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23 agosto, giovedì, Italia

Gaia e Gabriel erano felicissimi per me ieri sera quando gliel'ho detto. Ora sono sdraiata sul mio letto a guardare Twilight*. Amo questo film, è uno dei miei preferiti. Sono arrivata al punto in cui Edwart spinge via il furgone con la mano salvando Bella. Per un attimo dimentico quello che è successo in questi gironi e alzo gli occhi per vedere il quadro del ponte di Brooklin sulla parete bianca. Non so se lasciarlo qui oppure portarlo con me nella mia nuova camera. Da quanto ho capito vivremo in un appartamento che Leo ha a Manhattan.  La casa è molto grande, e la mia camera è il doppio di quella che ho adesso. È molto spaziosa come casa, o almeno dalle foto sembra. I muri della mia camera sono bianchi e ho bisogno di riempirli, quindi il quadro lo porterò con me. È davvero pazzesco tutto quello che è successo negli ultimi giorni, è come se in un attimo solo sono stata catapultata in un altro universo, anzi no, nel mio universo. Ho sempre sognato una proposta del genere, ma mi dispiacerà lasciare questa casa, il ''mio parco'', sono fatta così: mi affeziono moltissimo sia alle persone, ma anche ai luoghi e agli oggetti. Insomma sono un po' possessiva su tutto. Per esempio quando è uscito l'ultimo film di Harry Potter, io mi sono messa a piangere perchè era finito, era uno dei miei film preferiti, e lo è tutt'ora. Non mi è piaciuto molto il finale dell'ultimo film, però il resto è stato bellissimo. Ho molta nostalgia per moltissime cose, non posso farci niente. Fra le mille paranoie che mi sto facendo, mi viene subito l'ansia ripensando che l'anno prossimo andrò in una scuola che non conosco, con compagni che non conosco e in più dovrò parlare con una lingua che nemmeno so parlare bene. Mi piace molto l'inglese e mi impegno abbastanza dato che è anche la mia materia preferita. Però ho la media del sette, quindi non sono proprio esperta. Decido di stoppare il film proprio mentre Bella e Edwart si stanno baciando e di andare di sotto a parlare un po' con mia mamma, parlare chiaramente e senza scappare via come succede sempre. Quando scendo la trovo con una tazza di te' sul divano mentre lavora dal pc. Metà delle cose della cucina e del salotto sono già state spedite, e lunedì spediremo tutti i miei oggetti che sono in camera e ancora devo scegliere quali portare, quali buttare e quali dare via. - Ei tesoro, tutto bene? – rispondo con un gemito e poi continuo, - Stavo pensando, come farò l'anno prossimo ad ambientarmi nella nuova scuola e tutte quelle cose varie, non so nemmeno bene l'inglese                                                      -Tesoro, tu non andrai a scuola. A te ci penserà Ida, è una giovane insegnante italiana, ma ora si è trasferita a New York, ti farà le lezioni in inglese, così imparerai subito, o almeno più velocemente. Vedrai che ti ambienterai subito a New York, e in pochissimo tempo il tuo inglese sarà migliorato moltissimo. Secondo te potevamo subito mandarti a scuola? - sorrido e lei alza lo sguardo e ricambia. Un po' sono felice, ma dall'altro lato no, non mi farò degli amici così. Però è meglio che così. - Ma sicuramente l'ultimo anno se saremo ancora lì ci andrai a scuola.                  Mi sono tolta un peso, e proprio mentre sto per tornare di sopra, mia mamma mi blocca. - Stella, domani pomeriggio verrà tuo padre a trovarti, per salutarti. - Non rispondo e continuo gli scalini fino ad arrivare alla mia stanza.

25 agosto, martedì, Italia

Sto ascoltando ''All around me''* dell'album Changes di Justin Bieber mentre inscatolo gli oggetti della mia stanza, alla fine l'incontro con mio padre di ieri è andato bene, dopo che se ne è andato mia mamma ha spruzzato un sacco di profumo per la casa e lasciato aperte le finestre per un pomeriggio intero per fare passare l'odore di alcool che mio padre aveva addosso. Evito il millesimo messaggio che Tom mi invia, dovrei parlargli di persona come sono solita a fare, ma vederlo mi scoccia moltissimo e mi renderebbe triste solo pochi giorni prima di partire. Così decido di inviarli un messaggio dove le spiego tutto, che non riesco a dirglielo di persona e che mi dispiace. Se solo lui si sarebbe comportato diversamente da me, a quest'ora magari saremmo insieme. Solitamente quando agisco non mi importa molto se le persone si offendono oppure no, ma non avevo mai lasciato una persona. Ma mi sento bene e soddisfatta, perché so di aver fatto la cosa giusta. Me ne ha combinate molte in questo ultimo anno e ho sofferto molto per lui. Quindi non mi importa se si è offeso che io non glielo abbia detto a voce oppure no. Il quadro del ponte di Brooklin è troppo grande per starci nella scatola. Così mi decido a lasciarlo qui, ormai nella mia ex cameretta. Mi vengono in mente mille ricordi passati in questa stanza, sento un vuoto nella pancia. Non vedrò Gaia e Gabriel fino a Natale, quando gli ho detto che sarei partita per New York Gaia si è messa a piangere mentre Gabriel ha voluto fare il duro ma alla fine è crollato anche lui. Questa sera rivedrò alcuni del gruppo dei nostri amici, per mangiare una pizza. E spero molto che Tom non ci sia.

Ho appena finito di inscatolare tutti gli oggetti, domani inizierò ha fare la valigia. Ma ora sono stanchissima. È tutto il giorno che faccio su e giù per le scale con questi grossi scatoloni. Mi sdraio un attimo sul letto prima di andare a prepararmi per stasera, accendo il telefono e mi ritrovo undici messaggi e tre chiamate da Tom. Gli rispondo che non voglio più sentirlo. Se devo andare a New York allora, devo cambiare vita, lasciarmi tutto il resto alle spalle, a parte i miei amici più stretti, ovvio. Mi sembra strano tutto ciò, ma come può essere possibile? Ho talmente tanta ansia che mi fa malissimo la pancia, ho l'ansia per tutto quello che potrebbe accadere a New York, mentre Gaia e Gabriel rimarranno qui, insieme, e nel giro di poche settimane si saranno già scordati di me. Devo cercare di scacciarmi via tutti questi pensieri dalla testa, ho sempre vissuto la mia vita senza farmi poi così tanti problemi, chissà invece la vita che cosa ha in serbo per me. Magari a New York troverò una persona che amerò tantissimo e deciderò di sposarmi e magari di avere figli. Rido alla sola vista di me sposata con dei bambini che girano per casa. Mi alzo dal letto e vado a prendere il libro di Cleo Toms, che ancora non avevo messo nella scatola. Avevo intenzione di portarlo con me in aereo, anche se ormai l'ho letto e riletto un milione di volte. Mi rendo conto che io in questo momento mi stento un po' come Luna. Completamente fuori luogo. Catapultata in una nuova città, nuova casa, nuovi amici, tutto nuovo. Solo che nel libro Luna taglia i rapporti con la sua migliore amica Diana e io non vorrei che succedesse anche a me con Gaia e Gabriel.

A dream in New YorkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora