CAPITOLO 5

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...prima o poi il sole tornerà a splendere...

5 Dicembre, sono passati cinque giorni da quando sono qui, ferma in questo letto a me sconosciuto, mi manca la mia stanza, il calore della mia casa piena d'amore.  Le giornate sono tutte uguali, alle sette del mattino arriva sempre la solita infermiera, è una donna bionda, di mezza età, molto bella, è dolce e paziente con me, mi accarezza sempre i capelli quando arriva, mi pettina, mi aiuta a lavarmi  , dice che le ricordo la sua bambina che non vede da tanto tempo.  Alle 9 inizia il giro delle visite, un dottore arriva sempre di corsa, ha i capelli brizzolati e il viso contornato da alcune rughe ,non mi guarda nemmeno in faccia, credo non sappia nemmeno che volto ho, controlla i miei polsi senza nemmeno sfiorarmi, e per questo gliene sono grata, la sua espressione mi è  chiara per lui sono solo una pazza, una ragazzina stupida che richiede attenzioni e per averle fa quello che ho fatto io, mi piacerebbe che fosse cosi, ma gli adulti non vedono mai cosa si nasconde dietro gli occhi di un'anima fragile.

Verso le 11 arrivano i miei genitori, la mamma non riesce a guardarmi, sono giorni che non lo fa, mi da un bacio con gli occhi chiusi e corre via, il mio papà mi guarda con la stanchezza sul volto, mi ripete che mi ama e  va via anche lui.  Il cibo qui è orribile, sono stanca, senza forze, non ho fame, non riesco ad ingerire nulla.  Vedo tante persone arrivare, genitori che abbracciano i figli, genitori che piangono per i figli. 

L'unica cosa che mi è rimasta da fare è guardare fuori da questa enorme finestra, volare via con la mente, vado al mio posto preferito e sento il vento abbattersi su di me, vedo le luci lontane della città, sento il freddo sulla mia  pelle, il gelo sulle mie mani, sento il mio volto arrossarsi, e mi piace così tanto , mi fa sentire bene. Sento quella voce  arrogante dietro di me, cosi priva di emozioni.  Che fine avrà fatto quel ragazzo?  Lo immagino li seduto sulla ringhiera, con il fumo della sua sigaretta che lo avvolge e i suoi pensieri che lo devastano.  Chissà a cosa pensa, chissà cosa nasconde dietro la sua freddezza.

Da quando sono qui non ho mai visto il sole, piove, diluvia, il cielo è cosi scuro, cupo, arrabbiato, ma prima o poi il sole torna sempre a splendere è solo questione di tempo.  Non so quando uscirò da qui, ed è strano, sto bene fisicamente e i dottori lo sanno eppure mi tengono qui come se avessero  capito che sono troppo fragile per il mondo li fuori.

L'odore di disinfettante ormai sta diventando familiare, come il rumore delle goccioline della flebo che cadono, a volte mi trovo a fissarle, a contarle, persino a ringraziarle.  Credo di stare impazzendo, questa stanza è cosi piccola, spoglia, rivedo in essa me stessa e vedermi mi fa stare male, voglio uscire, voglio sentirmi libera, libera in tutti i sensi.

Guardo il grande orologio appeso alla parete, segna le 11 in punto, una voce metallica avvisa i gentili signori che l'orario delle visite è appena iniziato.  Sono pronta al solito bacio schivo dei miei genitori, ed ecco la porta che si apre, la mamma è la prima ad entrare, è diversa da come l'ho vista in questi giorni, è vestita elegante, le sue dècolletè mi fanno venire il mal  di testa, ma penso che è proprio una bella donna, forse si è decisa a lasciarsi alle spalle quello che è successo, seppur impossibile, ma questa idea svanisce  subito quando  vedo entrare mio padre, lui non riesce mai a fingere, è un uomo distaccato, a volte freddo, ma quando c'è qualcosa che non va, o una cosa gli è a cuore i suoi occhi non mentono, e già quegli occhi tanto simili ai miei, oggi però sono velati da una fitta angoscia, segno che una brutta notizia sta per abbattersi  su di me come un uragano in piena tempesta.

Mia madre prende una sedia e si siede non troppo vicino,mantiene sempre quella distanza che ha imposto in questi giorni,il mio cuore perde un battito, papà scosta le coperte e si siede vicino a me sul letto.  Mia madre si schiarisce la voce, sta facendo di tutto per apparire distaccata e insensibile, oh mamma!  Ti conosco troppo bene.  É lei la prima a parlare, forte e sicura di se 'Eleonora' dice e quando mi chiama cosi, con il mio nome completo non è mai un buon segno.  'io e tuo padre abbiamo preso una decisone molto importante, sono sicura che non ti piacerà, ma è l'unica possibilità e sono sicura che un giorno ci ringrazierai ', ma di che diavolo sta parlando,' che stai dicendo? la mia voce esce  dura, arrabbiata. ' Eleonora non urlare con me, non sei nella posizione di fare nulla, tantomeno di prendertela con noi'.

Guardo il mio papà, ha gli occhi bassi, sta giocando con le mie bende, lo fa sempre quando è agitato, cerca qualcosa su cui concentrarsi.  'papà che succede?  la mia voce trema, ma lui non mi guarda, 'papà che cosa succede?  Dimmelo 'urlo.  Ma lui non mi risponde, al posto suo lo fa mia madre, la donna che mi ha messo al mondo.  'oggi uscirai dall'ospedale, i dottori dicono che le cicatrici hanno bisogno di essere disinfettate, ma è una cosa che si può gestire senza il bisogno di stare qui 'un sorriso si fa spazio sul mio volto, ma dura ben poco. 'abbiamo deciso che non tornerai a casa con noi, non possiamo rischiare che provi di nuovo ad ucciderti, andrai in una struttura specializzata, ne abbiamo viste molte prima di sceglierla, è molto raccomandata, tu hai bisogno di aiuto Ele!  E noi abbiamo il dovere di dartelo. Li avrai tutto ciò di cui in questo momento hai bisogno e che noi a casa non potremo mai darti. Sarai seguita e controllata e appena starai meglio saremo felici di riportarti a casa con noi 'dice velocemnte, e conclude con un sorriso tirato, forzato.  É uno scherzo?guardo papà, ora anche lui mi guarda e no non è uno scherzo i suoi occhi mi dicono che non è uno scherzo, bastano loro, non servono parole. 

Sono in apnea, come possono privarmi dell'unica cosa che amo, la libertà.  Chiudo gli occhi, I'immagine di me rinchiusa chissa dove mi fa gelare il sangue, sento un dolore al petto, mi mordo le labbra, forte, sento un sapore metallico in bocca, non potete spezzarmi le ali cosi, penso e poi urlo,  un urlo che si fa spazio dentro di me, arriva forte, doloroso, liberatorio, la mamma balza in dietro, ha una mano sul cuore, è sconvolta, un infermiera entra correndo, è lei la solita, mi accarezza, sento un ago entare nel mio braccio e tutto diventa pesante. 'Non potete farmi questo' dico prima di cadere in un sonno profondo.

Ciao a tutti, ecco il 5 capitolo, spero che vi piaccia, fatemi sapere che ne pensate e se vi va lasciate una stellina.
Un bacio ♡

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