Capitolo 5

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-La situazione né migliora né peggiora, questa sera invierò dei dati più precisi a tua madre, Isabel... Isabel? Isabel, mi hai sentito?- Lo ammetto le uniche parole che sentivo pronunciare dal dottore erano ''vorrei rivederti... davvero...Jace Hendel... Isabel Grace...lieto di aver fatto la sua conoscenza... parlami della tua vita...voglio conoscerti" : un miscuglio di frasi e parole, tutte pronunciate da lui, Jace Hendel. Datemi l'insetticida, credo di avere le farfalle nello stomaco! -Sì sì, ho capito tutto dottor Hendel- -Dottor Hendel? Isabel? Stai bene? Io sono il dottor Stevenson... a cosa stavi pensando? Bah! I ragazzini, valli a capire!- -Arrivederci- Esco dalla stanza e mi inizio ad incamminare verso l'ingresso dell' ospedale dove c'è Jace che mi sta aspettando. -Sei in ritardo- -Tutta colpa del dottore, mi ha dato troppo anestetizzante e a momenti non mi svegliavo...- -Andiamo?- -Devo essermi persa qualcosa... dove andiamo?- -A volare- -Cosa?- -Ti fidi di me?- -Non molto- -Davvero?- -No, mi fido- -Allora vieni con me- mi prende per mano e mi aiuta a salire in macchina sua e a sistemare i tubi. -Dove stiamo andando?- -Niente domande fino a destinazione- -Posso almeno avvisare mia madre che farò ritardo?- -Se proprio devi... tieni. Usa il mio cellulare- mi porge il telefono senza neanche staccare gli occhi dalla strada. -Come fai a guidare con una mano ingessata?- -È facile- -Non ti ho ancora chiesto come te la sei rotta...- -Sono caduto con il motorino e la mano si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato- Non posso trattenermi le risate, quindi faccio un verso strano simile ad un maiale, il che fa divertire molto Jace che mi accompagna con le risate. -Sono con uno sconosciuto, in macchina di uno sconosciuto... non lo faccio tutti i giorno quindi ritieniti fortunato!- -Sono molto onorato- -Ho detto a mia madre che torno per le 7, va bene?- -Si, farai in tempo a tornare sana e salva-

Siamo arrivati, c'è un prato che sarà 10 volte più grande di un campo da calcio. Ben coltivato con qualche fiore qua e là, è stupendo, da rimanere senza fiato. -Eccoci qua- -È davvero bellissimo... grazie per avermici portata- Poi alzo la testa per vedere il sole ma noto subito delle mongolfiere e faccio un veloce collegamento: CIELO+mongolfierecheVOLANO= affrontarelepaure! Sicuramente Jace ha capito tutto dal mio sguardo ecco perché mi chiede -Sei pronta?- -Non credo di farcela... sono moooolto in alto- -E noi siamo moooolto in ritardo, quindi, la mia domanda era retorica, non si accettano dei no come risposta signorina Grace- -Allora non scherzavi quando all'ingresso dell'ospedale mi hai detto che andavamo a volare!- -Io non scherzo mai...- Mi guarda negli occhi e io faccio lo stesso poi gira il capo verso un signore che stava appoggiato ad una mongolfiera e ci incamminiamo verso di lui. -Abbiamo una prenotazione a nome Hendel...- -La mongolfiera è pronta per volare!- grida l'uomo per sopraffare il rumore di un elicottero appena atterrato. Metto il primo piede sul "veicolo" e poi Jace mi aiuta con l'altro. Siamo entrambi a bordo. Guardo verso il viso di Jace e vedo che non si sente tanto bene. Tutto ad un tratto mi ricordo della sua paura dell'universo: infinito e senza margini, come il cielo. -Tutto okay?- -Mai stato meglio- Poi si sente un rumore e la mongolfiera fa un movimento brusco che mi fa andare a sbattere contro di lui. Rimaniamo 20 secondi, circa, a guardarci. Poi, quando distolgo lo sguardo, non siamo più a terra. Siamo nel cielo. -Stai volando-dice Jace al mio orecchio. -Sei nel cielo infinito, hai superato la tua paura!- gli dico io abbracciandolo. -E tu stai volando...- ci guardiamo negli occhi e poi lui dice -Hai degli occhi stupendi- allora instintivamente gli copro i suoi occhi con una mano e con l'altra gli afferro la schiena, poi gli sussurro -Di che colore sono i miei occhi?- lui rimane dieci secondi a pensarci poi risponde -Verdi?- -Sbagliato, sono azzurri con le pupille contornate dal marrone nocciola- lo libero dalla mia presa d'acciaio e lui rifissa i miei occhi e insieme ridiamo. Aveva fatto un complimento sui miei occhi senza neanche farci caso. -"ti amo"- mi dice lui sorridendo. -Che lingua è?- rispondo io con il sorriso stampato in faccia, sapevo benissimo che lingua era: italiano, e per sua sfortuna ho fatto corsi privati sull'italiano. Ci sono voluti un po' di anni ma alla fine ho imparato la lingua discretamente, mi sbaglio ancora con la grammatica. Mi aveva detto che mi amava letteralmente in cielo. Lui però non sa che io lo so... -Italiano- risponde infine lui -Non conosco l'italiano, so solo parlare l'inglese. Che vuol dire la parola che hai detto?- -Emm... OGGI C'È IL SOLE- -Okay allora... ti amo!- -Davvero?- -Davvero-

Oggi c'è il soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora