Capitolo 2

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To Harry, 
my lovely younger pup.
Happy Bday!

27 Giugno 2018

Seconda parte:

"Harry! "

Suoni confusi, il suo nome in un urlo  quasi strozzato, gli occhi appannati. Non sapeva neanche lui dove stesse andando, ma aveva il disperato bisogno di allontanarsi il più possibile da lì, di respirare.
Aria: aveva bisogno di aria. Intesa come aria per respirare ma anche come distanza. Tutta l'aria possibile ed immaginabile doveva interporsi tra il suo corpo, la sua mente e quel paio di occhi azzurri che ancora non riusciva a scrollarsi di dosso, nonostante fosse chiaro anche a lui che in quel momento non erano più in grado nè di scorgerlo nè di scrutarlo. Forse di capirlo e ferirlo contestualmente, ma ci avrebbe pensato più tardi, adesso non era il caso di buttare altra benzina sul fuoco.

"Dannazione Harry fermati!!"

Niall dietro di lui continuava a seguirlo ed a chiamarlo, ma Harry non riusciva ad arrestare la sua avanzata verso una meta indefinita. Sarebbe volentieri volato via da li, magari usando un teletrasporto o perchè no, una macchina del tempo. Ah si, avesse potuto avrebbe sicuramente optato per quest'ultima tornando al dannato momento in cui aveva accettato di sottoporsi ad una tortura del genere. Tornando a quel giorno in cui aveva sopravvalutato se stesso e sottovalutato il suo dolore. Mai errore fu più fatale.

"Harry santo cielo, non ho le tue cazzo di gambe lunghe e sto per avere un infarto! Ti fermi per l'amor di Dio?!" il ragazzo dietro di lui sembrava quasi supplicarlo, Harry avrebbe dovuto scorgere anche un leggero affanno nella sua voce. "Siamo piuttosto lontani da loro " aggiunse.
A quel punto Harry si arrestò di colpo, restando sempre con le spalle rivolte all'amico e la testa bassa. Inspirò ed espirò profondamente una, due e tre volte. E poi ancora. Ma nulla, non riusciva a sentire ancora alcun beneficio. Continuava a mancare l'aria anche se erano lontani da loro, da Lui. Quasi si sentì soffocare di nuovo al solo pensiero, tanto che dovette portare una mano sul petto, tra cuore e gola. Non sapeva quale fosse il bisogno più urgente : l'asfissia imminente o il suo cuore che continuava a palpitare come una mandria di bufali impazziti.

"Ad occhio e croce .." fece il suo amico guardandosi intorno, provando a riprendere fiato dopo la corsa inaspettata. Forse temeva che il riccio avrebbe ripreso a scappare da un momento all'altro e stava cercando di prendere tempo. "Si, ad occhio e croce credo che siamo finiti nel bel mezzo di un giardino secreto, un corridoio magico o qualcosa di simile. Dio è bellissimo!"

Avanzò cautamente e si posizionò accanto al riccio, spalla contro spalla. Harry continuava a restare immobile nella stessa posizione cercando di regolarizzare il respiro in mancanza di aria. Fuori e dentro. Fuori e dentro. Lento e costante.  
Il biondo non sembrava allarmato però, Harry riusciva a percepire la sua calma presenza accanto a lui. 

"Apri gli occhi Harry, guarda tu stesso" gli disse con tono fermo e calmo mentre poggiava delicatamente una mano al centro della sua schiena. Fu un tocco gentile e deciso, come quello che l'amico gli aveva riservato poco prima sotto al tavolo. Poteva sembrare casuale, ma Harry sapeva esattamente cosa volesse dire : ci sono, ti sostengo, non ti trattengo.
Un solo passo in avanti ed il ricco avrebbe potuto interrompere quel contatto. Un solo passo indietro e l'amico avrebbe usato tutta la sua forza per tenerlo a galla. Nell'immobilità invece restavano certezza e libertà: la libertà di cadere e lasciarsi andare certi di essere salvati, la libertà di allontanarsi e riprendere i propri spazi certi di avere comunque qualcuno che ti guarda le spalle.

Le dita di Niall cominciarono a muoversi seguendo dei movimenti circolari, Harry potè giurare che stesse quasi tenendo il tempo cauto dei suoi respiri per aiutarlo a ritrovare il ritmo e la ragione.

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