18 ottobre, Manhattan, New York
Apro gli occhi lentamente, un po' di luce penetra dalla finestradella mia camera. Oggi è una giornata un po' buia, ci sono alcunenuvole grigie in cielo. Mi alzo dal letto infilandomi le ciabatte, midirigo in bagno per lavarmi la faccia e farmi una mascheraall'argilla nera, era da un sacco di tempo che non me ne facevo una.Oggi non ho nulla da fare, mia mamma e Leo sono fuori per tutto ilgiorno e non ho nessun compito da fare per domani. Qui in America nondanno mai compiti e mai molto da studiare, per fortuna. Penso cheoggi mi riposerò e forse dopo andrò a fare una passeggiata neidintorni.
Sono le 13.50, ma non ho molta fame, quindi decido di saltare ilpranzo e uscire di casa. Voglio andare sulla 37 Warren Street ,giusto per vedere il posto dove ci sarà il corso di moda. È a soli dieci minuti da casa mia, quindi spero sia facile non perdermi.
Dopo aver sbagliato qualche via, nonostante avessi il navigatore inmano, arrivo a destinazione. Mi ritrovo davanti il manifesto delcorso molto più in grande e il palazzo dietro esso è enorme, decidodi entrare per chiedere qualche informazione.
-Salve, ha bisogno di aiuto?- chiede una signora sulla mezza età,vestita di rosso dalla testa ai piedi dietro una scrivaniaall'entrata. È un posto molto accogliente, ci sono varie poltrone evari divanetti qua e là tutti bianchi. Le pareti sono color verdeacqua e il bancone della reception è abbinato alle poltrone e aidivani bianchi. Sono molto in imbarazzo, non mi vengono le parole. Quanto sono statastupida per tutto il viaggio a non pensare a cosa dire una voltaentrata?
-Salve! Vorrei sapere, insomma, delle informazioni per l'iscrizioneal corso di moda, è qui vero?-
-Oh, certo cara! Seguimi.-
Si alza eriesco a vedere per intero il suo vestito a tubino rosso fuoco, itacchi rossi e i capelli anch'essi rossi, fa un po' rideresinceramente ma soffoco le risate per non farmi sentire. Mi porta in un corridoio moltolungo e largo, ci sono molti uffici, e alla fine del corridoio c'èuna sala enorme, delle scale e degli ascensori che portano al pianodi sopra. Ci sono tantissimi piani. Saliamo le scale e alla primarampa ci fermiamo. Entriamo in un piccolo corridoio e i tacchi dellasignora in rosso mi iniziano molto ad irritare. Fanno come unostridolio a contatto con il pavimento, come se fossero fatti di plastica pura. Arrivati alla fine di questo interminabile corridoio,pieno di angoli come se fosse un labirinto, ci fermiamo alla primaporta dopo l'ultimo angolo a destra. In realtà non abbiamo fattomolta strada, ma la camminata lentissima della signora in rosso hareso il tragitto interminabile. Se solo mia mamma sapesse che sono qui, mi ucciderebbe su due piedi.
-La signorina Morel ti potrà dare delleinformazioni. Accomodati pure.-
L'ufficio è molto ampio, è pieno dilibrerie, disegni di moda attaccati sulle pareti bianche. Di fiancoad una delle librerie più grandi c'è una pianta alta tanto quantome all'interno di un vaso color rosa. Dall'altra parte della stanzaci sono invece dei manichini con addosso dei pezzi di campione di tessuto, in un angolo infondo alla stanza invece ci sono delle scatole verdi aperte conall'interno vari libri. L'ufficio è circondato da finestre con unavista mozzafiato. All'interno della stanza invece c'è una largascrivania incasinata con sopra appoggiati righelli, penne, gomme ematite. All'angolo della scrivania c'è un piccolo cactus affianco aduna foto girata verso la signora che mi sta fissando impassibile. Piùo meno sulla cinquantina anche lei, ha un vestito nero con sopra un cardigan bianco abbinati ai tacchi aspillo. Si toglie gli occhiali e continua afissarmi, io un po' intimidita la saluto gentilmente.
-Buonpomeriggio.-
-Siediti.- Dice lei, io obbedisco e mi siedo su una delle due sedienere di fianco alla scrivania.
-Immagino che tu voglia sapere informazioni sul corso, vero?- Chiede lei alzando il mento verso di me. Facciocenno di si con la testa. Non avevo ancora mai sentito una personaparlare così velocemente l'inglese, spero solo di capire quello chedice senza fare alcune brutte figure e passare per quella che noncapisce neanche l'inglese.
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A dream in New York
ChickLitStella è una giovane ragazza di 15 anni che si trasferisce con sua madre (Bleir) e il suo compagno (Leo) a New York per lavoro. Stella si ritrova catapultata in un altro universo, riesce quasi subito ad ambientarsi nella città. Fino a quando non inc...