiare storia o la ritrovavo ubriaca sul divano in soggiorno, ma ora mi è tornata alla mente perché ho ritrovato una foto dell'entrata della nostra casa a Old Hill, la foto di quella porta che è stata sbattuta molte e molte volte durante il mio ultimo anno di liceo.
Ora mi trovo davanti ad uno schermo con il bisogno di come sono arrivata qui, di come sono cambiata e di come ero quando passavo intere giornate con il naso sui libri, non perché tenessi ai voti alti, ma perché era la mia unica via di fuga da quella cittadina soffocante, dove si alienavano i sogni di tutti. Quindi per capire quella che vorrò essere domani, ho la necessità di ricordarmi del mio passato, non posso far finta che non sia esistito e che la mia vita sia iniziata solo cinque anni fa, però se racconto del mio ieri non posso non raccontare quello delle mie sorelle dell'epoca, delle ragazze con cui ho condiviso i miei primi diciotto anni di vita, ma anche di come ho scoperto tutti quei segreti che mi erano stati nascosti per molti anni.
Sono nata e cresciuta a Old Hill, caratteristica cittadina statunitense che sorge su una collina vicino ad un lago senza un nome preciso, ma noi ragazzi lo chiamavamo "White Lake", perché nelle notti di luna piena le sue acque diventavano bianche, come una distesa di neve, anche se da noi le nevicate erano un evento molto raro. Durante le notti di luna piena, alle mie amiche e a me, piaceva andare con il mio telescopio sulle rive del lago e stare ore ed ore ad osservare le stelle e i crateri lunari. Tenevo molto a quel telescopio, perché mi era stato regalato da Alice e Carola, le mie due amiche, per il mio settimo compleanno, perché ho sempre amato l'astronomia, soprattutto quel corpo celeste molto vicino a noi che ci mostra sempre la stessa faccia.
Old Hill non era una metropoli, però bene o male ognuno poteva portare avanti le sue passioni. Nel mio gruppo ognuna aveva la sua passione, Alice il giornalismo, Carola il volontariato ed io lo studio, ma l'ultimo anno di liceo avevamo un sogno che ci accomunava: NEW YORK. La Grande Mela era la città della speranza per noi tre, quel posto nel quale ogni cosa è possibile e dove non sei mai un pettegolezzo. Avevamo già immaginato la nostra convivenza in un piccolo appartamento a New York, andava bene anche il Queens, avevamo già deciso i primi luoghi da visitare una volta arrivate lì, ma non era ancora chiaro quali università avremmo frequentato. A noi bastava andare via da Old Hill.
Le varie passioni non erano l'unica differenza tra me e le mie amiche, provenivamo da famiglie molto diverse e avevamo avuto infanzie differenti. Non ho mai saputo chi fosse mio padre; mia madre mi ha avuto quando aveva diciotto anni e, a suo dire, mio padre non ha mai voluto prendere le sue responsabilità genitoriali, nonostante fosse un uomo adulto. Ho sempre sofferto la mancanza di una figura paterna nella mia vita, ma non sono l'unica ad essere cresciuta con un solo genitore. Carola ha avuto un'infanzia simile alla mia, soprattutto da quando sua madre aveva abbandonato lei, suo fratello minore Kevin e suo padre e scappò di casa con un ragazzo più giovane. Carola vide nel giro di pochi giorni la sua vita cambiare, così come suo padre Joe, che si ritrovò a dover crescere una figlia senza voler mai chiedere nulla a nessuno. Carola passava molto tempo presso la casa di riposo del paese, dove viveva suo nonno Ben, il padre di sua madre, sia per fare del volontariato che per sostituire sua madre nel compito di figlia con suo nonno. Forse la più fortunata delle tre, all'epoca, era Alice; viveva in una grande villa che si trovava su Old Road, il viale principale della città, dove abitavano le persone più importanti e che avevano un certo tenore di vita. Così era per Alice, suo padre era stato per diversi anni il sindaco di Old Hill ed era un importante architetto, mentre sua madre, Irina, prima di sposarsi era stata una ballerina di danza classica e aveva ballato in molti teatri europei, ma da quando si era sposata con Caleb e aveva avuto Alex ed Alice si era dedicata completamente alla famiglia. Alice era appassionata di giornalismo, ma la sua vera passione era la cronaca nera, ma ad Old Hill non accadeva mai nulla. Già, ero l'unica ad essere figlia unica, ma questo era dovuto a diversi motivi, ma quello più importante era sicuramente l'alcolismo di mia madre, una dipendenza che non le faceva avvicinare nessun uomo, se non qualche ubriacone che riportava ogni tanto a casa dopo i suoi turni di lavoro al Tiger, il pub che si trovava accanto alla lavanderia Pulter, dove aveva il suo secondo lavoro. Gli uomini che venivano a casa a trovare mia madre non mi hanno mai dato noi, loro non davano peso a me e io non lo davo a loro, conoscevo mia madre e sapevo che aveva paura ad avere una relazione stabile. Non ho mai dato molto peso ai comportamenti di mia madre, perché in qualche modo mi sentivo come la principale causa della sua sofferenza; ero venuta al mondo nel fiore della sua gioventù, non era potuta andare al college perché aveva deciso di portare avanti la gravidanza, non fu aiutata da nessuno, dato che nessuno era d'accordo con la sua scelta, ma lei mi ha sempre detto che mi vedeva come un dono dal cielo. Prima del mio concepimento, mia madre fece un viaggio in Italia con i suoi genitori e ascoltò molta musica italiana, ma non riusciva a smettere di sentire una canzone dal titolo "Iris", perché ad un certo punto faceva:
"Quanta vita c'è, quanta vita insieme a teTu che ami e tu che non lo rinfacci maiE non smetti mai di mostrarti come seiQuanta vita c'è in questa vita insieme a te"
ecco il motivo del mio nome, mia madre sapeva che l'avrei amata senza mai rinfacciarglielo, senza mai farle pesare il fatto di essere mia madre e senza lasciarla mai. Le ho sempre dato molto amore, ma non potevo riempire tutto il suo cuore, io non sarei restata al suo fianco per sempre, necessitavo dei miei spazi e delle mie scelte, aveva bisogno anche di un'altra figura al suo fianco. Ogni volta che le parlavo dei miei studi le sue reazioni erano sempre le solite: si metteva a piangere e beveva minimo un paio di bicchieri di vino del discount. Non avevo mai parlato a mia madre di New York, dell'appartamento con le mie amiche, del desiderio di viaggiare in Europa, ma le avevo detto che non sarei mai restata ad Old Hill, che al massimo mi sarei trasferita a New Hill, dato che era vicina e più moderna... come avrebbe reagito alla notizia di New York? Come potevo partire, andare dall'altra parte del Paese e lasciarla da sola? Lei era una mia responsabilità e non potevo di certo partire senza preoccuparmi della sua vita, compensando la mia assenza con qualche vacanza qui. Il mio vero progetto era quello di andare a New York, ma non con le mie amiche, bensì con mia madre, volevo cambiare la mia vita, partendo col cambiare la sua. Prima di diventare una barista del Tiger o una lavandaia del Pulter aveva provato moltissimi lavori, ma non erano durati più di qualche mese, perché o si era fatta licenziare per via del suo "vizietto" o perché se ne era andata poiché non soddisfatta dalla paga. Come ogni persona anche lei aveva un talento, era una bravissima disegnatrice di fumetti, infatti il suo sogno era quello di studiare grafica e disegno al college, ma sono arrivata io. Mi ricordo che da piccola le piaceva moltissimo rappresentare le storie che le raccontavo la sera prima di addormentarmi, aveva anche raccolto tutti i disegni in un quaderno ad anelli e li aveva intitolati "Le mille storie di Iris", non faceva altro che ripetermi che sarei diventata una scrittrice dato che le mie storie erano così originali e divertenti. Non avevamo molti soldi e i nostri risparmi erano destinati ai miei studi, non ad un eventuale trasferimento in una grande metropoli e ripartire da zero, ma se avessimo venduto la nostra casa i fondi sarebbero aumentati e forse oltre ad un appartamento nel Queens mia madre avrebbe potuto frequentare anche un corso di grafica e magari ottenere un lavoro presso qualche importante agenzia. Tutto molto utopico, troppo bello per essere vero ed essere capito da mia madre e dalle mie amiche.
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Porte chiuse "Partire dal passato per costruire il futuro"
ChickLitIris, una giovane donna, decide di iniziare a scrivere la propria autobiografia, la storia di come è diventata quello che è adesso. narrando la propria storia, Iris non può non menzionare quella delle sue due migliori amiche del liceo, Alice e Carol...