"Noi dovremmo amare, non cadere in amore. Perchè ogni cosa che cade si rompe."
È notte.
E di notte la sua assenza si fa sentire un pò di più.. un pò tanto di più.
Di notte, la sua assenza diviene troppa presenza e mi massacra. Respiro per miracolo.
Ricordo quando ci siamo lasciati. Ero stanca, giá da un pezzo.
Non avevo neanche le forze di pregarlo, ho semplicemente sussurrato:"Non preoccuparti. Capisco la tua decisione di lasciarmi andare." E poi sono crollata al suolo.
Con le mani sugli occhi a nascondere il viso inondato dalle lacrime e le ginocchia a contatto con l'asfalto freddo.
Le labbra congelate e gonfie, a causa del vento gelido di fine Gennaio.
La veritá è che io volevo solo stare bene. Con lui.
Ero distrutta e non mi rimaneva altro da fare che guardarlo sorridere da lontano.
E stasera ho capito che quello che non mi ha ucciso non mi ha mai reso più forte. Che sono tutte balle, che tutti i colpi al cuore ricevuti non hanno fatto altro che indebolirmi.
Sono le due e quarantacinque, penso che tornerò alla discoteca per bere, fumare e ballare ancora.
Niall se ne sará sicuramente andato.
Entro e il familiare odore di alcol mi arriva alle narici.
**
Non so da quanto tempo sono qui dentro, ma decido di buttarmi in pista.
Due mani si appoggiano sui miei fianchi mentre mi muovo a ritmo della musica.
Sará l'ennesimo ragazzo che ci prova.
Mi giro per guardarlo e..
io non so se ho le allucinazioni o qualche merdata del genere, ma Niall è davanti a me, che mi guarda con gli occhi sbarrati.
Le mani ancora sui miei fianchi, immobilizzate.
Ci fissiamo sbalorditi per quelle che sembrano ore, ma che in realtá sono pochi secondi o minuti.
Mi giro di scatto e barcollando corro di fuori..
Penso di sentire la sua voce che mi chiama:"Nina! Nina!" poi esco e mi siedo su un muretto.
Sento ancora la sua voce:"Jones! Jones!"
Mi chiamava sempre per cognome, e stasera lo ha rifatto.
Mi raggiunge, io guardo in alto mentre mi accendo una sigaretta.
Il muretto è abbastanza alto, non so come ho fatto a sedermici sopra.
Mi raggiunge e poggia le mani sulle mie cosce.
Mi irrigidisco al suo tocco, e continuo a guardare in aria, evitando il suo sguardo.
"Nina, guardami." sussurra.
Ma io sono immobile.
"Jones che ci fai ad una festa, da sola, nel bel mezzo della notte?"
sposta una sua mano dalla mia gamba alla tasca destra dei suoi pantaloni e tira fuori il cellulare.
"È tardi." dice ancora.
"Sei ubriaca?" continua.
"Lo reggo bene l'alcol" farfuglio e sposto lo sguardo sul suo viso.
"Si, certo. Ti porto a casa, dai.." mi prende il polso e mi fa scendere dal muretto.
"Non mi serve il tuo aiuto, lasciami." urlo, scoppiando a piangere.
"Andiamo, Nina, non fare la stupida, sei ubriaca."
"Anche tu" anche lui è ubriaco, credo.
"Io non bevo quasi mai." è sobrio quindi?
"Non me ne frega un cazzo, lasciami.
Lasciami come hai giá fatto." leva la mano dal mio polso di scatto, come se bruciasse.
My space.
Okay, fa schifo, è corto. È scritto male. Mi dispiace, ma sto male.
Aggiorno presto con un capitolo più sostansioso.