"Nel cuore della foresta"

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Pov Annie

Erano passati due anni. Sì, due anni. Erano passati due anni da quando avevo deciso di non fidarmi di nessuno e di non affezionarmi, c'ero riuscita? Si. Ero riuscita a non farmi amico nessuno. Mancava ancora un anno al diploma e ormai avevo sedici anni.

Ora vi starete chiedendo: davvero in due anni non è cambiato nulla???
Beh, qualcosa è cambiato.

Per esempio: molti cadetti hanno abbandonato il corpo di addestramento e sono restati solo una ventina, gli allenamenti sono sempre più difficili e pericolosi e poi tante altre cose, alcune già le sapete, altre sono cose insignificanti , quindi è inutile menzionare tutto.

Ci sono delle cose che non sono affatto cambiate.
Come: Mikasa imbocca ancora Eren, Sasha mangia ancora come un maiale, Reiner è ancora un rompipalle, Christa è sempre la brava ragazza...

Ma ora torniamo alla nostra storia...o meglio...la mia storia.

Era martedì mattina, verso le quattro. Io non dormivo, io non ho mai sonno e quel giorno avevo meno sonno del solito. Era inverno ma faceva caldissimo, dovevo prendere un po' d'aria.
Uscii fuori dal dormitorio e iniziai a passeggiare. C'era una persona a cavallo che andava verso la foresta? Forse era meglio seguirla.

Mi incamminai e seguii la persona . Quando fui abbastanza vicina, la riconobbi, era Armin. Che ci faceva Armin su un cavallo alle quattro di notte nella foresta?! Dovevo seguirlo!

Dopo qualche decina di minuti eravamo nel cuore della foresta, gli alberi erano sempre più fitti. Eravamo arrivati ad un piccolo laghetto, quando Armin si fermò e scese dal cavallo.
-Annie ti ho vista, puoi uscire da dietro l'albero.
Come aveva fatto a vedermi?!
-Annie , mi stavi seguendo?
-Io...io...Sì,ma cosa ci fai nel cuore della foresta all'alba?
-Oh...beh...ecco...guarda! Non c'è nessuno qui ed è difficile stare da soli ai dormitori.
-Quindi, tu vieni qui... per stare da solo?
Ci guardavamo negli occhi, io nei suoi occhi grandi e blu come il mare.
-Si...ma anche per fare questo...
Rispose dopo qualche istante in cui i nostri sguardi erano incatenati.
Lui staccò lo sguardo dal mio e si mise le mani davanti la bocca come se fossero un megafono. Poi iniziò ad urlare rivolto alla foresta.
-IO SONO ARMIN ARLET E HO SOLO VOGLIA DI URLARE !
-Armin...ma cosa...
Dissi io confusa. Armin rideva. Era così fottutamente bello quando rideva...
-È solo un modo per liberarsi...prova!
-I-io...
Presi fiato
-IO SONO ANNIE LEONARTH E STO URLANDO PERCHÉ UN MIO AMICO DICE CHE È DIVERTENTE
Armin rideva.
-Si ma io non capisco dove sia il divertimento, è una cosa ridicola!
Dissi abbassando la voce
-È per questo che è divertente, è una cosa ridicola!
Io alzai gli occhi al cielo ma poi scoppiammo entrambi a ridere

-E ora che si fa?
Chiesi
-Ah, non lo so...potremmo...
Si stese a terra e guardò il cielo.
-Guarda, il sole sta sorgendo, il cielo è rosa! Guarda quella nuvola!
Mi disse Armin indicando una nuvola che sembrava un cagnolino.
-Stiamo guardando le nuvole?
-Beh, si...è quello che dovremmo fare.
Disse lui sorridendo. Era sempre così buono e gentile, ed era così dannatamente dolce!
Io lo ascoltai per una o forse due decine di minuti dire a cosa somigliavano le nuvole. Era così dolce stare accanto a lui, mi era venuto sonno e faceva freddo , ma non volevo tornare al dormitorio.
-Ho freddo e sonno...
Mormorai. Lui mi guardò, si sedette e si tolse la giacca e me la porse.
-Tieni.
Disse sorridendo. Io sorrisi a mia volta e mormorai un grazie. Poi mi misi la giacca e mi stesi di nuovo accanto a lui.
Chiusi gli occhi e appoggiai la testa alla sua spalla e mi addormentai.

Quando mi svegliai, ero nel mio letto, nel dormitorio, con la sua giacca.

Pov Mikasal

Non riuscivo a dormire, versò l'una chiusi gli occhi e mi addormentai ma quando li riaprii...

Ero a casa, nel letto dei miei genitori tra la mamma e...mi girai, il papà non c'era?
Sentii un urlo , era mio padre.
-Mamma! Mamma svegliati! MAMMA!
Gridai. Ma la mamma non si svegliò. Poi il letto iniziò a riempirsi di sangue e alla fine la mamma era ricoperta di sangue.
Mi alzai e corsi fuori dalla camera.
Fuori c'era Eren.
-Eren! Finalmente sei qui...
Dissi piangendo.
Poi sentii uno sparo, Eren cadde a terra in una pozza di sangue.
-EREN!

Mi svegliai. Il respiro affannato e con goccioline di sudore. Era solo un incubo.

Armin aprì lentamente la porta.

"Che ci fa Armin qui?" Pensai

Aveva Annie accocolata nelle sue braccia.
Armin la mise a letto e la coprì fino al collo e poi uscì.

Quella mattina mi alzai per fare colazione, mi sedetti come al solito vicino Armin, Eren, Sasha e Connie, ci allenammo come al solito...
Ma le immagini del sogno mi erano rimaste impresse nella testa.

-Mikasa, che hai? Sei strana da stamattina.
Mi chiese Eren dopo cena, mentre tutti andavano nei dormitori, eravamo rimasti in pochissimi.
-N-nulla...sono solo un po' stanca...
-Non è vero...secondo me dovresti fare un salto in infermeria.
-Ragazzi, io vado.
Ci salutò Armin.
-No Eren, davvero, sto bene.
-Sei pallida...
Eren mi baciò la fronte dolcemente, era un bacio dolcissimo e pieno di affetto.
-Cosa c'è che non va?
Ormai c'eravamo solo noi nella sala. Appoggiai la testa sulla sua spalla e iniziai a piangere. Lui mi abbracciò.
-Ieri notte ho fatto un incubo...la mamma, il papà, tu...tutti...
-Shhhh
Mi zittì lui accarezzandomi la testa.
Era la prima volta che piangevo davanti a lui dopo anni, l'ultima volta è stato alla caduta di Shiganshina, eppure , Eren non l'aveva presa in giro...

Dopo qualche minuto uscimmo dalla sala pranzo e ci dividemmo per andare a dormire, ma prima , mi guardò in faccia, mi accarezzò la guancia e mi baciò sulla fronte.
-Buonanotte Mikasa...
-Buonanotte Eren.

Spazio autrice😊💜

Questo capitolo mi piace un sacco.
Lasciate una stellina e un commentino.
E nulla , ci vediamo al prossimo capitolo zauuuuu💘💘💘

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