CAPITOLO 1

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                               ...Sotto lo stesso cielo...

Mi guardo intorno, il cielo è scuro, le nuvole lo ricoprono, ma questo mi fa stare bene, mi conforta sapere che non solo la mia anima è cosi scura, il cielo mi fa compagnia. Il freddo inizia a farsi sentire sempre di più, dicembre è alle porte. Vedo tante persone davanti a me, e sembrano o forse magari lo sono davvero tutti cosi felici, i bambini corrono e a nessuno importa se sta iniziando a piovere, a nessuno importa del freddo e neanche a me importava fin quando quel freddo mi circondava, ma ora che inonda la mia anima non sono più in grado di ignorarlo.

Le strade stanno iniziando a colorarsi, la piazza è gremita di luci, di ogni genere e colore, i mercatini hanno aperto le porte e le persone iniziano a pensare ai regali, la neve sta per arrivare e con essa il mio compleanno, ho sempre amato quel giorno dell'anno, quel giorno che mi ha sempre fatta sentire speciale, quel giorno che aspettavo con ansia da almeno un mese prima. Quest'anno sono diciassette, ma è un diciassette diverso da quello che mi aspettavo. Quest'anno sono diversa, ma non per mia scelta, quest'anno mi guardo intorno con occhi diversi, con degli occhi che sinceramente non avrei mai voluto provare. Questi occhi non brillano più davanti alla vetrine illuminate, non brillano più davanti al sorriso di un bambino, questi occhi sono stanchi, delusi, arrabbiati.

Continuo a camminare stretta nel mio cappotto, fa davvero freddo! Pensai. Non mi va di tornare a casa, non mi va di sorridere e fingere, guardo l'orologio sono solo le cinque se prendo il bus posso arrivare al mio posto preferito prima che faccia del tutto buio. Senza pensarci troppo sono già alla fermata, credo di essere l'unica persona ad amare i bus, adoro sedermi in fondo, dove nessuno può notarmi, e guardare le persone in strada, nelle macchine, nei bar e immaginare la loro vita, di solito non immagino mai per loro una brutta vita, mi piace pensare positivo per tutti e forse dovrei iniziare a farlo anche per me.

Metto le cuffiette, le mie amate cuffiette, la playlist parte, 'il mio giorno più bello nel mondo', è lei la prima, l'ho sempre amata . E cosi i miei occhi si perdono, la mia mente inizia a viaggiare, una signora con il suo cane, immagino per lei una vita serena, la immagino in una piccola ma bellissima casa, con un marito che ama da tutta la vita e il loro cane. La cosa peggiore dei miei diciassette anni è che non avrei pensato di iniziarli senza credere più nell'amore, strano? Si lo è, a quest'età dovrebbe essere la cosa più emozionante ma ho capito che non per tutti lo è. Mi alzo e prenoto la mia fermata, il prossimo isolato, non sono andata lontano, ma mi basta allontanarmi da quei posti che mi ricordano tutti lui.

Il semaforo è rosso ho il tempo di guardare ancora fuori da questi finestrini, una moto nera lucida affianca il bus, deve essere un tipo coraggioso, o forse sono io che ho paura, non mi fido di quelle cose, non capisco come possano restare in equilibrio, il ragazzo è vestito completamente di nero, dalla sua posizione capisco che è teso, forse avrà avuto una brutta giornata, non sai quanto ti capisco, il bus sta per ripartire un ultimo sguardo a quel ragazzo che oggi mi ha colpito più di tutti, non sono riuscita ad immaginare nulla su di lui, lo guardo e mi trovo davanti i suoi occhi, ha tirato giù la visiera e mi sta fissando, i suoi occhi sono vuoti, spenti, riparte. Ora vedo solo il mio riflesso, i suoi occhi mi ricordano i miei..

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