Capitolo tre.

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NON CANCELLERÒ L'ULTIMO CAPITOLO.
SCUSATE MA ULTIMAMENTE LE COSE VANNO DI MERDA ED IO SONO CONFUSA IN TUTTO.


"Allontanarci è come separare mare e spiaggia. Per quante volte il mare va poi continua a tornare e la spiaggia saprà perdonare ogni onda che incassa."

Tre mesi dopo. - settembre.

Cammino per i corridoi scolastici con sicurezza.
È il mio ultimo anno al liceo e ne sono abbastanza felice.
Mi dirigo verso il cortile dopo aver posato il mio zaino nell'armadietto ancora vuoto.

La preside farà un discorso a tutti gli alunni, come accade tutti gli anni il primo giorno.
Mi siedo sul prato, dietro a tutti.
A quanto pare sono una degli ultimi ad essere arrivata qui.
La signora grassoccia inizia a parlare. Dice sempre le stesse cose, usa sempre le stesse parole ed io ho sempre istinti omicidi pensando a lei.
È una delle classiche presidi scolastiche sempre di cattivo umore, che non è mai disposta ad aiutare nessuno, se non se stessa.
A volte penso che forse non è colpa sua, che è colpa della gente se lei è diventata cosi.

Perchè alla fine, è sempre colpa della gente. Le persone sono stronze e menefreghiste.
Siamo tutti dei bastardi, e non possiamo negarlo.

Non ho ascoltato una parola di quello che ha detto, sempre le stesse stronzate ma in un giorno differente.

Torno al mio armadietto e prendo lo zaino, anche se dentro c'è solo il diario, una penna ed un quaderno a quadretti piccoli.

Chiudo l'anta dell'armadietto verde spento e mi giro per andare dalla preside. Avrei dovuto prendere su internet il mio orario, ma l'ho scordato.
Busso alla grande porta in legno della presidenza e sento un leggero 'avanti' da dietro di essa. Era un sussurro.
Entro e mi accomodo su una della sedie in legno.
"Cosa ti serve, signorina..?" lascia la frase in sospeso.
"Jones. Sono Nina Jones. So che è tardi e che la prima lezione è iniziata da dieci minuti ma mi servirebbe il mio orario. La mia classe è la 5°F ."
La signora dai capelli ricci mi osserva qualche secondo prima di controllare nel suo computer. Mi stampa l'orario provvisorio e me lo consegna.
"Che non succeda più, Nina Jones." disse.
"La prossima volta l'orario va preso prima dell'inizio delle lezioni. E ora sparisca, Nina Jones."
Non la sopporto. Non sopporto il modo in cui ripete continuamente il mio nome e poi, dovrebbe sparire lei, non io.
"Oh, non si preoccupi. Non ci sarà una prossima volta, questo è il mio ultimo anno in questa scuola di merda." dico, con quel pizzico di strafottenza nella voce che mi accompagnava sempre.
Esco sbattendo la porta.
Sò che non mi rimprovererà, dice sempre che lei ha perso le speranze con gli alunni di questa scuola, che siamo tutti degli scostumati ed egoisti, il chè è vero.  Ma anche lei lo è.
Lei è una di quelle persone che nascondono la loro ineducazione* con parole difficili e sofisticate e con quella costante calma che mi ha sempre intoppato il cervello. Una persona che mantiene sempre la calma in quel modo, che non mostra i suoi sentimenti è sicuramente una persona falsa.

Oh, Nina. || Niall Horan. ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora