Capitolo 3.

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Passano 3 giorni dalla festa di Giulia e lei continua a salutarci e a guardarci male, ma noi la ignoriamo.
<<A che ora partite venerdì?>> mi chiede Clara
<<Allora...contando che il volo é alle sei di mattina, mia madre che per l'ansia vuole partire 3/4 ore prima...credo per le 3>>
<<Sai, non la biasimo anche io per l'ansia partirei prima...soprattutto se si tratta di New York!>> dice lei.
Io e Riccardo non ci siamo ancora parlati dalla fine della festa, sono stata stupida a rispondergli in quel modo e vorrei riparare le cose, in qualche modo.
Lo vedo vicino la porta della sua classe che parla con alcuni ragazzi.
Gli amici se ne vanno, io mi avvicino a lui e gli dico <<Hey, come stai?>>
<<Tutto bene, tu?
<<Tutto bene...mi volevo scusare con te per le cose che ti avevo detto in taxi. Ti va se oggi pomeriggio usciamo e ne parliamo meglio?>>
<<Per domani ho un compito di chimica...ma accetto lo stesso>> dice ridendo.
<<Va bene allora facciamo per le 4 davanti la gelateria in piazza?>>
<<Va benissimo! Allora ci vediamo oggi pomeriggio!>>
Torno da Clara <<Che gli hai detto?>> chiede lei.
<<L'ho invitato oggi pomeriggio a fare una passeggiata per scusarmi per l'altra sera in taxi>>
<<Perchè? Ma c'ero io? Cosa gli hai detto?>> chiede Clara confusa
<<C'eri anche tu, ma evidentemente eri troppo sbronza e addormentata per ascoltare>> dico ridendo andando verso la nostra classe.
Mi guarda confusa.
<<Dai andiamo che se no facciamo tardi>>
<<No dico sul serio, cos'era successo?>> dice ridendo.

Usciamo da scuola e arriviamo a casa.
Mangio di fretta, inizio a studiare qualcosa ed esco di casa per incontrare Riccardo.
Mi avvio per andare verso la piazza, ma lo vedo che mi sta aspettando all'angolo della strada.
<<Non sei cambiata per nulla, sempre in ritardo eh?>> dice lui sorridendo.
<<Ovvio>>
Iniziamo a passeggiare e dopo un ora e mezza di chiacchierata gli dico <<Senti, scusami per come ti avevo risposto l'altra sera in taxi...io non volevo, cioè volevo, ma non in quel modo, ecco ora sto andando in panico e Clara mi darebbe un pizzicotto per farmi smettere di blaterare>>
<<Vuoi che ti dia un pizzicotto?>> dice lui divertito.
<<No, forse, no...a dire il vero no>> dico confusa.
<<Senti l'altra sera non é successo nulla, eravamo tutti un po' sbronzi>> continua lui rassicurandomi.
<<E invece si. E mi pento di non averti detto la verità...>>
<<Sarebbe?...>>
A quel punto gli accarezzo la guancia e lo bacio.
<<Questa>>
Dopo il bacio Riccardo rimane per alcuni secondi spiazzato, senza spiaccicare parola, ma subito dopo mi avvicina a sé e mi bacia.
Dopo vari baci si stacca e dice <<Allora ero io lo sbronzo e tu la lucida?>> dice ridendo.
<<Evidentemente>> dico alzando le spalle e attirandolo verso di me per un bacio.
Dopo il nostro appuntamento, mi riaccompagna a casa e ci salutiamo.

Busso alla porta di Clara, ma non apre nessuno. Busso di nuovo e dopo tanto tempo la porta si apre.
<<Dov'é Clara?>> chiedo seccata a Jack
<<É a fare la spesa. Se vuoi puoi aspettarla qui>> dice lui chiudendo la porta.
<<Va bene, se non ci mette tanto...>>
<<Allora che mi racconti?>> chiedo a Jack.
Non faccio neanche a chiederglielo che non ha più la maglietta.
<<Che fai?! Rimettiti la maglia>> dico io
<<E dai...in onore dei vecchi tempi>> dice avvicinandosi a me.
<<Ma che hai fumato?! Puzzi un accidenti!>>
<<Solo un po' di Amnesia Haze, roba che ho portato dall'Università>> spiega avvicinandosi sempre di più a me.
<<Ah ecco perché ti hanno espulso!>> dico ironica.
Mi guarda negli occhi, quasi con lacrime e mi dice <<Ti prego, sei l'unica persone che mi sia rimasta accanto. Quando ero all'università andava tutto male: lezioni, amicizie, soldi, lavoro. Quindi ho iniziato a spacciare, ma io non volevo quindi sono tornato qui per un po'. Sperando si risistemi tutto come una volta>>
<<Jack mi dispiace>> dico abbracciandolo.
<<Non lo sapevo, scusami>>
<<E come potevi saperlo>> dice lui accarezzandomi la guancia.
Mi bacia.
<<Jack sono fidanzata>> gli dico spostandomi.
<<Tranquilla, non lo verrà mai a sapere>> dice baciandomi sul collo.
Alla fine cedo, mi porta in camera sua e mi toglie i vestiti di dosso.
Mi fermo un attimo e guardo.
<<Che sia l'ultima volta: sia il sesso, che la droga>>
<<Giuro>> dice lui.
Gli sbottono i pantaloni, ma lui mi prende e mi sbatte sul letto.
Dopo circa 10 minuti sento uno strano rumore, ma non ci faccio troppo caso.
Sentiamo aprire la porta di casa.
<<Jack! Ho fatto la spesa>> dice Clara.
Ci guardiamo in panico. Allora io prendo tutti i miei vestiti ed esco dalla finestra per le scale d'emergenza. Prima di aprire la porta della camera Jack si avvicina a me e mi dice <<Grazie>>
<<Di nulla. Se hai bisogno non esitare a chiamarmi>> dico sorridendogli.
Scendo dalle scale e rientro nel palazzo.
Torno a casa e passo la serata a studiare per la verifica di domani. Non me la sento di parlare con Clara. Sono troppo stanca.
Mangio qualche rimanenza per cena e vado a dormire.

Suona la sveglia e, come quasi ogni mattina, vado a finire di prepararmi nel bagno di Clara perché quello di casa mia é occupato da Filippo.
<<Eva muoviti o faremo tardi>> dice Clara dal soggiorno.
<<Arrivo>> dico io.
Esco, prendo le ultime cose in casa mia ed usciamo dal palazzo in men che non si dica.
Mentre andiamo a scuola le racconto quello che é successo ieri, ovviamente tralasciando il "momento" con suo fratello.
<<Oddio veramente?!>> dice Clara quasi urlando.
<<Sii!>>
<<Quindi adesso é ufficiale la vostra relazione?>>
<<Non lo so. Vedremo>> dico andando verso Riccardo.
Mi avvicino a dargli un bacio.
<<Buongiorno>>
<<Giorno>> dice lui ricambiando il bacio.
Clara si avvicina e si schiarisce la voce.
Io e Riccardo la guardiamo.
<<Non avete nulla da dirmi voi due?>> dice Clara
<<Ci siamo messi insieme ieri!>> cerca di giustificare Riccardo.
<<Ragazzi, sono felice per voi!>> dice sorridendo Clara.
Entriamo dal cancello della scuola e Giulia squadra me e Riccardo dalla testa ai piedi, solo perché ci teniamo per mano.
<<Eva, non pensare a Giulia! É solo invidia>> dice Clara.
<<Sarà>> dico alzando le spalle.
Entriamo in classe e alla prima ora c'è economia.

Non é proprio il massimo alla prima ora ma a me piace, soprattutto marketing. Infatti dopo la scuola vorrei fare la facoltà di economia e marketing, ma tutti la sconsigliano perché c'è tantissima gente che la frequenta e, quindi, c'è poca possibilità che assumano me in un lavoro futuro.
Questa scelta dell'università mi sta un po' demoralizzando.
Tutti sanno cosa fare in futuro: Clara farà l'accademia di moda, Riccardo farà architettura, Filippo farà ingegneria e Jack farà l'anno sabbatico (cosa, che molto probabilmente farò anche io).

Dopo le ore strazianti di scuola, usciamo e torniamo a casa.
Entro in casa e c'è mamma che sta preparando il pranzo.
<<Ciao Eva. Com'è andata a scuola>>
<<Bene>>
<<Che avete fatto?>>
<<Nulla di particolare: hanno spiegato>> dico alzando le spalle.
<<Mangia e vai a fare la valigia>>
<<Ma la partenza é fra tre giorni>>
<<Ferrero ha detto che hanno anticipato la riunione e quindi partiremo domani>>
<<Ah...e quando te l'ha detto?>>
<<Proprio stamattina>>
<<Ah>>

Arriva sera e nel frattempo ho fatto la valigia e messa avanti con lo studio. Vado da Clara.
<<Buonasera a tutti>> dico entrando in casa.
<<Ciao Eva!>> dice Emma, la mamma di Clara.
<<Clara é in camera sua>> dice lei.
<<Grazie>>
Vado da Clara e vedo che sta messaggiando.
<<Con chi chatti?>>
<<No niente con nessuno. Stavo vedendo dei vestiti>>
<<Parto domani>> le dico agitata
<<Eh?>>
<<Domani parto per New York>>
<<Ah...ma non dovevi partire dopodomani?>>
<<Già, ma hanno anticipato la riunione>>
<<Va be, vai tranquilla. Te li prendo io tutti gli appunti delle materie, tu pensa a goderti questi giorni di relax>>
<<Grazie Clara>> dico abbracciandola.
Passata circa un ora da Clara, torno a casa e vedo Filippo sul divano.
<<Hai fatto le valigie, vero?>> chiedo io
<<Le faccio tra poco, tanto non metto tutte le cose che metti te in valigia>>
<<Simpatico....poi domani mattina alle tre  non andare in panico perché non trovi quello o quell'altro>> dico io incrociando le braccia.

Per cena ordiniamo della pizza per non lavare i piatti.
Finito la cena, controllo le ultime cose per la partenza, preparo i vestiti e vado a dormire presto.

Tutta colpa di New YorkDove le storie prendono vita. Scoprilo ora