Capitolo 6

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Ovviamemte a mia madre non ho detto niente di quello che avevo fatto ieri. Se le dicevo che ero salita su una mongolfiera a più di 200 m da terra avrebbe avuto un infarto. Stare con Jace mi faceva stare bene, non ho detto che lo amo. È troppo presto, ma è un buon candidato per essere un mio amico. Oggi ci eravamo dati appuntamento alle 15:00 all' ospedale. Lo ammetto, sono felice. E... mi sono truccata... penso che non ci sia niente di male nel farsi bella per un' uscita tra semplici amici, perché siamo solo amici. Però c'è da dire che ieri mi ha detto che mi amava, in italiano, ma l'ha comunque detto. Lui non sa che io l' ho capito quindi per ora fingerò che significhi oggi c'è il sole. Sono le 14:49. Forse è ora che io mi incamminassi. -Dove stai andando?- mi chiede mia mamma quando stavo sull' uscio della porta. -All'ospedale- -Ma oggi non hai nessuna visita- -Forse non vado all'ospedale solo per le visite!- -E per quale altro motivo, sentiamo- -Per un amico! Okay? Vuoi che ti dica dove abita, perché è all' ospedale, i nomi della sua famigli e quante volte caga al giorno?!- -Isabel! Ti ho solo chiesto il motivo per il quale vai lì. Sono tua madre e ho tutti i diritti di saperlo- -Sono in ritardo- -Ti sei truccata?- all'improvviso l'espressione di mia madre cambia da arrabbiata a felice. -Volevo solo vedere come stavo con il trucco...- -Certo, certo...- dice mia madre prendendomi in giro. Non la sopporto quando fa così, quindi per non farle cambiare idea sulla mia uscita è meglio che vada. -Sono a casa per le 7:00, okay?- -Va bene, a sta sera-

Quando arrivo all'ospedale lui c'è. Inpiedi, davanti all' entrata con la mano ingessata in alto per salutarmi. -Ciao Isabel Grace- -Ciao Jace Hendel- -Andiamo?- -Senza che io ti chieda il luogo perché so già che non me lo dirai- -Infatti è così- Mi prende per mano e ridendo per la faccia che ho fatto quando sono quasi caduta mi porta in macchina. Questa volta il posto è molto meno lontano di quello di ieri.

Siamo arrivati in un posto stupendo. Pieno di alberi e fiori in questi prati, e poi un lago con qualche cigno che alimenta leggermente il movimento dell' acqua. Poi al centro di questo lago c'è un grande spruzzo d'acqua che sarà alto almeno 5 metri che si libera in cielo e poi ricade giù. Il tutto forma un cerchio. Poi al lato del lago ci sono delle canoe tutte libere. -Qual'era una delle cose che potevi fare prima del cancro?- -Nuotare- -Beh... quello non lo puoi fare ma almeno sentirai il profumo dell' acqua, potrai vederti riflessa nel lago e potrai toccarlo per sentire la temperatura, ma non ti immergerai. E sai quali sono i vantaggi? Non ti bagnerai e quindi non dovrai tornare a casa tutta zuppa- -E gli svantaggi?- -Non mi vedrai in cosume!- rido per la sua battuta. Ecco. Mi ha rifatto ridere. Non è possibile, in questi 3 giorni non ho fatto altro che ridere e scherzare. Mi sono dimenticata di tutto. Del cancro. Del dolore. Della morte. E della vita. Mi sentivo benissimo... lui mi faceva stare benissimo, nessuno lo aveva mai fatto. Nessuno, solo lui. Jace Hendel. -Allora, sei pronta si o no?- Lo guardo negli occhi, con la luce del sole si erano schiariti. Erano diventati color oro. Poi pronuncio quelle due letterine importanti -Sì-

Salgo sulla canoa. Poi lui prende un remo e io mi offro di prendere l'altro per via della sua mano rotta. Insieme facciamo muovere la canoa fino ad un metro dallo spruzzo d'acqua. -Grazie- gli dico io. -Di cosa?- -Di tutto, senza di te non avrei fatto niente di tutto ciò- -Io neanche se non ti avessi

conosciuta, ricorda che mi sto divertendo anche io e non solo tu- poi ci guardiamo e io dico spontaneamente -Oggi c'è il sole- lui ride sotto i baffi, come se fosse l'unico a sapere che il significato era "ti amo". Avrei tanto voluto urlargli "guarda che lo so cosa vuol dire _ti amo_ in inglese. E togliti quel sorrisetto dalla faccia che non sei l'unico a sapere altre lingue" Okay. Forse l'ultima parte non gliela avrei detta ma l'altra si. Però non glielo dico perché non sono pronta, devo aspettare e conoscerlo meglio. Poi gli avrei detto oggi c'è il sole anche io. -Senti, che ne dici di attraversare questo spruzzo d'acqua?- -Sei completamente fuori di testa? Così ci farà saltare in aria e poi annegare!- -Io intendevo solo attraversare il cerchio che forma lo spruzzo, vedi? Quello là- mi indica la cascatella che si è formata. Lo spruzzo d'acqua va in alto e poi quando torna giù si allarga di tipo 2 m e così fa in modo che la gente possa entrare in quella specie di caverna fatta d'acqua. -Ah! Quella intendi... allora va bene. Andiamo!- Iniziamo a remare, poi attraversiamo il muro d'acqua e ci troviamo in una caverna trasparente con un gran rumore d' acqua che cade. Eravamo tutti zuppi, quindi dico -Mi dispiace ma ora ci sono solo svantaggi dato che a bagnarci ci siamo bagnati lo stesso!- lui ride e poi risponde -Se vuoi mi spoglio comunque- io rido e poi rispondo -No, non fa niente, posso resistere- lui ride e insieme remiamo facendo il giro del getto d'acqua. Avevo i miei capelli appiccicati in faccia, erano abbastanza fastidiosi dato che sono lunghi. -Sei pronta?-urla lui per cecare di superare il suono dello spruzzo. -Si!- -Davvero?- -Davvero!- ci ribbuttiamo a capofitto nel muro trasparente e poi sbuchiamo di nuovo dall'altra parte ancora più bagnati di prima. È stata un' esperienza stupenda. Indimenticabile, credo che la penultima cosa che farò sarà dimenticarmi di queste giornate... l'ultima cosa sarà dimenticarmi di lui. Ci sdraiamo sul prato al sole tutti bagnati fracichi dalla testa ai piedi. Ma non mi sentivo infastidita da tutto questo, mi piaceva e anche tanto. -Spero ti sia piaciuto- mi dice lui tenendo gli occhi fissi sul cielo -Mi hai fatto passare due giorni nella natura, nel cielo e nell'acqua. Come potrebbe non piacermi?- -Tieni- mi porge una vaschetta di cibo. Era una specie di riso con una strana pappetta gialla. Era per le anatre? Stavo per chiederglielo ma gli squilla il telefono -Scusa un secondo, è mia madre, tu intanto aprilo- poi si alza e va a parlare all'ombra sotto un albero. La vaschetta l'avevo già aperta ma il problema era: mangio o lancio? Decido di lanciare, al massimo mi fermava e poi mangiavamo. Anche se l'idea non mi piaceva. Mi incammino verso il laghetto delle anatre che si trovava a pochi metri distanti dal lago dei cigni dove ci siamo bagnati. Inizio a lanciare il riso un po' da tutte le parti e subito arrivano gli animali che iniziano a mangiare. Avevo ragione. Era per le anatre. Svuoto la vaschetta intera. -Spero che Jace non si arrabbi per il fatto che non glielo abbia fatto fare io- dico alle anatre. Stavo parlando con le anatre. Forse l'acqua faceva uno strano effetto su di me. Poi vedo Jace che mi raggiunge con l'aria disorientata e stupita, o forse perplessa? -Dove hai messo il mio KussKuss?- -Cosa?- -Il KussKuss, il riso che avevo preparato per 5 ore sta mattina, era per noi- oh cavolo! Sono una deficente che ha bisogno di un corso aggiornato di cucina Indiana o quello che era! -Io... io credevo fosse per le papere...- -Per chi?- poi finge di arrabbiarsi e subito dopo scoppia in una grossa risata, come può essere? -Isabel Grace, sei la persona più straordinaria che io abbia mai conosciuto- -Non sei arrabbiato?- -Isabel come potrei essere arrabbiato? Tu mi fai ridere con le tue facce buffe, i tuoi movimenti e quello che fai... Sì ci avevo messo un po' a prepararlo ma non fa niente. Succede!- -Davvero?- -Davvero-

Oggi c'è il soleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora