Trama: Wooyoung e Changbinsono amici sin dall'infanzia, entrambi sognano di diventare idols, ma le cose inizialmente non sembrano andare bene per uno dei due, che si ritroverà ogni notte a pensare all'altro capendo troppo tardi i suoi sentimenti.
P.S. Niente di ciò che viene detto corrisponde alla realtà, anzi, alcuni dettagli sono stati modificati ai fini della trama.
Word count: 4870
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Il sole splendeva alto nel cielo durante quella calda giornata estiva nella piccola cittadina di campagna. Era una delle estati più torride mai viste, ma ciò non bastava per scoraggiare i bambini che imperterriti continuavano a correre tra le viottole quasi del tutto vuote.
Il cinguettare degli uccellini e il frinire dei grilli facevano da sfondo a quel paesaggio ormai difficile da trovare in zone urbanizzate, solo il rumore dei passi dei bambini che risuonavano nelle pietre delle vie disturbava l'assoluta quiete.
Alcuni adulti erano impegnati in accese conversazioni fuori dagli usci delle case, mentre altri erano occupati con il lavoro, chi nel paese e chi in qualche città della grande metropoli vicina, Seoul. Gli anziani sostavano nei tavolini fuori all'unico bar del posto oppure erano seduti sui gradini di accesso ad una delle tante casette del paese.
E tra quella misera popolazione, si trovavano due bambini conosciuti da tutti, non che fosse difficile, per la loro affiatatezza nel fare qualsiasi cosa. Non giocavano con gli altri bambini, e non perché gli stessero antipatici, ma perché preferivano di gran lunga passare il tempo a vagare tra i campi e i piccoli boschetti della zona alla ricerca di qualsiasi cosa lì affascinasse abbastanza da essere raccolta e collezionata.
«Woo guarda qui!» urlò uno dei due all'altro che subito lo raggiunse correndo tra le spighe di grano che gli arrivavano fino alle spalle lasciando esposti solo il collo con la testolina, «Cosa c'è?» gli chiese correndo il più velocemente possibile nonostante le spighe da calpestare lo rallentassero. «C'è un grillo» disse semplicemente «Ora l'ho trovato e non gracchia più» asserì fiero ridacchiando e indicando all'altro il piccolo animale immobile poggiato sulla pianta del cereale.
