Capitolo 3

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Era passato un giorno da quando ho fatto il prelievo, quindi dovevo rifarlo oggi. Entro all'ospedale e c'è la dottoressa Mckwrite che alza la mano per salutarmi con un grande sorriso. Quanto è falsa. Devo fare la visita alle 13:45 e sono le 12 :23 , quindi ho tempo per mangiare. Vado a mensa e, una volta riempito il vassoio di cibo che non devo mangiare, mi siedo da sola ad un tavolo. -Non dovresti mangiare quelle cose, sono per gli anoressici in via di guarigione- alzo la testa perché dalla voce giovanile non mi sembra nessun medico che conosco. Infatti è il ragazzo di cui non so il nome con cui sono andata a sbattere l'altro giorno. -Come fai a sapere che non sono anoressica?- -Lo so e basta. Ho ragione io- -Per la sicurezza con cui parli, per il modo in cui ti atteggi, sembri uno a cui non frega niente delle conseguenze... credo che tu sia uno molto coraggioso- Si è seduto di fronte a me. - Non sono io quello che ha un cancro e deve vivere ogni giorno per il resto dei suoi giorni con un mostro che cresce nei propri polmoni- -Come fai a saperlo? E non dire che lo sai e basta perché non ci credo- -Diciamo che mi sono informato- -Perchè?- -Perché volevo sapere di più- -Di più di cosa?- -Non mi basta sapere che non vuoi amici e che nessuno ti capisce, sapevo che non eri all'ospedale perché ti sei solo rotta un dito come me. Voglio conoscerti- -Beh, la risposta é NO- -Di cosa hai paura?- -Non è così semplice- -A volte una cosa non è semplice perché una persona se la complica- -Io non mi complico un bel niente- -Allora dimostramelo- - Nessuno mi capisce- -Sono gli altri che non ti capiscono o sei tu che non vuoi far capire agli altri?- Stranamente non ero arrabbiata. Di solito mi succedeva sempre con le altre persone ma con lui no. Forse dovevo iniziare a parlare con la gente senza avere sempre il fucile spianato. -Come ti chiami, Isabel Grace?- -Lo sai già...- -Ma voglio che me lo dica tu, ma non come ad un dottore o ad un insegnante. Lo devi dire di tua spontanea volontà. Ad un amico. -Isabel Grace- L'avevo detto. Ma non come ad un adulto che ne aveva bisogno... ad una persona che mi affascinava. -Jace Hendel, lieto di aver fatto la sua conoscenza signorina Grace- -Anche io signor Hendel- -Davvero?- c'era qualcosa nella sua voce che mi faceva battere il cuore, soprattuto quando diceva davvero... e io rispondo-Davvero-

Oggi c'è il soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora